Ogni anno, di oggi, scrivevo una cosa qui o, meglio, lasciavo un semplice segno in memoria di un ragazzo. Quest'anno ci metto due parole anche se non so nemmeno io quali; da quel giorno nero di Genova ne sono state dette tante e non mi va di aggiungere frasi a frasi, tengo i miei pensieri per me, per rimanere stabile mentre vedi tutto che traballa intorno, vedi la schiuma alla bocca della gente, l'ignoranza che prevarica logica e umanità.Vedo un odio che aumenta giorno per giorno fomentato da chi da quell'odio ci guadagnerà soltanto. L'unico gesto che mi viene invece è un abbraccio, il gesto più semplice che c'è ma che, alla fine, renderebbe le cose migliori (a mio parere).
Ciao Carlo.
03 luglio 2017
Torno qui
Torno qui come si torna in una casa in cui hai vissuto tanto, chiusa da molto tempo. Come fosse la casa in cui sei cresciuto, tanto, ma in cui ormai non metti quasi più piede. Entro e guardo la polvere farsi pulviscolo nel controluce della porta, i lenzuoli che coprono i mobili, fantasmi delle mie parole passate. Non accendo la luce, vado a memoria fino alle finestre, le apro, faccio entraria aria e luce; tutto intorno scricchiola, sono le frasi che ho lasciato qui, si muovono come topi nei muri, ormai unici abitanti della casa. Guardo il salone principale riprendere i contorni che aveva anche se stento a riconoscerli, almeno al primo sguardo, poi la memoria mi ridisegna tutto, le parole, le persone, gli incontri, le risate e tutto il resto. Controllo che tutto funzioni, che ci sia elettricità, acqua, gas, come dovessi tornarci e forse succederà; volevo solo rendermi conto, tornare a quando versavo qui quasi ogni pensiero. Il divano è ancora comodo anche se, sedendomi, faccio alzare un po' di polvere, rovino la festa a qualche migliaio di acari che non si aspettavano di essere disturbati. Faccio il giro delle stanze, sorrido ai ricordi, ai racconti, e mi avvio verso la porta. Con la promessa di tornare.
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