Portascompiglio si sveglia presto, cerca di cogliere di sorpresa la sveglia, accende la luce e si siede sciamana sul letto, strofina la mano destra sull’occhio corrispondente e si guarda in giro per ritrovarsi nel mondo perché, si sa, la notte di solito ti porta da un’altra parte. Infila le scarpe alla cieca inseguendole quasi scappassero via e fa entrare quella parvenza di luce naturale che i giorni, lì, regalano. Portascompiglio poi inizia la gara per il bagno, vincendola quasi sempre a mani basse e si concede la doccia per togliersi quel poco della polvere di Morfeo che le è rimasta addosso; finge di decidere la temperatura dell’acqua, tanto in realtà sono mesi che la decide quell’anarchico dello scaldabagno; alza la faccia e guarda il diffusore della doccia come per dire all’acqua “Toh, prendimi a schiaffi”, come per sfidarla. Portascompiglio conta le gocce che le cadono addosso una per una ché contare raddrizza i pensieri, contare narcotizza i ricordi. Dopo aver deciso la divisa per quel giorno, con quale messaggio apparire al mondo, finalmente si concede una sedia per bersi il caffè così le sue cellule nervose non hanno più scuse; niente di troppo lungo, la giornata va affrontata subito, come al solito. Portascompiglio s’incammina, sempre che non si scordi le chiavi o si arrotoli con se stessa ché le sue mani vanno in anticipo, mentre fanno una cosa pensano già alla successiva e via così; Portascompiglio non è goffa, no, ha solo le mani troppo previdenti. Mentre si immerge nel mondo ascolta un po’ di musica tanto per non affogare, le cuffie sono come un salvagente, lo scoglio solitario dove non essere disturbati. Alla fine del suo percorso Portascompiglio tira sempre un respiro prima di aprire la grossa porta di vetro di quella specie di camera di decompressione su una nuova vita; prima di iniziare si concede una colazione, carboidrati e zuccheri per affrontare la giornata e poi si parte, ci si ritrova chiusi con le stesse persone seguendo una specie di copione che riserva pochi colpi di teatro. Le persone, i sodali che il destino le ha concesso o costretto a subire sono anche loro lì, con le facce tutte diverse e tutte uguali, con le loro storie, belle e meno belle; tutti hanno fatto una scelta, ognuno per motivi diversi. Portascompiglio ha scelto di cambiare, lo raccontano gli occhi quando guardano altrove e le tre piccole rughe che hanno agli angoli, in totale sei righe di racconto; ha scelto di cambiare per lasciarsi dietro qualcosa ma forse l’operazione non è ancora riuscita. Portascompiglio esegue diligente il compito che si impone ma ogni tanto si sente un vigile, si ritrova al centro della propria vita e delle vite di altri, al centro di tante parole e tanti sguardi e non sa che fare, si rivede il suo codice della strada e cerca delle precedenze o forse guarda altrove, magari dove ci sono meno problemi o crede che ce ne siano meno. La giornata poi finisce per tutti e Portascompiglio fa il percorso contrario e mentre cammina verso casa unisce i puntini per vedere che immagine viene fuori e se magari non le piace fa quello che fanno gli altri, dice al cervello di non pensarci oggi, di rimandare a domani e buonanotte.
Questo racconto mi è venuto fuori ascoltando come colonna sonora la canzone qui sotto, lo so, il mio brano non è al livello di quel capolavoro però a me è venuto di scrivere questa cosa.
Vi ricordo anche che non sono ancora scaduti i termini per candidare uno dei miei post del 2008 per il TNP Best Post Award 2009 le categorie sono:
- Miglior Post Umoristico
- Miglior Post Letterario
- Miglior Post Fotografico Originale
- Miglior Post Di Attualità (giornalistico)
- Miglior Post In Versi
Poi, se passeranno le selezioni vi dirò come votarli, grazie!