I pensieri sono come le punture di zanzara, appena vieni punto cominciano a prudere da pazzi, si arrossano, si gonfiano e tu vorresti strapparti la pelle purchè smettano di prudere; cominci a cercare una soluzione, gratti tutto intorno, come per delimitare, ma nulla, quella continua a prudere e allora cerchi di non toccarla, speri che si acquieti da sola, quella maledetta puntura, quel maledetto pensiero. Dopo un po' succede, il prurito diminuisce, piano piano, e ti rimane la bolla, meno rossa, che la guardi e pensi che, forse, prima, quando ti saresti inciso a vivo la carne purchè smettesse, forse, eri stato un po' esagerato. fai pure un sorriso, alla puntura, al pensiero. Però lo sai bene che non è mica finita lì, no, perché, seguendo regole tutte sue che nemmeno approfonditi studi hanno mai svelato, la puntura ricomincia, all'improvviso, a prudere di nuovo; forse perché, involontariamente l'hai sfiorata, forse perchè la puntura ha dentro un timer che segna quando deve ricominciare a prudere, forse non aveva mai smesso di prudere ma tu eri stato bravo ad ignorarla. Solo che le punture di zanzara, come i pensieri, non puoi ignorarli per sempre, no, prima o poi ricominciano a prudere, anche più forte di quando sono nate, sia la puntura che il pensiero, e di nuovo sei lì che ti gratti, prima con il dorso dell'unghia, cercando di essere leggero per non lasciare segni, poi sempre più forte, con il dritto dell'unghia, quasi a voler sovrastare il prurito con il dolore dei graffi, come spararsi nelle orecchie una musica credendo serva a non far battere il pensiero. E' inutile, si sa, ma non se ne può fare a meno, come una specie di riflesso condizionato. All'improvviso come è arrivato il prurito smette di nuovo e di nuovo pensi, guardando quella piccola bollicina, che, forse, eri davvero esagerato quando pensavi che avresti volentieri versato benzina sulla puntura e le avresti dato fuoco, con tutto quello che c'è intorno; però sai bene che è solo una tregua, la puntura, come il pensiero, tornerà a farsi sentire. In media, che ti gratti o non ti gratti, una puntura di zanzara prude per circa cinque giorni e quindi saresti portato a credere che, vista la similitudine, anche il pensiero, bene o male, dopo cinque giorni sparisce, e qui sta l'errore. La zanzara, quando ti punge, ti instilla dentro un po' del suo anticoagulante, perché mica può far di corsa, deve avere il tempo di bere, mica può stare lì a succhiare con le piastrine che si adoperano per tappare il buco, ecco, anche per i pensieri è così, anche loro, quando nascono, ti instillano un po' di veleno per poter fare con comodo. Ora, va da sè, la massa media di una zanzara è di circa 1 milligrammo, a parte quelle dei Navigli, a Milano, che pesano circa mezzo chilo; quella di un umano è circa 70 chili, a parte la mia che... vabbè, questa è un'altra storia. Un umano, quindi, è settanta milioni di volte più grosso di una zanzara, ve lo scrivo in cifre così vi fate un'idea, 70.000.000. I pensieri non nascono dalle zanzare, nascono dagli uomini, quindi, in proporzione, se una puntura di zanzara prude, a fasi alterne, a sorpresa, quando cazzo gli pare, in media, cinque giorni, un pensiero rimane, a fasi alterne, a sorpresa, quando cazzo gli pare, in media trecentocinqua milioni di giorni. 350.000.000 di giorni. Praticamente il pensiero rimane lì, ora più ora meno, circa 959.000 anni, un tempo, tutto sommato, ragionevole. Quindi, tu, pensiero che torni, io lo so e forse lo sai anche tu, che mi accompagnerai per tutta la vita perché, sinceramente, voglio campare a lungo ma novecentosessantamilionidianni mi pare una abominevole rottura di coglioni.