Leggenda vuole che quando, all’età di dodici anni, il Bomma venne a sapere che in Medio Oriente gli eunuchi erano addetti al controllo delle donne negli harem decise su due piedi che quello sarebbe stato il suo lavoro, da grande. Si chiamava Bomma perché, quando dovevano decidere il nome, il padre, patito della vela, voleva chiamarlo Timone, per celebrare questa sua grande passione mentre la madre, invece, voleva chiamarlo Pampero. Alla fine la donna convenne che quella del marito fosse una passione più celebrabile e gli chiese soltanto di scegliere un nome meno fraintendibile ed egli scelse “Boma”, solo che l’impiegato dell’anagrafe era di origine sarda e finì per registrarlo come Bomma. Avuta l’epifania sul suo futuro, il Bomma, pieno di eccitazione corse a dirlo a suo padre. Alcuni agiografi raccontano che andò direttamente dal padre, altri che, prima, fece tappa in bagno. Alla notizia “Da grande voglio essere un eunuco” il padre rimase molto colpito, come rivela il referto del cardiologo del pronto soccorso. Mentre lo portavano via in barella il padre del Bomma cercava di spiegargli cosa sognava per lui, con frasi spezzate diceva: “Tu devi navigare, tu devi gridare ordini, TU DEVI DIRE ‘CAZZATE’!!”, “Va bene papà” disse il Bomma. Il comportamento successivo del ragazzo fa chiaramente capire come, in quel caso, egli fraintese ampiamente il padre. Ormai però il sogno di diventare eunuco era radicato dentro di lui, già si immaginava prendersi cura delle trenta vergini dell’emiro. confessò il suo sogno alla madre che, domma pragmatica ma molto diplomatica, cercò di far capire al figlio cosa implicasse tale scelta; gli disse: “Per farlo bisogna andare a Casablanca. Devi darci un taglio!”. Vuoi per la discrezione di quella santa donna che, non volendo scioccare il figlio, usò circonvoluzioni, vuoi per la caratteristica del Bomma di fraintendere, fatto sta che il bambino si immaginò che a Casablanca ci fosse una scuola di formazione per eunuchi e che, dato il costo elevato, doveva smettere di chiedere. Fu così che decise che, appena possibile, si sarebbe trovato un lavoro per guadagnare i soldi per la scuola di formazione. Raggiunti i sedici anni, col suo sogno ben piantato nel cervello, il Bomma trovò lavoro nel settore dei pezzi di ricambio: procurava 127 per Antonio Gagliardi, detto Tonino lo scanna pecore, meccanico di contrabbando. Lavorò alacremente e quando portò a Tonino una 128 nuova fiammante fu promosso a responsabile spedizioni all’estero. Anche in quel caso corse dal padre a raccontare la lieta novella ma lo trovò che bestemmiava in aramaico perché gli avevano fregato la 128 appena presa dal concessionario, ed allora evitò di infastidirlo. Quando compì diciotto anni il padre lo chiamò nel suo studio e gli disse: “Ormai sei un uomo, pensavo di regalarti una 127 usata”, “Grazie papà, me ne occupo io.”; un po’ perplesso dalla risposta continuò il discorso che si era preparato: “Mi sembra sia anche il momento di parlare di api e fiori”, “Papà, lo sai che sono negato per il giardinaggio, ho fatto morire i fiori in salotto ed erano di plastica.”, “No, figliolo, intendo parlarti di sesso.”, “Aaaah, ma mi ha già spiegato la mamma.”, “La mamma?”, “Sì, mi ha raccontato una roba di spinotti delle cuffie e di sterei in cui si mettono”, “E che altro ti ha detto?”, “Che secondo lei farò ancora un sacco di karaoke”. Sceso il silenzio glaciale nella stanza fu il Bomma a romperlo: “E poi papà, io sono negato con le donne.” e lì il padre sorrise e disse: “Conquistare le donne è facile, basta farle ridere” ed anche lì pare che il Bomma non capì bene bene perché la sera stessa andò dalle nigeriane sul lungo Po con un libro di Gino Bramieri. Quello però fu solo un intoppo nella carriera di casanova del Bomma anche perché le cronache lo descrivono come “l’uomo capace di ingravidare una donna con lo sguardo”; certo, ci sono delle malelingue che aggiungono “perché non può farlo con nient’altro” ma sono soltanto malelingue, anche perché tanto era il successo del Bomma con le donne che l’università fece uno studio intervistando quelle che avevano avuto a che fare con lui; studio da cui appare chiaro come il Bomma fosse un amante instancabile ma anche una persona dal cuore puro. Pubblichiamo, di seguito, un piccolo stralcio di tali interviste:
D. Il Bomma è una persona di cuore?
R. Ce l’ha come un bambino di cinque anni.
D. Com’è, a letto, il Bomma?
R. Ce l’ha duro come la pietra.
Certo, gli ultimi studi hanno ipotizzato che, a causa di disguidi in fase di catalogazione, le risposte qui sopra vadano invertite. La carriera di casanova del Bomma finì il giorno che incontrò quella che sarebbe poi diventata sua moglie; era, come suo solito, in discoteca e quando lei lo vide ballare non potè fare a meno di correre da lui: era infermiera e pensava che stesse avendo un attacco epilettico. Chiarito il disguido fu amore a prima vista, lei era miope. Il Bomma però non aveva mai rinunciato al suo sogno e un giorno, mentre erano a letto abbracciati, lui le disse: “Amore, da quando ho dodici anni il mio unico sogno è fare l’eunuco.”, lei lo guardò spalancando gli occhi e disse: “Ma guarda che per diventare eunuco devono toglierti l’uccello”, lui mise le mani sula bocca, terrorizzato “No! Ci tengo troppo a Twitter”, sottolineando ancora una volta la sua perspicacia.
Ribadisco che, a volte, ci sono personaggi su Twitter che mi scatenano la fantasia.
20 commenti:
ma perchè Torino ? qui sono curiosissimo Baol !!!!!!
@ Francesco: Beh, semplice, il Bomma vive lì (sì, esiste davvero il Bomma)
ahahahah mi è piaciuta tantissimo
grazie per la risata, che con tutta st'amarezza in giro...
ciao :)
Ahaha il mio nuovo idolo! Da grande voglio fare anch'io l'eunuco!!!
Bellissima storia!!
E alla fine... vero, difficile fare gli eunuchi al giorno d'oggi: tutti vogliono twittare!
Moz-
un mito il Bomma :D
ah ah praticamente trattasi di spunti 2.0 :-)
troppo forte...il finale è da premio nobel per la letteratura ;-)
Ho riso fino adesso, ma ora BASTA. Divento serio. Insomma, porcaeputtana!!!!!
Non so se è il racconto migliore che tu abbia mai scritto (mica posso conoscere a memoria tutta la tua letteratura), ma (porcaeputtana) in questa occasione sei stato particolarmente ispirato.
Sono stato felice di averlo letto (ben tre volte) mentre ero in banca a far la fila per pagare la Tasi (porcaeputtana);l'ho dovuto fare io perchè Cato, il mio servitore filippino, non interpreta ancora bene la lingua italiana.
Il Grande spirito dello zio B. è entrato in te (metaforicamente parlando) e ti ha introdotto nella vasta prateria del nonsense. E il bello è che non ti sei neanche perso.
Bravo.
Mi è piaciuto veramente tanto, ma adesso (porcaeputtana), ti saluto e ti abbraccio perchè sto entrando in casa e sono un filo preoccupato per l'imboscata frigorifera.
Quando leggo 'ste cose ti cazzerei la randa in testa.. ;)
@ S.: Mi fa piacere aver portato un po' di ilarità in mezzo all'amarezza ;)
@ Cervello Bacato: Sei sicuro sicuro?? :D
@ MikiMoz: Sai com'è, ci si affeziona, all'uccello :P
@ amanda: Effettivamente :D
@ Ernest: Io prendo spunti da qualsiasi cosa :D
@ zefirina: E che mi occupo, di carte??? :D
@ Granduca di Moletania: Adesso tu (porcaeputtana) vuoi farmi credere che i tuoi F24 sono inferiori a € 1000 e che non devi fare l'invio telematico?!! Di la verità, hai accatastato il castello come stamberga, vero???
Grazie per i complimenti amico mio, mi hanno reso felice ;)
@ franco battaglia: Meglio che non ti dico cosa farei io con lo spinnaker :DDD
Beh...son vocazioni pure queste. :-)
Ahhh come si sente l'influsso del buon Zio Benni. Bello, bello.
ma come si chiama la sorella di Bomma?
@ Caigo: Grazie, spero che l'influsso continui ad affluire :)
@ endi zilba: Randa, ma tutti la vogliono cazzare.
Ah,quanto mi hai fatto ridere con questo racconto!! Sei bravissimo Baol ! Grazie per questa bella risata!!!
@ vitty: Grazie a te per i complimenti :))
E meno male che esistono questi personaggi che ti scatenano la fantasia!!! :D
@ la Cri: E allora speriamo di venire ancora ispirato :)
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