Sono stato fuori per lavoro, torno e mi ritrovo 677 post da leggere. Ora, mi capirete se vi dico che non ce la posso fare, vero? Bisogna avere una certa predisposizione, in certi momenti della vita, per prendersi dei compiti improbi. Credo che farò una specie di tabula rasa e attenderò i nuovi post ma, detto questo, vi devo un aggiornamento sul miocardo ballerino, mi pare giusto. Dopo aver scoperto, tenendomi sotto controllo 24 ore di seguito, che il cuore balla abbastanza, all'incirca il 20% del suo tempo lo passa a ballare, a quel punto o lo mandavo ad "Amici" oppure provavo a vedere se fosse una cosa con cui ci si può convivere. Vi dirò, l'opzione "Amici" l'ho anche valutata, già me lo immaginavo in sfida con il mio fegato, un grande attore drammatico, quello; poi mi sono detto che era meglio di no, che magari non avrebbe retto un cazziatone della Celentano e l'avrebbe mandata a cagare in diretta sotto un tripudio d'applausi, ma questo sarebbe stato il meno, lo avrebbero intervistato e avrebbe parlato. No, meglio di no. Ho deciso che era meglio la seconda opzione ed ho trovato un posto dove fare la prova da sforzo; mi hanno messo su una cyclette con degli elettrodi sul petto, con uno sfigmomanometro al braccio destro che mi prendeva la pressione ogni due minuti, ed ogni due minuti quella cyclette diventava sempre più dura. A quanto pare il mio miocardo quando si impegna negli sforzi, smette di ballare e quindi, alla fine, tutto bene. Ho guardato il medico che mi diceva che era tutto ok ed ho chiesto perchè, al mio cuore, piacesse tanto ballare e lui m'ha detto che era probabilmente colpa di una miocardite; devo aver fatto una faccia a punto interrogativo perché mi ha subito detto che, semplicemente, una bronchite, da piccolo, mi deve aver creato una cicatrice nel cuore che, deviando il flusso del sangue, crea la musica su cui il cuore balla. "Una cicatrice nel cuore", detto così sembra il titolo di una telenovelas brasiliana, lo so, però non ho potuto fare a meno di pensare, ancora una volta, che tutta questa storia ha un che di poetico (e anche di molto indicativo) perchè questa cicatrice ha un effetto, una deviazione, un controcanto. A quel punto il medico, dopo avermi ribadito che stavo benissimo, alla fine, mi ha detto che ero un paziente asintomatico perchè il ballare del mio cuore, alla fine, non mi infastidisce ma, se volevo, c'era anche il modo di farlo smettere di ballare: prendere una pillola ogni giorno oppure, addirittura, farsi infilare una sonda dalla gamba, fino al cuore, bruciare un po' di cellule per creare un'altra cicatrice che annulla l'effetto della prima; questo è un po' come il "chiodo schiaccia chiodo" sentimentale, alla fine. Ho guardato il medico ed ho detto di no, sapevo che avrei detto di no, non mi sottopongo ad un intervento, non inizio una terapia all life long, non elimino, non cancello: non è il mio stile.
Comunque, vi dicevo, prima, che sono stato fuori per lavoro, ormai è una trasferta all'incirca mensile, certo, è pesante, per ora dà piccoli, piccolissimi, frutti ma sento di doverla fare, finchè resisto devo continuare. Naturalmente ho cercato, come sempre, di vivere (in questo specifico caso "sopravvivere") ogni volta che torno, ed ogni volta è sempre più di quello che dovrebbe essere, nel bene e nel male; ogni volta emetto tante di quelle parole che mi stupisco sempre che quelle non dette siano, ogni volta, molte molte di più. Le parole non dette, secondo la medicina naturale, sono la causa del reflusso gastrico di cui soffro e, forse, dovrei cercare di guarire un po', non credete? Dovrei dirle quelle parole che, ancora una volta, per quieto vivere, per rispetto, per amicizia, per amore, non ho detto; ogni tanto lo faccio, tipo il post precedente, o alcuni altri che, fortunatamente, scrivo ma sono sempre troppo poche e sono sempre quelle meno importanti, perchè magari non vuoi perdere le briciole ed allora approvi, abbozzi, sorridi, ti concedi magari una piccola alzata di testa ma è solo per illuderti un po' ma la verità è che le parole vere, quelle che dovresti dire perchè sono quelle giuste, te le tieni dentro perchè tanto, dall'altro lato, da te, non si vogliono sentire, saranno sempre "sbagliate".