Guardo la notte dal finestrino del treno, un manto nero macchiato da qualche luce gialla. Un paesino viene lambito dal nostro movimento, quattro casupole su due strade in croce con dei solitari lampioni nella foschia. Si sente il silenzio che si poggia su quei tetti ed il ritmico avanzare del treno come il battito del cuore di un animale in corsa. Le quattro casupole sono già sparite lontano, veloci come sono apparse, tanto da chiedersi se esistano veramente o siano solo un miraggio del sonno. Come sospesi nel niente si va avanti, poche anime che cercano di raggiungere la loro meta, per alcuni più vicina, per altri ancora molto lontana; una meta che vedranno quando tutto quel buio sarà finito. Un paio di scompartimenti più in là, su un tavolo improvvisato, tre temporanei sodali ingannano il tempo ed il sonno giocando a carte. Più avanti c'è chi chiacchiera e racconta una vita, magari nemmeno la sua, magari quella che vorrebbe o che finge di avere, così immerso nella parte da credere a se stesso. Intanto la notte è lì, fuori dal finestrino, che ci guarda con le sue isole di luce, segni di vite che si dipanano. La notte è appena iniziata, non è nemmeno arrivato ancora il nuovo giorno, gli occhi pizzicano un po' ed il silenzio rimbomba nelle orecchie con il sottofondo della vita raccontata dal tizio vicino. Una bici sulla strada lì fuori, una striscia che sembra finta, una vita che si muove. La notte si fa tante domande e fa compagnia, appiattisce un po' le persone, le livella per poco tempo, il tempo giusto di spostarsi da una luce all'altra.
E' un po' che non scrivo, ripesco questa cosa dai miei block-notes visto che a Porzione piacciono tanto i post di "Baol in treno" e la settimana scorsa è stato il suo compleanno.
E' un po' che non scrivo, ripesco questa cosa dai miei block-notes visto che a Porzione piacciono tanto i post di "Baol in treno" e la settimana scorsa è stato il suo compleanno.