La strada scende veloce dalla collina, ripida e storta come la schiena di un mulo anziano; è fatta per lo più di brecciolino di seconda mano, di terra battuta dalla costanza delle ruote, di sassi di altri pianeti arrivati di nascosto, o almeno così pensavo, allora, mentre a perdifiato, in bilico sulle due ruote della mia scalcinata bicicletta mettevo a dura prova le leggi della fisica che allora nemmeno conoscevo. Forse era per quello che riuscivo a curvare dove, invece, anche la più stupida delle forze centrifughe avrebbe dovuto farmi sbattere contro il muretto a secco che la seguiva lungo tutto il suo serpeggiare, fino al paese. Avrebbe dovuto farmi incontrare quelle pietre messe ad incastro preciso senza nemmeno uno sputo di collante, un'ombra di cemento, e da lì, in volo radente, andare ad abbracciare uno dei tanti alberi di ulivo che riempivano i terreni a destra e sinistra di quella strada. Certo, avrei potuto anche andare più piano, non ci fossero stati tre cani, randagi ed incazzati, che avevano deciso che io, la bici e soprattutto i miei polpacci, eravamo adatti ai loro denti. Non che non sapessi dei cani quando mi ero avventurato, in salita, su per la collina ma forse erano stanchi, forse troppo occupati con la loro noia, mi avevano lasciato passare e quindi, in fase di discesa, mai avrei pensato che, giunto alla prima curva, me li sarei visti arrivare, abbaianti e ringhianti, zappando la terra con le zampe nella foga di avere tutta la velocità del mondo per raggiungermi. Sia lodata la discesa e la forza di gravità, che allora, come detto, non conoscevo, perché, per quanto folle mi consentirono di arrivare indenne, nonostante le curve, ai piedi della collina, dove c'è la fontana.
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17 commenti:
guarda, vale anche se corri. anzi, vale di più.
Mi sembra tutto molto vivo.
qualcuno dice che gli angeli custodi dei bambini abbiano due "cosiddetti" grossi così; qualcuno dice che se non è il tuo momento non c'è discesa ripida che tenga
Non conoscevi fisica, ne' gravità, e neanche la noia di un cane accovacciato e men che meno il pianeta d'origine di molto di quel brecciolino.
Come potevi gustare l'attesa di una paura sconosciuta, che solo in quell'istante ti morde dentro come e più d'un cane il polpaccio?
Sei giunto alla fontana indenne, e la paura dissolta.
Solo con gli anni hai scoperto dove avventurarti con cautela.
Su un blog, ad esempio..
:-)
Questo racconto profuma di Puglia. Saranno gli ulivi.
Ho il fiatone
come un vivido ricordo. Bello.
che ansia. mi sento ancora in mezzo al polverone di terra che hai sollevato con la sterzata.
(bello!)
che ansia. mi sento ancora in mezzo al polverone di terra che hai sollevato con la sterzata.
(bello!)
un racconto avventuroso... mozzafiato, ma dal lieto fine :)
un abbraccio
Sempre sia lodata!
@ Francesco: Sì, vale di più, in effetti...
@ Mareva: Il trucco sta lì, sembrare...
@ amanda: E spero che continuino ad averli, grossi così!
@ franco battaglia: Ne sto mettendo troppa, di cautela...
@ zefirina: ;-)
@ MichiVolo: Sì, saranno quelli...
@ E.: Ma nooooo
@ Zion: Del tutto inventato...
@ iofemmina: Bevi qualcosa, una birra?
@ albafucens: Una volta tanto...
@ Coffee Girl: Sempre...
Quando leggi e nel frattempo vivi la scena... scrittura coinvolgente!
Bello!
(DonnaOrdinaria... e i mille nick che mi porto appresso)
Sono stata rincorsa da un cane, andando in bici, lungo un argine isolato... ricordo bene la fifa che mi faceva pedalare talmente veloce da perdere il giro dei pedali e quello che mi abbaiava e perdeva saliva a pochi cm dal polpaccio!
Che paura tremenda.... e questo post me l'ha fatta rivivere tutta quanta, mannaggiattè!! :DDD
@ DonnaOrdinaria: Grazie :)))
@ Gata: allora ha funzionato :))
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