30 ottobre 2010

Capezzoni

L'altro giorno il portavoce del Popolo delle Libertà, Daniele Capezzone, pare sia stato aggredito e colpito con un pugno da un tizio che poi è scappato via; credo che la violenza non sia mai un buon modo per reagire alle cose, soprattutto perché, anche nel caso si abbia la ragione dalla propria parte, la violenza ti mette sempre dalla parte del torto. Detto questo devo anche confessare che, saputa la notizia, ho avuto una sensazione di piacere, sono un mostro? Non credo, non per questo almeno, anche perché sapevo che non era stata un'aggressione armata, non era stata un'aggressione di gruppo (cosa che, invece, capita molto spesso che so, a coppie gay che vanno in giro da sole tanto per passeggiare ma hanno solo un decimo di ritorno mediatico (ma questa è un'altra storia (eccomi che ricomincio con le parentesi (smetto subito)))), non era stata sproporzionata per forza e non aveva fatto troppi danni; da stigmatizzare lo stesso, sia chiaro, però lo stesso c'è stata questa sensazione di piacere e questa leggera invidia per chi aveva fatto quel gesto, ma perché? Sì, mi sono chiesto il perché di queste sensazioni, perché io, che credo di essere una persona equilibrata e democratica, ho provato un po' di piacere nel sapere che quest'uomo è stato picchiato? Allora ho analizzato il soggetto e la situazione; viviamo in un periodo di tensione, non si può nascondere questa cosa, si sentono dire cose assurde per giustificare comportamenti delle istituzioni che griderebbero vendetta e chi dovrebbe fare qualcosa non dice niente ed allora ci si sente frustrati ma questo basta? Sono almeno sedici anni che, a turno, decine di persone hanno detto le stesse balle, perché quel brivido solo per questo tizio qui? Ho ripensato alle migliaia di volte che il soggetto è apparso in televisione per dire la sua ed ho capito, non è solo quello che viene detto ma come viene detto, la faccia con cui viene detto. C'è, nelle parole, velata nell'ottimo italiano, la tracotanza e la presunzione, la boria e la convinzione di essere il “portatore sano della verità” ed ho capito che è questo quello che ha fatto la differenza. Visto che però c'ero, che stavo pensando (non è che capiti così spesso), mi sono chiesto se solo lui, Capezzone, fosse così ed ho convenuto con me stesso che, sfortunatamente, di capezzoni ce ne sono tanti; i capezzoni non sono quelli che dicono con rabbia “non hai capito un cazzo”, i capezzoni sono quelli che dicono con un sorriso “non puoi capire”, come se tu fossi l'ultima capra sulla terra; i capezzoni non sono quelli che fanno della sottile ironia, sono quelli che fanno del pessimo sarcasmo; i capezzoni non sono quelli che ti ascoltano, sono quelli che ti interrompono perché “non stai dicendo niente di sensato”; i capezzoni non sono quelli che combattono onestamente per un'idea ma quelli che sbavano come cani rabbiosi CONTRO un'idea; i capezzoni non sono quelli che dicono “a me non piace”, sono quelli che dicono “fa schifo”. Di capezzoni, ahimè, ce ne sono da tutte le parti, in ogni categoria, lavoro, ceto, partito, pensiero; di capezzoni ne è pieno il mondo ed io, francamente, ha volte, ne ho le palle piene.

Aggiungo una cosa perché mi pare che ci sia un attimo di confusione, questo post non è su Capezzone e su quello che ha subito, ma sul comportamento umano, quello di alcuni soggetti che, giusto o sbagliato che sia, credono che il loro punto di vista sia il verbo e che questo gli consenta di poter deridere e sputare su quello degli altri!

25 ottobre 2010

Oggi il tempo fa scopa con l'umore

"Il cielo è grave e gonfio adesso
come una colpa presa addosso"
Vinicio Capossela

Una bella persona, nonché cara amica, l'altro giorno ha postato sul suo blog una canzone di De Andrè, una canzone legata ad un ricordo. Come dice lei, non si può scegliere una canzone di De Andrè in base alla bellezza, sono tutte meravigliose, al massimo la si può scegliere in base ad una sensazione, ad un ricordo. Anche io, oggi, in pieno tagliando, voglio mettere qui le sue parole.

20 ottobre 2010

Il tagliando

V'è mai capitato di andare in giro in macchina e cominciare a sentire un rumorino provenire dall'auto? Magari un piccolo ticchettìo dalla testata, un rumore ciclico dalla ruota, un cigolio dalle sospensioni, una cosa così insomma; a quel punto magari uno pensa è solo un rumore e continua e va avanti ed alla fine succede che la macchina si rompe mentre sei nel bel mezzo del nulla ed allora devi chiamare il soccorso stradale, devi aspettare il carro attrezzi, devi farti trasportare dal meccanico e devi pure accettare tutto quello che il meccanico ti dice e, si sa, il meccanico tende ad esagerare un po'...e così ti ritrovi per un sacco di tempo senza macchina, costretto ad andare a piedi e, soprattutto, con un conto salatissimo da pagare. L'altra cosa che si può fare quando si sente un rumorino è andarci subito, dal meccanico, così magari fa un controllo, un vero e proprio tagliando e stringendo da una parte e sostituendo una cinghia dall'altra, la macchina te la ridà come nuova in pochi giorni e con poca spesa. Ecco, anche io devo fare così, ho sentito un rumorino in mezzo alle tremila cose da fare ed allora mi fermo un attimo, un attimo solo, tanto per registrare per bene tutto e stringere i bulloni dei miei compartimenti stagni e tornare, prestissimo, come prima. Questo per dirvi che, credo, fino a domenica non posterò niente, leggerò (cercherò) tutti i vostri post ma non commenterò come faccio di solito; lo so che lascio sempre una testimonianza del mio passaggio ma tanto è fino a domenica...nel frattempo sarò comunque qui, con la pinza a becco, che stringo bulloni eh, mica vi lascio soli e poi ho un sacco di idee che devo mettere su carta.
Un abbraccio!

15 ottobre 2010

Poesiola

Le bielorusse

Le bielorusse vanno a lavoro
coi pantaloni a "zompafosso",
accudiscono i nostri vecchi
quando se la fanno addosso.
Alcune poi se li sposano
puntando all'eredità
altre, invece, sono esempi
di rara umanità.
Alla sera aspettano il bus
in piedi, alla fermata
portandosi dentro le scarpe
la stanchezza della giornata,
e quando è inverno si stringono
in cappotti dozzinali
e a letto si addormentano
sognando vite normali.

Ironia della sorte

Uno si sbatte tanto e poi il maggior numero di commenti degli ultimi mesi lo ottiene con un post su Berlusconi...quell'uomo è terribile!

11 ottobre 2010

Dialetto per principianti - lezione 3

Sono tornate!!! Ebbene sì, dopo quasi tre anni di silenzio sono tornate le mie lezioni di rutiglianese, il nuovo esperanto del blog; tornate...una è tornata, ora vediamo se seguiranno anche le altre. Ricapitolando, per seguire un po' meglio vi consiglio di rivedere la lezione 1 dove sono stati affrontati i pronomi soggetto - pronoum soggiett e il verbo essere - verb iess; e la lezione 2 dove vi ho spiegato gli articoli ed il verbo avere - verb avè.

Perché imparare il rutiglianese? Ma che domande fate?! Volete mettere l'influenza che avrete sui vostri amici dicendo "rutt p' rutt, r'mbim'l tutt!" invece del classico "Abbiam fatto trenta, facciamo trentuno"? La poesia che spargere quando vi chiederanno: "Cosa si mangia?" e voi, invece di rispondere: "Ho fatto un piatto tipico delle Puglie, teglia di cozze e zucchine condite con sugo e formaggio", risponderete un esplosivo "Kozz, k'k'zell e iouv k' souk e f'r'magg"? Seguite le mie lezioni e tutto questo rientrerà nel vostro patrimonio culturale, se amate le lingue non potete non parlare il rutiglianese che, comunque, vi permetterà di muovervi agevolmente anche nel quadrilatero del lampascione: Binetto-Bitritto-Bitetto-Toritto.

Iniziamo la lezione di oggi con i nomi dei parenti

i parenti - a famigh'j
il padre = u attaan
tuo padre = d'attand
mio padre = attan'm
la madre = a ma'mm
tua madre = ma'm't
Vi prego di prestare molta attenzio all'uso di ma'm't poiché lo stesso viene anche usato, enfatizzandolo molto, come risposta ad un offesa o come offesa diretta ad esempio:
U se ka si propr'j nu kigh'joun? - Ma sai che sei davvero uno stupido? (lett. coglione)
Ma'm't! - A chi diamine hai dato dello stupido?! A me?! Ma lo sai che tua madre si preoccupa di soddisfare genti per pochi spiccioli? (Sì, noi rutiglianesi abbiamo il dono della sintesi),
oppure: Si viene sorpassati in malomodo da un'auto mettendo anche a rischio la nostra incolumità, si abbassa il finestrino e si urla MA'M'T!!!
mia madre = mammà

Prima di continuare con gli altri parenti necessita fare una precisazione su i nomi dei genitori; in rutiglianese, per enfatizzare il ruolo di capo della famiglia svolto da entrambi, al posto di attan'm e mammà si utilizzano u boss e a boss.

il fratello = u frat
tuo fratello = fratt
mio fratello = frat'm

la sorella = a sour
tua sorella = sor't (vale, per la sorella, quanto detto sull'uso della mamma nelle offese)
mia sorella = sor'm

per il nonno e la nonna non c'è differenza di genere se non nel generico dove cambia, naturalmente, l'articolo:
il nonno = u nonn
la nonna = a nonn
tuo nonno/tua nonna = non't
mio nonno/mia nonna = non'm o nono'nn

stessa cosa per lo zio e la zia:
lo zio = u z'j'n
la zia = a z'j'n
tuo zio/tua zia = zian't
mio zio/mia zia = zian'm

stessa cosa per il cugino e la cugina:
il cugino = u k'ggein
la cugina = a k'ggein
tuo cugino/tua cugina = k'ggin't
mio cugino/mia cugina = k'ggin'm
il procugino (cugino di secondo grado) = u strak'ggein

la nuora = a nour
tua nuora = nor't
mia nuora = nor'm

il genero = u scier'n
tuo genero = scenn'rut't
mio genero = scenn'rut'm

il suocero = u su'ækr
la suocera = a s'rouk
vi prego di non prestare orecchio alla corrente di pensiero che vuole, per suocera, il termine a bagash perchè risulta offensivo
mio suocero/mia suocera = so'kr'm
tuo suocero/tua suocera = so'kr't

passiamo ora alle declinazioni del verbo trovare
VERBO TROVARE – VERB AK’JE'

Modo indicativo - Moud ndikateiv Presente – Pr'send
io trovo – ji jak’j
tu trovi – tu jak’j
egli/ella trova – jidd/jedd jak’j
noi troviamo – nu ak’j’m
voi trovate – vu ak’jeit
essi trovano – jour jak’jn

Passato prossimo - Pass’t norm’l
io ho trovato - ji agghj ak’jt
tu hai trovato - tu ie ak’jt
egli/ella ha trovato - jidd/jedd j’v ak’jt
noi abbiamo trovato - nu aveim ak’jt
voi avete trovato - vu aveit ak’jt
essi hanno trovato - jour jav’n ak’jt

Imperfetto - M’berfet
io trovavo – ji ak’j’v
tu trovavi – tu ak’jeiv
egli/ella trovava – jidd/jedd ak’jæv
noi trovavamo – nu ak’jemm
voi trovavate – vu ak’jeit
essi trovavano – jour ak’jev’n

Trapassato prossimo - Trapass’t norm’l
io avevo trovato - ji avæv ak’jt
tu avevi trovato - tu aveiv ak’jt
egli/ella aveva trovato - jidd/jedd avev ak’jt
noi avevamo trovato - nu avev’m ak’jt
voi avevate trovato - vu aviv’v ak’jt
essi avevano trovato - jour avev’n ak’jt

Passato remoto - Pass’t d’assè
io trovai – ji ak’jibb
tu trovasti – tu ak’jist
egli trovò – jidd/jedd ak’jì
noi trovammo – nu ak’jamm
voi trovaste – vu ak’jast
essi trovarono – jour ak’jar’n

Trapassato remoto - Trapass’t d’assè
io ebbi trovato - ji avibb ak’jt
tu avesti trovato - tu avist ak’jt
egli ebbe trovato - jidd/jedd avì ak’jt
noi avemmo trovato - nu avemm ak’jt
voi aveste trovato - vu avist’v ak’jt
essi ebbero trovato - jour aver’n ak’jt

Futuro semplice - Futour norm’l
io troverò – ji ek’jè
tu troverai – tu ak’jè
egli troverà – jidd/jedd avak’jè
noi troveremo – nu amak’jè
voi troverete – vu itak’jè
essi troveranno – jour innak’jè

Futuro anteriore - Futour anderiour
io avrò trovato - ji evè ak’jt
tu avrai trovato – tu avè ak’jt
egli avrà trovato - jidd/jedd avavè ak’jt
noi avremo trovato - nu amavè ak’jt
voi avrete trovato – vu itavè ak’jt
essi avranno trovato – jour innavè ak’jt

Modo congiuntivo - Moud congiundeiv
Presente - Pr’send
che io trovi – ka ji jak’j
che tu trovi – ka tu jak’j
che egli trovi - ka jidd/jedd jak’j
che noi troviamo – ka nu ak’jeim
che voi troviate – ka vu ak’jeii
che essi trovino – ka jour jak’jn

Passato - Pass’t
che io abbia trovato - ka ji ajiv ak’jt
che tu abbia trovato - ka tu ajiv ak’jt
che egli abbia trovato - ka jidd/jedd aj’v ak’jt
che noi abbiamo trovato - ka nu ajiv’m ak’jt
che voi abbiate trovato - ka vu ajiv’v ak’jt
che essi abbiano trovato - ka jour ajav’n ak’jt

Imperfetto - M’berfet
che io trovassi – ka ji ak’jiss
che tu trovassi – ka tu ak’jiss
che egli trovasse - ka jidd/jedd ak’jass
che noi trovassimo – ka nu ak’jass’m
che voi trovaste – ka vu ak’jast’v
che essi trovassero – ka jour ak’jass’r

Trapassato - Trapass’t
che io avessi trovato - ka ji aviss ak'jt
che tu avessi trovato - ka tu aviss ak'jt
che egli avesse trovato - ka jidd/jedd avess ak'jt
che noi avessimo trovato - ka nu aviss’m ak'jt
che voi aveste trovato - ka vu aviss’v ak'jt
che essi avessero trovato - ka jour avess’r ak'jt

Modo condizionale - Moud condizion’l
Presente - Pr'send
io troverei – ji ak'jiss
tu troveresti – tu ak'jass
egli troverebbe – jidd/jedd ak'jass
noi troveremmo – nu ak'jass'm
voi trovereste – vu ak'jass
essi troverebbero – jour ak'jass'r

Passato - Pass't
io avrei trovato – ji avess ak'jt
tu avresti trovato - tu avess ak'jt
egli avrebbe trovato - jidd/jedd avess ak'jt
noi avremmo trovato - nu avess’m ak'jt
voi avreste trovato - vu avess’v ak'jt
essi avrebbero trovato - jour avess’r ak'jt

Presente - Pr'send
trova tu – jak'j tu
trovi egli – ak'jess jidd/jedd
troviamo noi – ak'j'm nu
trovate voi – ak'j't vu
trovino essi – ak'jass'r jour

Futuro - Futour
troverai tu – ak'jè tu
troverà egli – avak'jè jidd/jedd
troveremo noi – amak'jè nu
troverete voi – itak'jè vu
troveranno essi - innak'jè jour

Modo infinito - Moud infineit
Presente - Pr’send
trovare - ak'jè

Passato - Pass’t
avere trovato – avè ak'jt
Modo participio - Moud particeijp
Presente - Pr’send
trovante - ak'jant

Passato - Pass’t
trovato - ak'jt

Modo gerundio - Moud gerundj
Presente - Pr'send
trovando - ak'jann

Passato - Pass’t
avendo trovato - avend ak'jt

Per concludere, come al solito, un po' di fraseologia, questa volta sull'utilizzo del verbo trovare.

Desiderate qualcosa? Cosa cercate? - Ce sceit ak'jann?
Chi cercate? - C sceit ak'jann?
Si capisce che il "Ce" viene utilizzato per le cose e il "C" per le persone.

Come mai da queste parti? - E tu akkoum t j'akj do?
Andavo in giro senza meta e sono capitato da queste parti - Scæv c'ddann e m so ak'jt

Dove hai messo il biglietto? - Do si miss u b'gliett?
L'ho riposto nel cassetto del comò - U so sh'kaff't jind o t'rett du komò
In mezzo a quel casino? Sarà davvero difficile trovarlo - Miezz a kudd kasein? Vall'a'jak'j mo!

Hey, ma dove hai trovato quel cappotto?? Mi sembra un po' vintage. - Auè, do kazz (rafforzativo) u sì ak'jt kudd kappot?? P r'a'v'dè kudd d nono'nn!
Si vede che non capisci niente, questa è "l'ultima moda". - S væt ka na kapisc nudd (o nu kazz), kess je "l'ultima moda".

Da notare l'utilizzo dell'italiano per fare scena, come i molti intercalari inglesi che vengono utilizzati nel linguaggio comune; servono per denotare che si sono fatte tutte le scuole principali e pure qualche secondaria.

Per oggi può bastare, mi raccomando, st'd'jeit! (studiate!)

09 ottobre 2010

Made in China 3

La crisi c'è, si sa, che che ne dica il Premier e l'amico (suo, sia chiaro) Tremonti. La crisi c'è e qui bisogna cercare il modo per arrivare alla fine del mese allora ho ricontattato gli amici cinesi e gli ho chiesto se avevano ancora bisogno dei miei blog taroccati perché, è noto, in Cina taroccano tutto ed allora dopo i primi che gli ho proposto ed i secondi, gliene propongo altri.

Quadestinidirazza: Sito internet che offre nuove vite a chi è scontento della precedente

Nonsolomanna: Sito di e-commerce di prodotti biblici

Cattive lamiere: Prodotti scadenti per l'industria automobilistica

Sun of York: Sito per la promozione dell'abbronzatura in Inghilterra

La signora in rosso: Blog-sfogo si una donna con problemi bancari

Fumettista emotivo: Diaro online di un disegnatore molto timido

Indie cracker revolution: E-commerce di prodotti di panificazione indipendenti

03 ottobre 2010

Tanto per chiarire...

"Ci sono certi scrittori che riescono ad esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe"

Karl Kraus

01 ottobre 2010

Berlusconi alla Confcommercio: Io ho salvato il mondo

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Oddìo

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Ho le lacrime

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Basta, basta...

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