08 aprile 2015

Storiella zen

Un giorno, mentre camminavamo per il centro della città, chiesi al mio maestro “Maestro, come si fa a capire le persone?”, come suo solito mi guardò sorridendo e non mi rispose subito, mi disse solo “Seguimi”. Camminammo molto e attraversammo tutta la città; lo scenario cambiava ai miei occhi, passando dal centro pieno di attività commerciali e di gente indaffarata a zone residenziali con giardini e madri con figli, fino ad arrivare all’estrema periferia, nei quartieri più popolari, con case mal tenute e bambini lasciati giocare e urlare liberi e senza controllo. “Perché siamo venuti fin qui?”, chiesi al mio maestro, “Eravamo nella zona più ricca, in mezzo alla gente ed adesso siamo qui, in mezzo al degrado, con gente che ci guarda con sospetto; non mi sento a mio agio”. Il maestro nuovamente mi guardò e disse “Mi hai chiesto tu di spiegarti come si fa a capire le persone. Dici di non sentirti a tuo agio, siamo sempre nella nostra città, non siamo in un posto diverso, abbiamo solo percorso pochi chilometri eppure ti senti estraneo. Per capire davvero una città non puoi fermarti al centro, devi conoscerne anche la periferia; così è con le persone, devi guardare la loro periferia”, “Non capisco bene maestro, le persone hanno una periferia?”, “Sì, giovane allievo, è il contorno delle loro azioni, delle loro parole. Per capire una persona devi ascoltarla anche nelle pause di quello che dice, non solo nelle sue parole; devi essere attento ai gesti che nemmeno loro sanno di fare, a dove guardano i loro occhi. Ti accorgerai che magari il condottiero più coraggioso, mentre ti parlava, ti ha rivelato la sua paura più profonda. L’errore più grave che tu possa fare è quello di credere che una persona sia una facciata liscia perché, in realtà, è un mosaico sfaccettato ma devi cambiare la tua prospettiva per riuscire a scoprire tutte le sfaccettature, devi impegnare tutti i tuoi sensi e non concentrarti su uno solo. Devi ascoltare non solo quello che dicono davanti ad un pubblico ma anche quello che sussurrano quando credono che nessuno li ascolti; quella è la periferia delle persone. Ti senti osservato qui, in un posto sconosciuto, ti sentivi sicuro, in centro; eppure ogni mercante sorridente avrebbe voluto truffarci mentre qui, prima, ho fatto cadere il mio sacchetto di monete ed ora ce lo stanno riportando”. Un ragazzino di poco più di dieci anni, infatti, ci avvicinò timoroso e mise nelle mani del mio maestro il sacchetto tintinnante, ricevette una moneta come premio, ringraziò e scappò via.

21 commenti:

Francesco ha detto...

Insomma, alla fine trionfa il lieto fine. ...:-)

.... quanto meno da un punto di vista monetario!

Cristina ha detto...

Una versione più estesa del motto: Mai giudicare dalle apparenze. :)

(Personalmente mi piace più l'intera storiella :D)

amanda ha detto...

già, le periferie....

dtdc ha detto...

Infatti: dentro di me trovo Piazza Politeama ma anche un pezzetto di Zen, appunto. Quando qualcuno fugge lambendolo, me ne faccio una ragione. Non accetta tutto me, ma solo una parte. che relazione sarebbe?

diamanta ha detto...

è il lieto fine che non mi convice....

Ernest ha detto...

bella e come al solito scritta molto bene... purtroppo credo che siano troppi quelli che si fermano al centro, trascurando la periferia

Anonimo ha detto...

sono d'accordo, baol. io mi perdo troppo nella periferia, a volte. ne scrivevo proprio oggi... credo sia anche una questione di selezione, di taglio dell'inquadratura, di attitudine mentale a considerare questo o quell'altro. (grazie!)

Franco Battaglia ha detto...

Che bello Baol che sei.. comunque se dovessi passare al Laurentino 38, qui a Roma, gaia periferia di chiari contorni e luminose pause, vedi de non fatte casca' nessun sacchetto tintinnante che manco voto te lo riportano... ;)

Carmine ha detto...

devo dire che è un argomento molto interessante quelli di conoscere la periferia delle persone, imparato molto

Arthur ha detto...

Manu mi ha suggerito di venire a leggere quello che avevi scritto ed io l'ho fatto, scoprendo piacevolmente di essere perfettamente d'accordo con quanto hai scritto.

Riuscire a leggere ogni sfaccettatura di quel volto... un obiettivo? Provarci quanto meno. :-)

DT Suzuki ha detto...

È carina, ma con lo Zen non c'entra proprio niente, a cominciare dal fatto che istituisce un dualismo fra dentro e fuori, fra centro e periferia, che dello Zen è proprio il contrario.

Diciamo che è un apologo o una parabola, come quelle del Vangelo.

Viviana B. ha detto...

Tralasciando il fatto che, da un punto di vista puramente formale, ha ragione DT Suzuki (ma escludo sia questo il punto), è proprio un bel racconto: molto ben scritto e, soprattutto, molto vero. Spesso rivelano più i silenzi che le parole.

Franco Battaglia ha detto...

Anche se Suzuki dovrebbe avere più dimestichezza con la paraboliche che con le parabole..

Anonimo ha detto...

Bella storia...importante ascoltare i silenzi..notare i dettagli di una persona, ascoltarla in tutta la sua completezza...poche parole fanno "sentire"...
Complimenti!

Egregius ha detto...

c'è una splendida canzone di Renato Zero...molto vecchia..."periferia"...

Arianna Marangonzin ha detto...

Bellissimo post!
Buon weekend.

Baol ha detto...

@ Francesco: Non puntavo a quello, però ;)

@ Cristina: Più che altro è un invito a guardare bene tutto prima di giudicare ;)

@ amanda: Già...

@ dtdc: Guarda Doc, non so, la mia voleva solo essere una storia per invitare a guardare con attenzione tutto per capire le persone ;)

@ diamanta: Il lieto fine è solo il fumo, l'arrosto è ciò che c'è prima...

@ Ernest: Sono tantissimi, sì :(

@ manu: Ed invece ti ci devi vùperdere, devi guardare tutto, altrimenti avrai solo una visione parziale, soprattutto delle persone :)

@ franco battaglia: Presterò attenzione ;)

Baol ha detto...

@ Carmine Volpe: Ne sono contento :)

@ Arthur: Provarci sempre, sì, lo si deve a noi e a chi abbiamo davanti ;)

@ DT Suzuky: Ok, diciamo così allora :)

@ Viviana B.: In effetti puntavo proprio a quello che dici tu :)

@ franco battaglia: Ahahahahahah

@ Anonimo: Grazie

@ Francesco Fagioli: Non la conosco :(

@ Arianna Marangozin: Grazie :)

Valeh ha detto...

Grazie per questa storiella, mi serviva!

Gata da Plar - Mony ha detto...

Non so come fai e te l'avrò già scritto altre volte, ma ogni volta che torno a leggere il tuo blog, è come tornare a casa....
Grazie Baol

Baol ha detto...

@ Valeh: Prego :)

@ Gata: Grazie a te per le tue parole :*