Dalla finestra aperta mi arriva un po’ della brezza di mare, me ne faccio poco, con questo caldo, ma è meglio di niente; meglio di sudare anche soltanto respirando. Mi sposto sul balcone di questo albergo con poche pretese, affacciato sulla sabbia; vedo la costa puntellata di luci, l’afa rende opaca anche la notte e la luna, enorme, è velata ai bordi. Un refolo un po’ più forte mi porta sollievo e una sensazione di musica; decido di scendere a passeggiare sulla riva, con la scusa di stancarmi e rinfrescarmi con in piedi in acqua ma, in realtà, mi spingo ad inseguire quell’ipotesi di melodia che m’ha rapito. La sabbia mi concede passi incerti, le impronte dietro di me spariscono nella risacca; la musica è un po’ più forte, riesco a stabilire da dove arriva e la scelgo come meta, in fondo una strada vale l’altra se vuoi solo camminare. Supero uno stabilimento balneare con il suo plotone di ombrelloni chiusi e lettini ripiegati; ora percepisco perfettamente tutte le note, la melodia è una schermaglia di scale, come la danza di accoppiamento degli scorpioni: un tango suonato dal vivo. La musica proviene da una milonga improvvisata su assi di legno sporche di sabbia; tangueri vestiti di tutto punto ballano concentrati e mi perdo nel loro intreccio di gambe, nei loro sguardi profondi, nel loro muoversi portandosi l’un l’altro. Alla fine di una lunga tanda le coppie si sciolgono dall’abbraccio e sciolgono le loro maschere in sorrisi pieni di vita, ringraziano con un applauso i musicisti ed il loro compagno o compagna. Ritorno sui miei passi ancora inebriato, con dentro la stanchezza serena del loro ballare.
Questo frammento lo scrissi quasi un anno fa per un altro blog che, tristemente, ha fatto una bruta fine, lo ripropongo qui perché m'è capitato di parlare di tango...
9 commenti:
Manda il racconto a uomo in cammino :-)
E ricordo pure dove :)
"E dico che l'amore è un Tango
E che si balla sempre in due
Usciremo da questo fango
Con le mie gambe e con le tue
Sì, l'amore è un Tango
E la vita è una Milonga
Un giorno passo su passo
Un altro onda su onda
Toccheremo la sponda è sarà felicità"
Negrita
:)
beh avevi fatto loro un bel regalo
....si sente la brezza, senza che spiri un alito di vento...
A 'sto punto ti ci piazzo il mio controtango appositamente nato in loco..
Improvvisata alla milonga (parallelismo ispirato da un ispirato Baol)
Si dice killer professionista di quelli come me. Uno che vive in una bolla tutta sua. Attento all'attimo. Programmando l'istante, dove nulla può essere lasciato al caso. Né prima né dopo.
Tanto meno durante.
Sono uno che dorme poco di suo, figuriamoci con questo caldo, e questo doppio appuntamento poi. Uno che non s'innamora, che non s'entusiasma. Non nutre rimpianti o concepisce rimorsi, o forse ne ha solo cancellato il significato, lo stimolo, una remota causa.
E stanotte li uccido, come da contratto.
L'attenzione dovrà moltiplicarsi. Si muovono protetti, da mesi.
Vero è che mai si aspetterebbero un agguato tra la folla.
Servirà per generare maggiore confusione e dileguarsi più velocemente, ma non bisogna dare assolutamente nell'occhio.
Questa brezza di mare acido non attutisce il caldo dell'anonimo albergo scelto con cura.
Ma ormai è ora.
Il buio ingoia tutto, tranne la luna che, anzi, vela di opaco la riva orlandola di quieta risacca.
Non sanno che sto arrivando. Men che mai dalla spiaggia.
La sabbia concede passi incerti ed un anonimo procedere.
Il bagnasciuga cancella opportunamente le orme. Solo ombre immobili al mio passaggio, supero uno stabilimento coi suoi ombrelloni silenziosi di guardia, testimoni mai accreditati.
Riesco a stabilire l'origine della musica. L'ultima musica estiva della mia meta.
Non anima viva attorno, come speravo, come sapevo.
Solo il mio respiro cadenzato, e la mia Beretta sotto la giacca ripiegata.
Ora percepisco perfettamente le note in lontananza, scorgo i lineamenti dei miei bersagli che neanche immaginano con quale armonica melodia verranno investiti da una schermaglia piombata di tutto punto, e tutt'altro che improvvisata, al contrario di questo perdersi nell'intreccio di sguardi e gambe che soffrono l'estemporaneo palco di tavole irregolari.
Al termine di un requiem tangato, mentre la tensione si liquefa e la pista si anima, l'applauso ai musicisti dissimula una nuova e definitiva danza: quella della mia calibro 22 che scioglie i sorrisi in maschere di sangue.
Ritorno cauto sui miei passi ora, ancora inebriato con dentro la stanchezza serena del loro ultimo ballare.
a me ricordi il mare... e l'argentina!
WOW BAOL E WOW FRANCO BATTAGLIA!!!!
@ Francesco: Se non sbaglio lo lesse su quel blog :)
@ Pippa: Sì ;)
@ E.: Mi piacciono i Negrita ;)
@ amanda: Grazie :)
@ franco battaglia: Me lo ricordavo ;)
@ Federica: Bei ricordi, spero...
@ Gata: WOW a te ;)
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