Ed eccoci arrivati alla fine, ebbene sì, ci siamo, questo è il primo premio del "grande" concorso Pappagorgia Irsuta. Un bel post dedicato ed ispirato al vincitore, a
pOpale. Chiedo perdono per tutto il tempo che ci ho messo, spero che al vincitire piaccia, per tutti gli altri, beh, al prossimo concorso.
La bambina continuava a percuotere la pancia di Ale come se fosse un tamburo, erano giorni che l’aveva presa come la sua percussione personale e lui cominciava a risentirne; con tutto l’affetto per quella bambina, figlia dei suoi cari amici, per i suoi occhietti vispi ed intelligenti ed il sorriso con le finestrelle, ma ormai le vibrazioni stavano per risvegliare anche il pranzo della prima comunione. Doveva inventarsi qualcosa per farla smettere perché altrimenti avrebbe scoperto cos’è la sindrome del colon irritabile. La guardò e le sorrise, sapeva che la sua pappagorgia irsuta era irresistibile per i bambini, anche lei gli sorrise, con tutti i pochi dentini che aveva, però non smetteva di suonare la sua pancia.
“Carlotta, ti va di andare a giocare con Mia?”, le chiese, ed il suo dolcissimo labrador nero per un attimo lo guardò con odio, Ale sapeva che, se avesse potuto, lo avrebbe azzannato ai polpacci, però stette lì in attesa come un condannato al patibolo e quando la bambina disse
“No, voglio stare qui con te”, fu quasi sicuro di sentire il cane che sospirava per il sollievo e si allontanava mandandolo a quel paese con la coda. Adesso era veramente nei guai, sperava fortemente nell’innato amore dei bambini per i cani, però gli venne un’altra idea: tirò un grosso respiro e chiese alla bambina:
“Senti Carlotta, visto che vuoi rimanere qui, ti va se ti racconto una bella storia? Sono bravo a raccontare le storie, lo faccio anche alle riunioni, in ufficio”, era la sua ultima speranza, sentiva ormai che gli organi interni si spostavano dalla loro posizione ed il suo fegato tentava il suicidio cercando di impiccarsi al duodeno; non poteva permetterlo, amava il suo fegato, era stato il fedele compagno di migliaia di sagre ed aveva resistito anche alla fiera del “panetto di burro fritto nella sugna” dove anche i migliori alzano bandiera bianca, ed adesso stava per soccombere come le mura di Gerico! Quella bambina doveva rispondere di sì e lo fece con un lungo e gioioso
“Sìiiiii” che per sua sfortuna accompagnò con una scarica di pacche sempre più veloci sulla sua pancia tanto che la pazienza per cui era famoso, quella che gli permetteva di fare dodici riunioni inutili a settimana, stava per vacillare; si fermò dall’eliminare fisicamente la pur simpatica frugoletta solo perché pensò che avrebbe poi dovuto interrompere la vacanza.
“Allora ti racconto la storia di Cyrale”,
“Chi è Cyrale?” chiese subito Carlotta,
“Se non mi fai raccontare non lo saprai. Però smetti di suonare il tamburo”,
“E non posso fare la colonna sonora?”, pensò che i bambini moderni erano molto più furbi di quelli delle passate generazioni,
“No, è una storia vecchia, di quando non c’era il sonoro”.
La storia di CyraleQuesta storia si svolge nella fumosa Milano dei giorni nostri…”Ma non hai detto che è una storia vecchia?”,
“Intendevo in confronto a te piccola”…Cyrale è un giovane pubblicitario famoso per la sua arguzia ed ironia ma anche, ahilui, per la sua grossa pappagorgia irsuta…”Come la tua?”,
“La mia è più elegante, ma lasciami continuare”…Cyrale, da buon amante della cucina, è simpatico e bonario, però, perché c’è sempre un però nella vita…”Come sei saggio”,
“Grazie”…se qualcuno parla della sua pappagorgia lui va su tutte le furie. Un giorno, mentre si trova in una famosa pasticceria, intento a comprare venticinque bomboloni prima di andare in ufficio…”Doveva offrire ai colleghi?”,
“No, aveva deciso di mantenersi leggero a merenda quel giorno”…un magro ed insignificante dipendente di una società di pubblicità avversaria, per farsi bello davanti ai colleghi, lo ferma e gli dice ridacchiando: ‘La tua pappagorgia è….è….grossa!’, a quelle parole il silenzio cala nella pasticceria, tutti sapevano quanto Cyrale si arrabbiasse se nominavano la sua pappagorgia. ‘E’ vero’ risponde grave Cyrale, ma quando già lo smilzo pregustava la sua vittoria con un ghigno sulla faccia, Cyrale, rialzando gli occhi e fissandolo, aggiunge: ‘Embè? Basta così? Ma sai quante me ne potevi dire, magari pure cambiando di tono. Per esempio potevi dirmi in tono aggressivo: - Se avessi tutta quella roba sotto la faccia me la farei tagliare! -; oppure chiedermi in modo amichevole, magari prendendomi sottobraccio: - Ma tutto quel peso non ti manda a faccia in giù? -; o magari sbadigliando assonnato: - Con un cuscino così sotto la faccia mi farei certe dormite! -; e perché non usando un tono parsimonioso? Dicendomi: - Ma te lo fa lo sconto il barbiere? Se ti fa pagare a quantità sai che salasso! -; o, usando un nasale tono pedante, spiegarmi: - L’animale che scientificamente viene chiamato pelecanus ha tanta abbondanza sotto la bocca -; pratico: - Deve essere comoda, una sacca così, quando vai a fare la spesa -; campagnolo: - Ma è un cocomero peloso? Bello grosso però!-; ma anche utilitaristico: - Sarebbe un’ottima insegna per una trattoria -; e potevi concludere pure con il tono da botanico dicendomi: -Ma è un cactus? Un “cuscino della suocera”?-. Ecco, avresti potuto dirmi tutte queste cose se tu avessi un po’ di fantasia, ma in realtà, se tu avessi fantasia, lavoreresti con me!’ Tutti i presenti risero di gusto e lo smilzo, che voleva fare il gradasso, poteva solo balbettare qualcosa a testa bassa mentre Cyrale usciva tra gli applausi.“Allora, ti è piaciuta la storia di Cyrale?” fu la domanda che Ale fece a Carlotta sperando non ricominciasse a suonare le percussioni perché sapeva che le sue budella non avrebbero resistito ad altri ritmi tribali. La bambina lo guardò negli occhi e sottolineando l’apprezzamento con la testa, disse
“Sì! Tantissimo, raccontamene un’altra dai!”. Ale spalanco gli occhi e si sentì perso, poi si ricordò di uno dei suoi film preferiti e disse:
“Va bene Carlotta, ti racconto la storia di Darth Ale però devi promettermi che non ti spaventerai perché questa storia parla di un personaggio cattivo.”,
“Come Saw?” chiese lesta la bambina,
“Perché, hai visto Saw?”,
”Sì, tutti e tre”, pensò che i bambini moderni oltre che più furbi avevano anche molto più stomaco visto che lui aveva vomitato a metà del primo film.
La storia di Darth AleLa porta dell’ascensore si aprì con un soffio metallico, era Darth Ale; al suo arrivo, come al solito, l’ufficio ammutolì all’impatto con la vibrazione del lato oscuro della pappagorgia che quell’uomo vestito completamente di nero emanava forte. Darth Ale prima di uscire premette tutti i pulsanti così chi attendeva giù avrebbe aspettato che l’ascensore si fermasse a tutti i piani; fare questo scherzo lo divertiva sempre molto…”Ma allora era veramente cattivo?!”,
“Mah, più che cattivo era uno stro….ehm….stupidello, lasciami raccontare però”…Darth Ale entrò accompagnato dal sul labrador nero, Darth Mia, solo a lui era concesso di portare il cane in ufficio anche perché nessuno poteva dire di no a Darth Ale. Il potere del lato oscuro della pappagorgia era tremendo: Darth Ale aveva comprato sette paia di calzini con sopra scritto il nome di un giorno della settimana, quando arrivava in ufficio si avvicinava alla scrivania centrale, ci appoggiava il piede su e con la scusa di allacciarsi la scarpa faceva vedere a tutti che giorno c’era scritto sulla calza e tutti i presenti, a prescindere da quale giorno fosse realmente, facevano come se fosse il giorno scritto sul calzino. Anche quella mattina Darth Ale fece così, sulla sua calza nera c’era scritto DOMENICA e tutti smisero di lavorare perché la domenica non si lavora; solo uno continuò a lavorare, era un nuovo dipendente che non era stato avvisato della cosa, appena Darth Ale si accorse della cosa alzò gli occhiali scuri che ancora indossava, lo fulminò con lo sguardo ed il suo pc si spense…”Miii….ma come ha fatto Darth Ale, ha i poteri magici?”,
“Ha staccato la spina”…Ma Darth Ale non era sempre stato così, un tempo, prima di passare al lato oscuro della pappagorgia, il suo nome era Alekin Camminacielo ed era un giovane bonario pubblicitario che si affacciava timidamente a quel mondo di belve assetate di sangue, dove per passare da “creativo” a “cretino” e viceversa ci vuole molto meno del cambio di due lettere. Il giovane Alekin voleva diventare Jedi della comunicazione e seguiva gli insegnamenti del grande maestro Obi-Spot-Famosi. La creatività scorreva forte in lui, per questo Obi-Spot lo sottoponeva a duri allenamenti come quello chiamato “inventaslogan” in cui, solo con il potere della parola, bisognava convincere i soggetti ad acquistare cose inutili. Ma la potente creatività del giovane Alekin faceva gola al cattivissimo Merendine che avrebbe fatto di tutto per portarlo verso il lato oscuro della pappagorgia di cui anche lui faceva parte; per questo motivo lo avvicinò con la scusa di una campagna pubblicitaria di un deodorante ascellare e se ne finse amico. Piano piano Merendine convinse il buon Alekin che la sua creatività era sottovalutata da Obi-Spot e che solo grazie a lui sarebbe riuscito a sfondare. Alekin tentennava….”Che significa 'tentennare'?",
“Quando uno è indeciso tra una cosa ed un’altra”,
“Come te davanti ad una pizzetta ed un bignè alla crema?”,
“Sì”,
“Ma poi tu te li mangi tutti e due!”,
“Ok, continuo la storia”....tentennava perché forte era l’affetto che lo legava ad Obi-Spot; però un giorno le cose cambiarono: Alekin incappò in una giornata storta, il suo cane fece la cacca sul marciapiede ma lui non aveva la paletta e fu multato da un vigile; al suo bar preferito avevano finito i bomboloni alla crema ed avevano solo quelli alla marmellata di ciliegie che a lui non piacevano; in ufficio gli avevano fregato le graffette colorate e gli avevano lasciato solo quelle di metallo. Tutte queste cose lo fecero arrabbiare moltissimo tanto che quando andò via non disse nemmeno buonasera; la goccia che fece traboccare il vaso avvenne poco prima di arrivare a casa: Alekin era fermo ad un incrocio a T aspettando per svoltare perché dalla sua sinistra arrivava una macchina, ma quella, arrivata all’incrocio svoltò senza mettere la freccia! Alekin non ci vide più dalla rabbia, cercò di contattare Obi-Spot ma il cellulare suonava occupato ed allora, non sapendo che fare, andò da Merendine. Merendine lo aspettava perché era stato lui ad organizzare tutto: il vigile era suo cognato, era stato lui a mangiarsi tutti i bomboloni alla crema ed aveva fatto fregare le graffette ad un suo uomo nell’ufficio, anche la macchina all’incrocio era stata opera sua, era il nipote; la ciliegina sulla torta però era stata la telefonata ad Obi-Spot per tenerlo occupato. Alekin si sfogò con il finto amico e questi, approfittando della debolezza del giovane gli fece firmare un contratto in esclusiva; fu così che Alekin passò al lato oscuro della pappagorgia facendosi chiamare da allora, Darth Ale.Ale si voltò verso Carlotta per chiederle se anche questa storia le fosse piaciuta e vide che la piccola gli si era addormentata accanto con il sorriso sulle labbra; sorrise anche lui perché sapeva che il suo stomaco, per ringraziarlo, quella sera gli avrebbe fatto digerire anche un cinghiale con tutto il pelo.
Faccio un piccolo aggiornamento,
isabel green mi invita a leggere il suo ultimo post, beh, invito tutti voi a farlo, è questo
qui. Tratta del caso Eternit, qui a Bari abbiamo la Fibronit, città diverse casi simili, per questo vi chiedo di leggere il suo post, per fare un po' di rumore in mezzo al silenzio.