Una birra non si dovrebbe negare a nessuno, ghiacciata, di frigo, con tanto di brina e con un po’ di fumo da escursione termica appena fai saltare il tappo a corona, e poi giù, in una prima lunga sorsata, con la bottiglia alta sul naso. Fai scendere il liquido socchiudendo un attimo gli occhi ed emettendo un bel suono soddisfatto, un sospiro di piacere, riportando la bottiglia sul tavolo, se sei seduto oppure all’altezza della pancia se sei semplicemente appoggiato al muro. Un attimo di silenzio e poi puoi parlare, sì, perché il companatico di quella birra è la compagnia, l’amico che beve con te e che ti fa da orecchio, o tu lo fai a lui. Non è detto che si discuta di questioni internazionali, a volte basta la giornata di lavoro o anche solo la tipa seduta due tavoli più in là; anche perché non è tanto quello che si dice ma solo il semplice scambiarsi le parole. Infatti, il più delle volte, è solo quello che serve, perché le parole ti stanno in testa e girano e vanno forte, a volte, e ti sbattono dentro la testa, e fanno male ed allora farle uscire è ciò che serve, ed una birra, semplicemente, le fa andare più veloci.
Una cosa che è rimasta a decantare su carta dal novembre del 2011, adesso ci vorrebbe proprio...