Sono anni che non scrivo una recensione, agli albori del blog la facevo per ogni libro letto, mi divertivo; ora sono un po' arrugginito ma questa recensione ci tengo particolarmente a farla. Il bello di avere un blog da tanto tempo è che, negli anni, ti ha permesso di incrociare un sacco di persone, amici, di conoscere tante vite ed io ho sempre pensato che ogni persona, ogni vita, racconta una storia, bella o brutta che sia; il blog non mi ha mai deluso, tutte le persone che ho conosciuto, tutte quelle che conoscerò, mi hanno sempre fatto crescere, migliorare. Tra queste persone che ho conosciuto ci sono anche Nathan e la Francese (e la maghetta), dopo anni di conoscenza virtuale, finalmente, quest'estate sono riuscito a materializzarli, ed è stato davvero un piacevole incontro che mi ha confermavo tutto quello che già pensavo di loro. Tutta questa premessa per dire che Nathan, al secolo Fabio Mazzoni, ha scritto due libri che, a distanza di mesi, ho divorato in pochissimo tempo; due libri diversi ed uguali, un romanzo ed una raccolta di racconti. Sono due libri autoprodotti e dopo averli letti sono qui che mi chiedo perché siano autoprodotti, nel senso che non capisco perché nessuno abbia avuto l'idea geniale di produrglieli, al buon Fabio. Lo so, ora direte: "Tu sei di parte, siete amici", ok ok, è vero che siamo amici e che Fabio mi sembra, ad occhio, un buon amico, un buon fratello maggiore. Uno zio no, gli zii, spesso, se scrivono, sono molto presuntuosi. Però vi assicuro che sono obiettivo, i libri sono molto belli e meritano di essere letti. Mi accorgo ora di non aver ancora scritto i titoli, dei due libri, presto fatto: il romanzo si intitola "La voce del muto" e la raccolta di racconti "Quaranta chilometri ed altri racconti"; non vi sto a raccontare nulla sui libri, se non che il romanzo l'ho divorato in un giorno ed i racconti, spesso, mi hanno fatto sognare e ricordare. Potete tranquillamente saperne di più andando sul sito la voce del muto, da lì viene facile farsi un regalo (o due) e comprarsi i libri; secondo me vi piaceranno un sacco.
07 ottobre 2013
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15 commenti:
E' vero Baol caro, il blog a volte ci fa dei bellissimi regali, che si materializzano con qualche incontro, purtroppo troppo raro, tra blogger.
Non dico di non essere stata mai delusa dal web, tu sei stato molto fortunato, ma qualche amico vero l'ho incontrato anch'io e mi riprometto sempre , quando queste mie acque si saranno calmate, di poter radunarne parecchi a casa mia!
Chissà, tu ci staresti?
Vado subito a scoprire questo tuo amico magico , perchè i tuoi suggerimenti mi hanno molto incuriosito..
Grazie di cuore e alla prossima+++++
Super Baol, che bella sorpresa!
Hai proprio ragione, sai? Nonostante il mio essere asociale, grazie al blog ho conosciuto, virtualmente e non, persone meravigliose. Devo ringraziare lui per questo e per tante altre cose.
Anch'io vado a curiosare dal tuo amico...
Grazie dei consigli libreschi :)
Io comunque non mi ritengo affatto deluso dalla gente conosciuta via blog!
Moz-
consigli sempre preziosi... prendo nota
Io sono piuttosto nuova nel mondo web, ma sono molto entusiasta delle persone che sto conoscendo, andrò a curiosare dal tuo amico, ciao Baol
come resistere dopo una tale recensione
Mi dispiace caro Baol, può darsi che io mi perda una grande lettura, anzi due, ma per principio non leggo libri autoprodotti. Ho un paio di romanzi finiti da un pezzo e una serie di racconti, ma non li autoprodurrò mai.
Sono del parere che uno scrittore debba essere pagato e non pagare per essere pubblicato Ci rinuncio piuttosto. Continuo a spendere soldi mandandolo a case editrici che rischiano i loro soldi. Finora ho pubblicato due romanzi e una raccolta di poesie. Chi se ne è accorto? Pochi ma io ho avuto un contrato esente da qualsiasi pagamento.
Ripeto mi spiace, ma non li leggerò.
grazie delle recensioni cosa elggono gli altri sono la migliore indicazione
@ Nella Crosiglia: So bene di essere stato fortunato e che il web, come la vita, riserva anche sorprese spiacevoli; quanto all'incontro tra blogger, beh, se posso non mi tiro indietro :)
@ Nathan: E' stato un piacere, fratellone! ;)
@ Ade: E' uno dei motivi per cui non riesco ad abbandonare il blog, gli devo troppo...
@ MikiMoz: Nemmeno io, l'ho scritto! ;)
@ Ernest: ;)
@ Brunella Patrone: Il mondo dei blog non è immune da stronzi, questo lo devo dire, ma in quello è come la vita, no? Quindi ti auguro di non incontrarne mai ;)
@ zefirina: Non lo so, come? :P
@ Vincenzo Iacoponi: Beh, non posso che rispettare i tuoi sacrosanti principi, anche perché ne ho costruiti (e infranti) molti anche io. Non ho mai spedito a case editrici anche se mi piacerebbe molto, periodicamente ci penso poi, un po' per paura, mi tiro indietro :(
@ Carmine Volpe: Prego! :)
Mi sto perdendo...
e non è una cosa buona.
@Vincenzo Iacoponi
rispetto la tua posizione e aggiugno in astratto la condivido, ma temo che alla base del tuo pregiudizio su La voce del muto ci sia un sostanziale fraintendimento.
Nella maniera più sincera possibile, voglio spiegarti perché.
Io non ho rimesso un centesimo in quell'operazione. Non mi sono affidato a un pseudo-editore a pagamento che in cambio di una certa somma s'impegni a stampare e a (non) distribuire il mio libro. Quando Baol scrive di libri autoprodotti, sta parlando di due libri stampati a 50 copie alla volta (con anticipo di denaro, certo), ampiamente ripagate e con un certo margine - seppur simbolico - di guadagno, grazie alle presentazioni pubbliche e a una rete di amicizie e di persone che hanno creduto al valore di quello che scrivo e che si sono occupate di organizzare una distribuzione improvvisata e fantasiosa. Poi c'è l'ebook, come credo sai, ormai è possibile autopubblicare e vendere il proprio libro sulle principali librerie on-line senza spendere una lira, anzi, ricavandone un certo relativo incasso.
Il punto, però, credo sia un altro.
Il punto è quale valore diamo al giudizio di un editore che decide di pubblicare o di scartare il tuo romanzo? Quali sono le valutazioni che entrano in gioco e le competenze investite nella decisione? Quando invio un manoscritto a un editore, viene davvero letto? Solo qualche pagina qua o là o per intero? I lettori incaricati di compilare una scheda lettura, sono davvero persone qualificate?
Conosciamo tutti la mole di spazzatura prodotta ogni anno da editori di un certo rilievo in cerca di profitti e sappiamo d'altra parte che molti ottimi scrittori, prima di esordire, conoscono anni di inappellabili rifiuti.
Ma la faccenda, certo, è molto più complessa. Sul ruolo, la credibilità e l'autorevolezza dell'editoria nella società contemporanea ci sarebbe da discutere per giorni.
Come dicevo all'inizio, condivido la tua posizione, anch'io continuo ad inviare manoscritti agli editori che considero interessanti. Ritengo però, seppur tra mille dubbi, che esista una deadline, un momento in cui occorra prendere una decisione: continuo a custodire il manoscritto nel cassetto aspettando per anni una chiamata oppure mi organizzo e lo metto a disposizione di un pubblico di lettori che potranno decidere liberamente se apprezzarlo o suggerirmi gentilmente di smettere?
E non sto parlando di un pubblico di amici e parenti, parlo di una rete che ha raggiunto molti sconosciuti e che ha toccato un po' tutte le regioni. Arrivare a distribuire - un po' regalate e molte vendute - diverse centinaia di copie, senza, ripeto, aver speso nemmeno una lira, mi ha convinto di aver fatto la scelta migliore. Aver, infine, potuto discutere del libro con decine di persone, incassato apprezzamenti ma anche, come è giusto che sia, sonore bocciature è stata per me, come autore, una fondamentale esperienza formativa.
Certo, preferirei uscire sotto l'insegna un editore di qualità, discutere in fase di revisione con un editor che sappia davvero il fatto suo, vedere il libro prendere una vita propria e arrivare nelle librerie di tutta la Penisola.
Ma se questo, finora, non è stato possibile, perché rinunciare a priori al confronto con i lettori?
ti dirò: non è che tu mi abbia proprio inspirato
@ Fata Morgana: E dimmi cosa si può fare per ritrovarti
@ Nathan: Dovevo specificare meglio il concetto di "autoproduzione" :-/
@ Francesco: Mi dispiace, lo avevo scritto che sono un po' arrugginito sulle recensioni :(
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