31 dicembre 2019

Fatalismi

Il lancio della moneta fa un tintinnio metallico per il tocco dell'unghia, uno solo, sale in alto fino a quando la spinta glielo consente; quando il vettore in salita equipara quello in discesa della forza di gravità la moneta ha un infinitesimale stallo in aria come fosse tutti i momenti del mondo e poi ricade, con una accelerazione non percepibile ad occhio nudo data la breve distanza. Presa al volo viene messa a mano chiusa sul dorso dell'altra mano e in quel momento è schrodingerianamente sia testa che croce, tutto e la negazione di tutto, il suo contrario; fino a quando, scoperta, rivela la risposta al cui destino il lancio era affidato, salomonica, senza meriti né colpe. Colui che lancia, per un attimo, ipnotizzato dal precedente volo a parabola della moneta, quasi non ricorda la domanda affidata al lancio giusto pochi istanti prima ed è tentato di lasciare tutto così com'è e rimettere la moneta in tasca, poi ricorda e, curioso come gli aruspici con le viscere, controlla l'esito del fato sulla sua scelta, abbozza un sorriso sghembo, rimette la moneta in tasca ed esce.