23 giugno 2013

Dei libri

Ho appena chiuso un libro, oddìo, non so quanto si possa usare il termine "chiuso" per un ebook, comunque l'ho finito un attimo fa e lo avevo cominciato ieri. Il libro è "Un lungo fortissimo abbraccio" di Lorenzo Licalzi ma, alla fine, non è del libro che voglio scrivere, non di quello nello specifico, almeno (che, comunque, a me è piaciuto molto). Da qualche anno, per ogni anno, mi creo un file in cui mi segno tutti i libri che leggo, appena finisco di leggerli apro il file e lo segno (non ditemi che pensavate che il post che faccio ogni inizio di anno lo facessi a memoria eh?!); anche questa volta ho fatto così e mi sono accorto che, dall'inizio dell'anno questo è il settimo libro letto. A marzo ero già arrivato a sei e poi, un blocco, non sono più riuscito a mettermi lì a leggere, aprire un libro (o un ebook) e tirare lungo per finirlo, sì, ho cominciato un libro di racconti di Durrenmatt ma, proprio perché sono racconti, mi sono fermato e ci ho inframmezzato il libro di Licalzi. Non lo so perché mi sono bloccato. No, in realtà lo so perché, e sono tanti motivi insieme; stanchezza, impegni, il tablet in fissa su Twitter, il pc in fissa sui blog, pensieri, parole, opere, omissioni...no, vabbè, questo magari c'entra poco. Tanti motivi, tutti insieme e tutti separati ma le parole dei libri non mi scendevano più perché dicono tutto e non dicono nulla ed uno si blocca ad interpretarle, a dire "ma io vivo in questa maniera?" oppure "allora anche a me andrà così" e si insinua in un vortice che, alla fine, non porta da nessuna parte. Non sempre eh, per me un libro è sempre stato un libro, rappresenta la bellezza che le sue parole riescono a costruire, le emozioni che riescono a dare, solo che, come una specie di nausea, ho cominciato a pensare che, a volte, è come se ci si faccia insegnare come vivere, dai libri, anzi, peggio, dalla nostra interpretazione dei libri, di quello che dicono, di quello che noi vogliamo ci dicano, come l'interpretazione di segni, a posteriori. In questo periodo lungo mesi m'è capitato (mi capiterà ancora, lo so) anche con le frasi lette online ma lì è diverso, prendi il poetastro da twitter e smonti la sua smielosità da operetta con una frase ad effetto oppure lo lasci stare, pensi "ma che cazzata" e vai avanti; anche con i blog, no? Succede la stessa cosa, alla fine, indeciso se lasciare o non lasciare un commento, se cominciare una discussione, oppure no. Di solito decido di lasciar perdere e poi, almeno i blog, so di essermeli scelti molto bene, mai avuto problemi. Un libro è diverso invece, è più intimo, è il tuo stesso rapporto con le pagine, con le frasi, con le singole parole, con la punteggiatura, addirittura; lì non si scherza, sei tu e il libro, ed il libro vince sempre perché lui racconta soltanto, poi sta a te. Mesi di lontananza dai libri ne ho avuti, altre volte, ma mai, come in questo caso, dovuti ad una rielaborazione del senso stesso dell'approccio alle parole. Si sa, in realtà quello che siamo è figlio delle esperienze vissute e percepite e forse anche quello ha contribuito a tenermi lontano dai libri, come se fossi consapevole che non me li sarei goduti, come se fossi andato in sovraccarico e ne avrei solo smosso le pagine e non è da me leggere in questo modo. Periodi, capitano a tutti, capiteranno sempre, per fortuna, perchè la monotonia è la cosa peggiore che possa capitare ma comunque, quando i periodi arrivano, bisogna vedere che cosa portano con sè, a me hanno portato, tra le altre cose, diverse consapevolezze, una è l'amore per i libri, per la loro scoperta, per le loro parole, le storie che raccontano, i sogni e le emozioni che fanno nascere. Le altre? Beh, le altre sono consapevolezze diverse, una di queste è che, ogni tanto, mi rompo il cazzo anche io.

22 commenti:

Rouge ha detto...

Io ho letto molto in passato, da che ho imparato a leggere, fumetti, libri, qualunque cosa. Poi mi è capitato di leggere un libro che ha fatto quello che deve fare un buon libro, prenderti fin nel midollo e darti una marea di emozioni, ma proprio tante, al punto che una volta chiuso mi è stato chiaro che difficilmente una cosa così avrebbe potuto ripetersi. E difatti non si è più ripetuta, non in quella maniera, e il piacere di leggere libri è venuto un po' meno, molto meno, tanto da portarmi a leggere più che altro saggistica o altri generi, ma non più narrativa.
Coi fumetti mi è capitato lo stesso. Dopo aver incrociato un personaggio e averne letto tutte le storie (per fortuna era una saga a termine), tutto ciò che ho letto dopo non è riuscito a raggiungere quel livello, e il piacere di leggere storie a fumetti è venuto un po' meno, molto meno, tanto da portarmi a selezionare tantissimo e dunque a leggerne pochissimi.
Il mio blocco è stato questo, l'essere arrivato a un punto e aver maturato la consapevolezza che al di sotto di quello è per lo più perdita di tempo e cose già viste, ma la speranza di trovare qualcosa che sposti oltre quel punto per fortuna rimane. E' una continua ricerca, alla fine.

fatacarabina ha detto...

io mi accorgo di essere troppo stanca quando fatico a leggere e questo non mi piace per niente. Poi anche io come il tuo finale a volte, ma questo lo dico per solidarietà

Ele ha detto...

Ora che son riuscita ad archiviare almeno in parte,una cosa della mia vita che andava chiusa,ho ripreso in mano un libro -uno dei tanti ammmucchiati con la speranza di leggerlo prima o poi- e lo sto finendo. Amo leggere e di tutto o quasi.Però,come te, mi rendo conto che ci son periodi nei quali i messaggi più o meno subliminali che vi trovo leggendoli,influenzano a tal punto i miei rimuginamenti e la interpretazione del libro,che non posso non chiedermi se lo stesso libro cambi contenuto a seconda del momento in cui lo leggiamo.Per questo,ogni tanto,mi ripropongo di rileggere un libro,soprattutto uno di quelli che non mi era particolarmente piaciuto.Per scoprire se,nel frattempo,cambiando il mio mondo interiore è cambiato anche il modo di leggerlo.Alle volte,piacevolmente,ho scoperto di sì.Gli occhi da adolescente son diversi da quelli di una ultratrentenne.Altre no. In ogni caso,Baol,leggiamo sempre con gli occhi del nostro stato d'animo oltre che con quelli che ci ritroviamo sotto la fronte,divisi dal naso.:-)

chaill ha detto...

che monotonia hai te???
i blocchi ci stanno, a volte abbiamo pur la necessità di non fare qualcosa.
mica sì deve essere sempre sul pezzo.
o no?

Ale [Tredici] ha detto...

La lettura di un libro non ha niente a che vedere con quella di un blog. Sono due mezzi completamente diversi secondo me, quindi bisogna fare attenzione a paragonarli. Non dico che tu lo stia facendo, ma concordo con te col fatto che a livello di emozioni e di considerazioni suscitate, come un bel libro non c'è niente.

Olivia ha detto...

Anche a me è capitato un periodo del genere. Avevo tra le mani un libro, di Mishima, primissima opera sua che leggevo. Capivo e apprezzavo la raffinatezza dello stile, le immagini quasi poetiche che tracciava ma, niente, le parole mi scivolavano via. E leggere in questo modo è un reato.
Ora ho ripreso. Un altro libro. In un giorno ho letto 160 pagine e ho capito che la voglia di leggere mi è tornata.
Forse, a volte, è anche giusto prendersi una pausa da ciò che quelle parole ci raccontano, che se le sentiamo troppo nostre e si è in un periodo di scazzo non va molto bene. :)
Ma quando riprendi in mano quei fogli di carta stampata e riesci a riassaporarli di nuovo, be', è impossibile non trattenere un sorriso. E' come una storia d'amore. Alti e bassi. :)

Debora ha detto...

Non so se definirmi accanita lettrice, ma non penso, diciamo che come in tutte le cose che mi contraddistingono dipende da una serie infinita di cose se leggo o meno.. Dipende se ne ho voglia, e di solito avendo un'anima fortemente creativa preferisco lavorare con le mani e dare vita ai miei pensieri, dipende se il libro mi acchiappa, e a volte credimi, basta semplicemente il titolo, senza leggere trama o autore, lo prendo e in un secondo lo leggo, dipende dal genere.. Il genere mi condiziona moltissimo: forse proprio perché sono e mi sento una creativa adoro il genere Fantasy, ma non il fantasy alla Twilight, il fantasy di Tolkien di cui io sono una fan scatenata, quei fantasy in cui si èarla di mondi incantati ma che sembrano così reali, dove ci sono gli elfi, i nani, ma non quelli come bianca neve, i nani anche di Markus Heitz, o semplicemente Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin, da cui hanno tratto la serie tv Il Trono di Spade..
Questo è un genere che divoro, e divoro anche autori come Sepulveda, e come De Saint-Exupery, di cui ho acquistato il meno famoso Terra Degli Uomini, che ti consoglio, se non lo hai ancora letto, perché è un vero capolavoro, come il suo eterno Piccolo Principe...
Poi leggere è un po' come viaggiare, un modo economico di fare vacanza in ogni periodo dell'anno, anche se poi rifletti spesso e molto su quelle che sembrano semplici parole.. Ma le parole ti entrano dentro e lavorano sul tuoi io.. Le parole, come diceva Nanni Moretti, sono davvero importanti, e spesso ci fanno aprire gli occhi, su tante, molte cose, diciamo che sono come una seduta di psicanalisi a basso costo, ti fanno raggiungere delle consapevolezze che è bene che si abbiano, e sì, anche rompersi il cazzo ogni tanto è terapeutico, ora sai anche quanto!!!!!

Alberto ha detto...

Io quando mi rompo mi rompo di tutto e quindi anche dei libri. Succede raramente, per fortuna. Ed è chiaro che i libri sono tanto più belli quando li leggiamo in "stato di grazia".

MikiMoz ha detto...

Ti capisco benissimo, perché succede anche a me.
Per fortuna sono un tipo che si sa accontentare, e stupire delle cose... forse perché amo diversi generi... :)

In ogni caso la lettura è una delle cose migliori al mondo! :)

Moz-

Caty ha detto...

per fortuna è uan cosa che poi passa ,perchè se davvero ami la lettura poi ci ritorni sempre , è che giustamente lei sà di essere importante e richiede attenzione ;-)

*cla ha detto...

Quanto è vero tutto questo!
Io ho commesso un grande errore qualche anno fa: ho dato retta ad una professoressa che mi consigliò di leggere con una matita a fianco per sottolineare le frasi che più mi colpivano. Da allora lessi molto di meno. Adoro sottolineare frasi e rivederle ad una seconda rilettura per capire se nuovamente torno a fissarmi sulle stesse parole ma tutto questo finì per stancarmi ed allontanarmi dal piacere della lettura sciolta. Poi ci ho sempre messo in mezzo libri di poesie ma un giorno decisi di aprirmi di più ai fumetti, non a tutti in realtà. Trovai un libro di fumetti che in realtà era un libro di poesia, e mi innamorai. Adesso però, piano piano, e senza matita, sto ricominciando a mangiare libri.

Perdona questi pensieri sconnessi di una sconosciuta ma passavo per caso per il tuo blog e questo post mi ha fatto pensare.

Ciao!

Ernest ha detto...

Ma posso dirti che succede... ci sono periodi secondo me che il nostro cervello ci chiede una pausa. A volte mi rendo conto di elaborare in continuazione, di pensare, di riflettere per tutto il giorno. Magari capita che una luce si accenda e ci dica "ehi fermati un secondo" e quindi in questi casi anche i libri vengono messi da parte.
Anche io ora mi segno i libri letti su un file.. ti ho copiato. :)
un saluto

annalù ha detto...

Io ti amo

Baol ha detto...

@ rouge: A me è capitato con un autore, Marquez, dopo "Cent'anni di solitudine" non sono riuscito più a leggere nulla, di suo. Non ho ancora incrociato il libro totale e spero di non incontrarlo ancora per molto, però ci sono stati diversi libri che hanno scatenato emozioni diverse (e anche fumetti).
Solo che adesso sono curioso di sapere quali sono questo libro e questo fumetto :)

@ fatacarabina: Quella del finale è un'epifania che fa capire tante cose, grazie per la solidarietà ;)

@ Ele: Il periodo, il momento un cui leggiamo, influenza la lettura: ASSOLUTAMENTE SI' ed il bello sta anche in quello :)

@ chaillR: Più che monotonia, in alcuni casi è Atonia :/

@ Ale [Tredici]: io volevo andare oltre, andare al senso di quello che si legge, all'effetto delle parole su di noi, al fatto che eleggere quello che è scritto in un libro a unica indicazione su come vivere la vita è un errore.
E poi, il mio blog non è bello come un libro????? :D

@ Olivia: Hai detto bene, come una storia d'amore, complessa, incasinata e mai lineare, oltre che mutevole.
Forse il corpo ci sono momenti che è sovraccarico e non vuole parole in aggiunta, no?

Baol ha detto...

@ Debora: Oh, sì, rompersi il cazzo a volte è molto molto terapeutico.

@ Alberto: Capitano certi momenti e la cosa migliore è sospendere tutto, no? :)

@ MikiMoz: Mai smettere di stupirsi, mai!

@ Caty: Alla fine la lettura sa che non la abbandonerò mai :)

@ *cla: Qui è sempre aperto, sono tutti benvenuti e ti ringrazio del commento. Non ho mai sottolineato un libro di narrativa, non ce la faccio, mi sembra di ferirlo :)
Torna quando vuoi :)

@ Ernest: Sì, ci sono periodi in cui il cervello ti dice "ora basta" :)

@ annalù: Azz, addirittura? O_o

Rouge ha detto...

Il libro è "Q" di Luther Blissett (Wu Ming). Il fumetto è Sandman di Neil Gaiman.

Baol ha detto...

@ Rouge: "Sandman" non l'ho mai letto ma "Q" sì e concordo che è un libro che tocca moltissime corde e tutte molto bene :)

Rouge ha detto...

Se ti piacciono i fumetti devi assolutamente rimediare (fidati, garantisco io :-) ).

Baol ha detto...

@ rouge: Mi fido! :)

skip ha detto...

Quando sono stanca leggo e non seguo, chiudo il libro e buona notte. D'estate ritrovo il piacere della lettura, al mare, in assoluto relax. Mi capita sempre più spesso di iniziare a leggere ma , se non s'iinstaura un po' un'empatia con la narrazione, non proseguo. Mi sa Che sto invecchiando...

v. ha detto...

quindi conosci licalzi.

Baol ha detto...

@ rouge: Mi fido, mi fido ;) rimedierò

@ skip: Io ho letto altri due libri da quello di Licalzi, credo di aver ripreso una buona media :)

@ v.: Mi piace molto, ho letto "il privilegio di essere un guru", "cosa pretendi da me" e quest'ultimo :)