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21 dicembre 2020

Pulizie...

Anna: Mamma mia, ma cos'è questo odore di chiuso?! Mario, apri un po' le finestre... Ma dov'è l'interruttore della luce qui?!

Mario: Chiuso? Ma è proprio puzza di cadavere. Oddio, non è che Baol...

A.: Ma sarai scemo? Ma se ci hai parlato al telefono nemmeno dieci minuti fa?

M.: Eh, ma che ne sai? Di 'sto periodo ora ci sei e poi immediatamente dopo cominci a far fatica a respirare.

A.: Sento il rumore del suo grattarsi i coglioni da qui. Magari la puzza è di qualcuno dei cadaveri che ha sparso nei suoi racconti.

M.: Ah guarda, non scrive da talmente tanto che quelli sono belli che diventati polvere ormai, non sono sicuramente loro.

A.: Hai ragione anche tu. Comunque ho trovato l'interruttore.

*click*

A.: Mamma mia che abbandono, tutto coperto da almeno due dita di polvere del tempo. Va ad aprire quella finestra dai.

M.: Vado vado, però mi chiedo perché 'sti lavori li fa sempre fare a noi due.

A.: Perché in fondo siamo i suoi preferiti?

M.: Minchia che culo!

A.: Vabbè, da dove cominciamo? Una bella scopata?

M.: Anna! Non pensavo che i posti così trasandati ti facevano effetto, a saperlo non mettevo a posto lo studio.

A.: Niente, sei scemo, mia madre aveva ragione. E comunque non mi pare che spostare un paio di fogli dalla scrivania alla mensola significhi "mettere a posto".

M.: Sempre puntigliosa tu oh, qualcosa ho fatto.

A.: Sì, è un tuo classico fare giusto "qualcosa"... Va a prendere la scopa dallo sgabuzzino.

M.: E se ci sono i ragni? Sai che ho paura dei ragni.

A.: Ma che ragni vuoi che ci siano?! Saranno morti di solitudine pure quelli a star qui; ecco, forse la puzza sono loro..

M.: Vabbè, diamoci da fare, Baol ha detto che probabilmente almeno per gli auguri di Natale passava.

A.: Seee lallèro...

26 novembre 2018

Incontri di periferia

Il negozio non ha vetrine sulla strada ma solo una porta in anticorodal rosso ed un’insegna al neon; è una rivendita di bevande o, come le chiamo io, un negozio di articoli per alcolisti. Una volta dentro non solo si capisce il perché non abbia vetrine ma viene pure da chiedersi perché non oscuri quelle della porta. Alla fine, quando ti invitano per una cena all'ultimo minuto e ti trovi in periferia, ti devi accontentare, tanto non mi serve un Chateau Lafite ma semplicemente un vino che non sia borderline all'essere buono solo per condirci l’insalata. Tutto sommato non è nemmeno il posto peggiore in cui sono entrato, ma questa è un’altra storia. Ci sono diversi scaffali ed è abbastanza fornito; divisione in “bianchi” e “rossi”, birre nazionali ed estere, superalcolici e poi c’è un frigo pieno di birre tenute in fresco e pronte per essere bevute; poi c’è una stanza separata, come quelle dedicate ai porno nelle vecchie videoteche, per le bevande analcoliche; mi aspetto da un momento all’altro che spunti un tizio con il cappello ed il bavero alzato che nasconde sotto il braccio due chinotti. Dentro ci sono solo due tizi, quello dietro la cassa dovrebbe essere il titolare, potrebbe avere una quarantina d’anni portati male o una sessantina portati altrettanto male; è seduto e sta facendo un cruciverba vecchio di sei mesi, probabilmente non gli va di lasciarlo incompleto. L’altro tizio pare essere di casa perché gira per gli scaffali con una Peroni in mani, indossa una tuta da meccanico, deduco sia il padrone dell’officina accanto, oppure uno che vuole lanciare una nuova moda ma dalle macchie credo più nella prima ipotesi. Il mio “buonasera” cade inascoltato perché stanno parlando tra loro e l’argomento deve essere abbastanza importante tanto che il tizio dall'età indefinita ha alzato lo sguardo dal suo “senza schema” mentre il meccanico è mezzo dentro il frigo che scuote la testa:

- Franco ma ancora la prendi la Corona? Ma perché? Ci sono le altre birre che si offendono.
- Guarda che la vendo, va tantissimo tra i giovani fighetti.
- In effetti il tuo è il locale più alla moda qui in Barriera, il sabato vengono dal centro a fare aperitivo.

Il dialogo è talmente interessante che pensavo di tagliarmi le vene rompendo una bottiglia e usando i cocci, quando entra un tizio sulla quarantina portati come uno di quarantanni che ne avute di sfighe; indossa un parka verde talmente stazzonato che sembra appena uscito da una lavatrice con la centrifuga impazzita. Saluta il titolare con un cenno della testa:

- Oh Franco, la solita cassa di Corona, ce l’hai fresca di frigo?
- Sì, nel ripiano in basso, chi te la tocca quella? La prendo solo per te!
- I tuoi clienti non ci capiscono un cazzo, si sa.

Il meccanico lo guarda nemmeno fosse un semplice carrozziere e gli indica le birre seminascoste nel frigo poi, quando si avvicina gli porge la bottiglia che ha in mano:

- Toh, vuoi assaggiare di che sa una birra vera?

C’è un’aria da OK Corral del luppolo, sulla carta è una sfida impari, anche perché il meccanico ha due mani che secondo me svita le testate con colpi secchi del polso ma lo stazzonato potrebbe avere delle doti nascoste o partire con un calcio nei coglioni che, si sa, è come l’apertura Réti negli scacchi che l’avversario pensa “e mo dove cazzo va con il cavallo?”. Mi sto appassionando, osservo facendo finta di essere indeciso tra un Aglianico del Vulture e un Amarone della Valpolicella, tanto per non offendere nessuno, ma in realtà aspetto la rissa da un momento all'altro. Invece lo stazzonato incassa scrollando le spalle e va verso la cassa, sono quasi deluso ma pare che il meccanico non voglia demordere:

- Contrera ma il marocchino lì ti fa ancora stare nella sua lavanderia? Non è che mi diventi un terrorista?
- Volevo venire nella tua officina Alfredo ma poi avevo paura di diventare un coglione.

Gioco, partita e incontro per lo stazzonato, il meccanico mugugna qualcosa tra i denti mentre quello va via ma non insiste oltre. Mi avvio alla cassa trattenendo le risate e pago una bottiglia di vino presa a caso che spero sappia almeno di tappo. Uscendo passo davanti alla lavanderia, il tizio è seduto su una sedia pieghevole e sta bevendo una Corona a collo, sembra un tipo tosto, certo che però, che gusti di merda per la birra.


Raccontino ispirato dal bellissimo "Fa troppo freddo per morire" di Christian Frascella, leggetelo perché è bellissimo.

17 novembre 2014

Esercizio n. 2

Scambio di battute

- Ciao.
= Ciao…
- Come va la vita?
= Mah, gira. A te?
- Guarda, non me ne parlare, mi consuma.
= Eh… Ma tu che cosa sei?
- Io sono una saponetta. Vita grama la mia; costretta a ripulire mani sporche delle peggior cose e, nel farlo, a consumarmi. Vita grama la mia, ad ogni paio di mani perdo un po’ di me, mi arrotondo, mi smusso, fino a diventare piatta, un fragile osso di seppia, per poi sbriciolarmi e sparire nella schiuma. Vita grama la mia. E tu, cosa sei?
= Ma vaffanculo va, io sono la carta igienica!

13 maggio 2014

Un’alba senza nubi

Mario fissa la fiamma che, a temperatura altissima, sta eliminando pezzi della vita di Beatrice, si mette una mano in tasca e tocca un sacchetto di plastica, ne tasta il contenuto anche se sa bene cosa contiene; pensa che forse sarebbe meglio tornare a dare un’occhiata ai maiali, prima poteva essergli sfuggito qualcosa, potrebbe essere avanzato qualche pezzo del corpo di Beatrice; non ha dubbi, di solito non avanza nulla ma è sempre meglio accertarsene. Una volta fatto il controllo Mario esce nell’aria fredda e umida della notte che sta per finire, con un lieve sorriso sulla faccia si dice che, se fumasse, quello sarebbe un ottimo momento per farsi una sigaretta. Prende lo smartphone, apre skype attraverso una ben precisa applicazione e chiama l’unico numero in rubrica. Il bello della tecnologia, ha reso lo strumento più facilmente intercettabile che esistesse, il cellulare, praticamente irrintracciabile: skype utilizza un protocollo internet e quindi un flusso di dati e l’applicazione specifica fa rimbalzare questi dati in giro per il mondo fino a farne perdere le tracce, non c’è nemmeno troppo ritardo di latenza nella comunicazione. Il capo, come al solito, risponde al secondo squillo, non è mai arrivato al terzo, non ha mai anticipato al primo, in qualsiasi orario Mario lo chiami, sembra quasi che non dorma mai. Il capo è l’unica persona al mondo che mette i brividi a Mario e Mario è l’unico al mondo che mette i brividi al capo, vanno d’accordo per quello.
- Hai finito?
- Sì.
- Hai lasciato tracce?
- Potrei ritenere questa domanda offensiva, ma no, niente tracce.
- Come hai proceduto?
- Prima di cominciare ho portato via un borsone, qualche indumento e il passaporto. Poi ho fatto a pezzi il corpo nella vasca e l’ho messo nelle buste, nel trolley. Ho lavato il sangue con la candeggina ed ho ripulito le tracce che quel coglione di Guido aveva lasciato. Sono venuto qui, il corpo è stato fatto sparire dai maiali, le altre cose dall’inceneritore.
- I denti? Sai che i maiali, a volte, non li digeriscono.
- I denti li ho cavati e ce li ho in tasca in un sacchetto, li farò sparire con l’acido, con calma, nel mio laboratorio.
- Bene. Quanto tempo hai per Guido?
- Poco, in un paio di giorni qualcuno si domanderà di Beatrice, procederò già domani.
- Sai già come?
- Sì.
- Non me lo vuoi dire?
- Non lo vuoi sapere.
Mario sa che il capo, in questo momento, ha avuto un brivido come lui lo ha avuto prima, quando ha detto che avrebbe potuto offendersi.
- Mario…
- Sì?
- Mi sembra che questo, per te, sia un lavoro speciale, perché?
- Perché Guido mi ricorda qualcuno.
La telefonata si chiude così; non si aprono e non si chiudono mai con dei convenevoli. Mario guarda il cielo che schiarisce, è un’alba senza nubi.

26 dicembre 2013

Regalo di Santo Stefano

Visto che a Natale sono tutti più buoni, vi regalo la serie completa dei post di Anna&Mario che magari vi fanno fare due risate, quelle non fanno mai male e ce n'è sempre bisogno...








Ancora tanti tanti auguri a tutti voi: DIVERTITEVI!!

24 dicembre 2013

Quasi Natale

Mario: Anna?
Anna: Che c'è?
M.: Stai bene? Tutto ok?
A.: Certo, perchè me lo chiedi?
M.: Perchè siamo quasi a Natale e sul nostro balcone ci sono solo lucine; niente babbi natale arrampicatori, niente set di renne tiraslitta; che cosa sta accadendo?! Sei stata sostituita dagli alieni come nella "Invasione degli ultracorpi"?! Dov'è il baccellone??
A.: Ma sei scemo? Che poi è una domanda retorica, la risposta la so già. Quest'anno non ho messo nulla visto che tu, ogni volta, ne approfitti per creare spettacoli porno con i pupazzi.
M.: Sono cene eleganti!!!
A.: Mia madre lo ha sempre detto che sei un cretino.
M.: Vabbè, tua madre dice anche che è cibo quello che cucina, quindi non mi preoccupo. Insomma, mi spieghi perché niente addobbi pacchiani? Quest'anno speravo ci fosse un pupazzo gonfiabile, avevo già prenotato una bambola gonfiabile da mettergli vicino.
A.: Ecco, poi ti chiedi perché non ho messo nulla, ti rischi di distorcere la sessualità dei figli della Marchetti!
M.: Mah, visto quello che faceva ieri sera il grande, sulla panchina in cortile, con la figlia della portiera, non mi pareva ci fosse nulla di distorto.
A.: Ma chi, la biondina? Ma se avrà sì e no sedici anni?!
M.: Io in te le chiederei se fa corsi di recupero.
A.: Faccio finta di non aver sentito. Comunque ho deciso che quest'anno facciamo il presepe.
M.: Bello, quando cominciamo?
A.: Ho ordinato il muschio, dovrebbero portarlo a momenti.
Driiiiin
M.: Sì? Chi è?
Voce al citofono: Siamo della Muschi&Licheni, abbiamo portato il muschio ordinato.
M.: Ok, terzo piano.
A.: Scendi a dargli una mano.
M.: Come "scendi a dargli una mano"?! Ma quanto ne hai preso??
A.: Tre rotoli da dodici metri.
M.: Ma facciamo il presepe o dobbiamo rifare il manto di San Siro?
A.: Scendi ad aiutarli, muoviti.
...
M.: Ora mi devi spiegare come intendi usare tutto 'sto muschio.
A.: Pensavo di utilizzarne due per ricoprire i divani ad angolo e farci le montagne e con il terzo farci la pianura qui, al centro del salone, levando il tavolo, naturalmente.
M.: Naturalmente...
A.: La grotta, poi, la ricaviamo lì a destra, nella parete attrezzata, basta levare uno dei pannelli in legno.
M.: Pensavo mettessimo un blocco di roccia naturale e lo scavassimo noi con dei martelli da geologi.
A.: Ci avevo pensato ma la cava aveva finito i blocchi.
M.: Che peccato...
A.: Al centro della pianura ci mettiamo un laghetto con il fiume che scende dalla montagna.
M.: Lo facciamo con la carta stagnola?
A.: Cosa?! No, no, ho già pensato di fare una pedana rialzata, in legno, qui al centro della stanza, ricavarne una nicchia in cui mettere la vasca e attraverso uno scivolo ed una pompa per il riciclo dell'acqua, farla scorrere.
M.: Scusa, scemo io a domandare.
A.: Pensavo di mettere i magi qui, al limitare della prima montagna e spostarli giorno per giorno fino a fagli raggiungere la grotta il sei gennaio.
M.: Ma la regia a chi la fai fare, a Mel Gibson?
A.: Perchè?
M.: No, no, così, chiedevo...chiamo la rosticceria all'angolo.
A.: La rosticceria?
M.: Certo, devo organizzare il catering per le maestranze.
A.: Ma quali maestranze? Facciamo tutto noi!
M.: Tu devi smetterla di guardare "Paint your life".
A.: Dai, cominciamo.
M.: Prima fammi chiamare in ufficio che gli dico che per il prossimo mese non mi vedono.

Questi due sono i personaggi più longevi del mio blog, dal 2006 appaiono, ogni tanto ad allietarmi e, spero, vi. Tanti auguri di Buon Natale a tutti dal vostro Baol!!!

04 dicembre 2013

Con questa pioggia battente

"È notte alta e sono sveglio...". Il mio vicino è in revival anni '80 oggi, la butta sul malinconico. Sarà il tempo, con questa pioggia battente che mette un filtro opaco a tutto non è facile essere allegri. Ormai conosco perfettamente i suoi stati d'animo, le pareti di questi appartamenti sono così sottili che si sentono i respiri, figurarsi i sospiri. Se non sbaglio fa il consulente, sembra simpatico, dovrebbe avere poco meno di quarant'anni, a volte sembra ne abbia poco più del doppio. Credo abbia l'hobby della lettura, spesso lo incrocio con buste della Feltrinelli, piene. Bello avere un hobby, anche io ne ho uno, ogni volta che ho tempo pulisco per bene tutte le mie armi, come oggi che sto qui, tra odore di solvente e di cordite. Certo, non è solo questione di hobby ma, direi, grammaticale; un'arma efficiente può cambiarti anche i verbi, che detta così sembra una cosa stupida ma, credetemi, c'è una bella differenza tra aver colpito ed essere colpito. Non che le usi spesso, le armi; di solito nel mio lavoro di ripulitore arrivo sempre dopo che qualcun altro le ha usate ma non è detto che, a volte, non mi chiamino per ripulire prima. Nell'immaginario comune, lo so, adesso mi si figurerebbe qui al tavolo, magari al buio, solo con la luce tecnica accesa e puntata sul piano di lavoro, magari con una sigaretta, accesa, appoggiata al bordo che, ogni tanto, prendo con il pollice e l'indice e porto alle labbra per un lungo tiro. In realtà non fumo e non per salutismo ma perchè non devo avere addosso nessun odore particolare, devo passare inosservato come un'immagine sfocata, devo essere poco ricordabile. Anche il mio vicino, in realtà, se mi incontrasse per strada non so se mi riconoscerebbe, nonostante ci siamo incrociati per le scale e ci siamo anche parlati, a volte. Sto pensando a queste cose quando mi squilla il cellulare; è Lui.
- Dimmi.
- Ho un lavoro per te, Mario.
- Chi?
- Guido...
- Sì.
- Peccato, mi piaceva, Beatrice, era una brava persona.
- Lo so.
- Che le ha fatto?
- Strangolata.
- Dove?
- L'ha seguita fino a casa sua.
- Lo sai che quello è una merda pericolosa, vero?
- Lo so.
- Mandami l'indirizzo via sms, vado subito. Devo occuparmi anche di lui?
- Sì.
CLICK
Era quello che volevo sentire.

17 ottobre 2013

Durante la pioggia

- Pronto.
- Ho fatto una cazzata, una cazzata grossa.
- Che cosa è successo?
- Sono venuto da Beatrice.
- Sei un coglione.
- Ma...
- Nessun "ma". Nessun "però". Sei un coglione. Un coglione ed un pazzo, ti avevo ordinato di non vederla mai più.
- Lo so ma ieri l'ho incrociata in Piazza Sant'Alessandro.
- Questo non significa un cazzo. Che cosa hai combinato?
- Sono venuto da lei.
- Questo lo hai già detto. Diventi ripetitivo. Ripetitivo e prolisso e sai che non lo sopporto.
- Sì, scusa. Sono venuto da lei, l'ho seguita e mentre si infilava in casa l'ho spinta dentro e sono entrato anche io. Volevo solo parlarle, giuro.
- Tu non dovevi nemmeno pensarla, Guido, nemmeno fantasticare su una persona che le somigliasse anche lontanamente. Te lo avevo ordinato io.
- Ma...
- Ti ho già detto cosa me ne faccio dei "ma", vero?
- Sì...
- Che cosa è successo?
- Abbiamo litigato.
- Pensavi ti avrebbe offerto un caffè? Pensavi ti avrebbe dato il culo Guido? Cosa pensavi? Dimmelo, sono curioso; voglio proprio sapere cosa ti ha convinto a non seguire un mio ordine diretto.
- Non lo so cosa pensavo, forse non pensavo.
- Non hai mai saputo farlo, questo è certo.
- ...
- Continua.
- Abbiamo litigato, mi ha riempito di insulti, MI HA DETTO CHE NON VALGO UN CAZZO!
- Non. Urlare.
- UN CAZZO! HA DETTO CHE SONO UN ESSERE INUTILE!!
- Ripeto. Non. Urlare. Mai. Più. Tu sei un essere inutile Guido, sei una merda, lo sei sempre stato, lo sarai sempre. Non sei altro. Una merda.
- Ma che dici???
- Quello che hai capito. Quel poco che riesci a capire. Sei una merda Guido, una merda di maiale che non è buona nemmeno a far concime. Beatrice ti ha detto solo quello che sei. Ti tengo solo perché sei un bravo analista e sai far girare i miei soldi ma mi fai girare anche i coglioni e prima o poi i secondi gireranno più velocemente dei primi. L'hai picchiata?
- Sì...
- E?
- E l'ho strangolata. Ma non volevo! NON VOLEVO!
- Se non avessi voluto adesso era viva. Ora te ne devi andare da lì, subito.
- Ma lei è qui, morta!
- Manderò un mio uomo, si chiama Mario, è un ripulitore. Una bravo. Lui. Ti ha visto nessuno seguirla in casa?
- No, stava già piovendo a dirotto.
- Bene. Ora vattene immediatamente da lì, e cerca di non farti vedere da nessuno.
- Va bene...
- Ah, Guido...
- Sì?
- Ti avevo ordinato di dimenticartela.
CLICK
TUTUTUTUTUTUTUTU

24 luglio 2013

Tanto per dire

A: Quando fai così giuro che non ti sopporto, va all'inferno!!!
B: Io non andrò mai all'inferno, sono sicuro che Dio mi metterà tra gli angeli.
A: Certo, perchè Dio, nella sua immensa grandezza essendo gli angeli, senza sesso, ti metterà dove non potrai rompere il cazzo a nessuno!

27 marzo 2013

Ha detto che non c'è

- Pronto?
- Premiata Imbecilleria Bedrosian Baol, diciamo cazzate dal 1976, mi dica.
- Salve, sono Voglia Di Lavorare, potrei parlare con il cervello?
- Un attimo...
- ...
- Mi spiace, ha detto che non c'è.
- Va bene, grazie, può dirgli che ho chiamato?
- Ho già preso un appunto, non si preoccupi.
- Grazie e buona giornata.
- Buona giornata anche a lei.

10 marzo 2012

Ma se prem(i)o qui le fa male?

- Baol…
= Zzzzzzzz…
- Baoooool…
= Zzzzzzzz….grunf…
- BAOL! SVEGLIA!!!
= Zzzzz….Eh? Ma che succede? S’è allagata casa?
- No.
= M’hanno fregato la macchina?
- No.
= Ma allora, che cazzo è successo? Ma, soprattutto, chi cazzo sei?!
- Sono Mr Blogger.
= Ma allora ce l’hai a vizio di svegliarmi nel cuore della notte.
- Ma se sono le 11 del mattino!?
= Ah…davvero?
- Sì.
= Ehm…vabbè, ho avuto la febbre ieri, ero stanco.
- Febbre…37 e 6…vabbè…
= Senti, mi dici perché mi hai svegliato?!
- Ti hanno dato dell’Affidabile.
Il Blog Affidabile
= A me?! E come si sono permessi?!!
- Guarda che è un complimento.
= Dici?
- Dico.
= Ma chi mi ha dato il premio?
- Debora
= Ed in base a cosa?
- Ci sono delle regole per individuare un blog affidabile.
= Dimmele.
- 1) E' aggiornato regolarmente.
= Chi?
- IL BLOG!
= Scusa, sono ancora assonnato. Ci può stare, dai. Poi?
- 2) Mostra la passione autentica del blogger per l'argomento di cui scrive.
= E di che argomento scrivo io?
- E che ne so? Se non lo sai tu!
= Vabbè, il blog ce l’ho per pubblicare quello che scrivo, si può dire che lo faccio con passione, ci sta. Poi?
- 3) Favorisce la condivisione e la partecipazione attiva dei lettori.
= Questo è sicuro, sul mio blog possono commentare tutti, è che spesso non tornano…
- 4) Offre contenuti ed informazioni utili e originali.
= Ma se scrivo cazzate?!!
- Però sono originali.
= Mmmmm…giusto.
- Ultimo, 5) Non é infarcito di troppa pubblicità.
= Non ce n’è per niente di quella. Bene, premio preso, buonanotte.
- Guarda che non te ne esci così.
= Che altro devo fare?!
- Devi spiegare quando e perché hai deciso di aprire un blog.
= Uff…va bene, è stato il 2 settembre 2006, ho aperto il blog perché mi ero stancato di commentare soltanto sui blog degli altri.
- Minchia, 5 anni e mezzo che spari cazzate.
= Sì, cerco di prendere l’intelligenza per stanchezza. Abbiamo finito?
- Veramente dovresti indicare altri 5 blog che per te sono affidabili.
= Senti, leggo più di un centinaio di blog e trovo che ognuno di loro sia più affidabile di me, quindi questa parte la salto. Posso rimettermi a dormire?
- Ehm…
= Che altro?!
- Vorrei ricordarti che, tempo fa, Maraptica ha ricevuto il premio Versatile Blog e ti ha praticamente obbligato a fare quel meme…

= E potrei mai dire di no a Maraptica, io?!
- No, perché altrimenti ti mena.
= Sempre precisino tu eh?! Versatile…bah…sì…sono abbastanza versatile, diciamo così.
- Guarda che non è sinonimo di cretino.
= Ah no? Maddai… Che cosa dovrei fare?
- Raccontare sette cose di te che non si conoscono.
= Seeeeee…ma che cosa racconto?!
- Vuoi un suggerimento?
= NO! Tu sai troppe cose… Vabbè, cominciamo, allora, la prima è che da qualche mese mi sono scoperto gattaro, porto da mangiare ad un micetto nero con una macchia bianca che si è stabilito vicino casa, ormai siamo così in confidenza che, ogni volta, si mette a pancia all’aria e si mette a giocare.
- Ma che animo tenero…
= Poco a prendere per il culo.
- Ok. La seconda?
= Mmmmm… Quando andavo a scuola elementare, tornando a casa con alcuni compagni di classe, il lunedì passavamo attraverso il mercato settimanale, un paio dei miei compagni si fiondavano tra i banchetti e fregavano un po’ di frutta.
- Miiii, stai confessando un reato!
= Non ho mica detto che lo facevo anche io, e poi è prescritto ormai.
- Se, vabbè, e tu cosa facevi allora?
= Io ed un altro non volevamo fare questa cosa, siamo andati da uno dei fruttivendoli e gli abbiamo chiesto della frutta.
- E?
= Ogni lunedì questo signore ci puliva un frutto o una verdura e ce la regala.
- Furbi… dai, va avanti, la terza cosa.
= Vediamo, vado in fissa per le serie tv americane e so praticamente a memoria puntate su puntate dei Simpson, e sono due.
- No no, questa vale uno.
= Ma…
- Niente “ma”, spara la quarta cosa.
= Ho una passione smodata per i panzerotti fritti.
- Praticamente tu hai una passione smodata per tutto quello che è commestibile e, temo, anche per ciò che è quantomeno masticabile.
= Non esagerare, mangio tutto ma il panzerotto fritto è sempre il panzerotto fritto.
- Sarà…
= Hai mai assaggiato il panzerotto gigante di Di Cosimo, a Bari?
- No.
= Allora non puoi esprimerti!
- Ne mancano ancora tre, la quinta?
= Durante la scuola superiore sono stato innamorato di una mia compagna di classe per quattro anni su cinque ma lei non mi ha mai filato nemmeno per sbaglio. Così esauriamo anche il capitolo “confessioni romantiche”.
- Ho gli occhi a cuoricino guarda.
= Falla finita che c’è già chi mi dice che non sono stato capace di metterci una pietra sopra. Andiamo avanti?
- Ok… Vai con la sesta.
= Faccio un uso smodato di aforismi e citazioni.
- Come mai?
= Perché dovrei rischiare di dire una cazzata se un altro ha già espresso meglio di me tale pensiero?
- E da quando ti fai scrupolo di dire cazzate?
= Sto cercando di smettere.
- Ne manca ancora una.
= Uffa, sono davvero a corto di idee.
- Dai, la settima ed ultima.
= Trovato. Prima di pubblicare un post lo scrivo prima su carta, poi lo ricopio in word e lo modifico e poi lo ricopio nel blog, modificandolo ancora.
- E nonostante tutto ‘sto lavoraccio ti escono comunque delle stronzate?
= Li peggioro apposta tra carta e word e tra word e blog. Allora, contento? Ho finito, posso mettermi a dormire!
- Di nominare altri blog non se ne parla, vero?
= Assolutamente no! Buonanotte…
- Ehm…senti…
= Che altro c’è?!
- Visto che ci sei, ci sarebbe Chaillrun che ti ha chiesto di elencare le dieci cose che ti fanno stare bene.
= Un altro elenco??! Nooooo, daiiii!!!
- Essù…
= Uff, vabbù, però, c pall!
- E non ti esprimere in arabo!
= Le dieci cose le dico a caso oppure devo pure metterle in classifica?
- No no, a caso.
= Meno male. Allora inizio dicendo “ridere e far ridere”.
- Speriamo nelle altre nove cose, questa non credo ti dia molte soddisfazioni.
= Anche tu, vena comica fantastica. Poi dico “l’amore”.
- Ma, farlo o sentirlo?
= Sei un po’ troppo curioso, il mio è un blog aperto a tutti, mica solo a gli adulti.
- Rispondi, su.
= Entrambe le cose.
- Pure farlo? Hahahahahahahaha, ma dove???
= Sei sempre stato pieno di fiducia in me, sono commosso.
- Passa alla terza cosa va.
= “La birra con gli amici”, inteso come il cazzeggio rilassato con le persone a cui vuoi bene.
- Questa è sacrosanta, concordo!
= E poi, “scrivere”, scrivere mi fa stare bene, ci sfogo la rabbia, mi invento vite, materializzo sogni.
- Questa dello scrivere me l’aspettavo, poi?
= “I libri”, ci va a braccetto no?
- Beh, certo. Visto? Le prime cinque le hai già dette, altre cinque ed hai finito.
= “Milano”.
- La canzone?
= La città.
- Milano ti fa stare bene?
= Sì, è talmente legata a me attraverso i miei ricordi che ogni volta che ci vado mi sento bene, sto bene.
- Ma è inquinatissima!
= Certo, perché tu preferiresti vivere in campagna, vero?
- Infatti.
= Allora vieni a sentire l’odore che c’è dalle mie parti nel periodo da aprile ad agosto e oltre, poi mi dici. Sono alla settima, la settima è “il cibo”.
- Maddai, non lo avrei mai immaginato.
= No eh? Mi piace stupirti! Ma vuoi mettere una bella mangiata?!
- Vai con l’ottava.
= "La mia felpa viola con il cappuccio".
- Strana questa.
= Lo so ma è così. “Levarmi le scarpe dopo aver camminato tanto”, bella questa eh?!
- Certo, fa stare bene te ma non quelli che ti stanno intorno.
= Simpaticissimo. Decima ed ultima “i miei nipoti”.
- Hehehehehehehe, lo sapevo che ce li mettevi.
= In questo momento queste sono le dieci cose, magari in un altro momento alcune potrebbero variare, ma non credo. Posso rimettermi a dormire ora?
- Va bene ma è mezzogiorno!
= Vabbè, mi metto a dormire dopo pranzo.

16 maggio 2011

Sintetizzando

- Ma si può sapere cos'hai in questi giorni?
- Eh...
- Eh che?
- Se sapessi...
- Se me lo dicessi...
- Sono un ipocondriaco convalescente.
- In pratica ti stai riprendendo dal non aver avuto un cazzo!
- Lo sai che il tuo dono della sintesi è davvero fastidioso?

09 marzo 2011

Constatando

- Sai, come diceva Kierkegaard...
- Chi?!
- Soren Kierkegaard!
- Il centravanti del Goteborg?
- Il filosofo!!
- Aaah, era detto "il filosofo", allora non era centravanti, era regista!
- Ossignore! Era un filosofo danese del 1800.
- Io di danesi conosco solo i biscotti al burro, quelli che alzano il colesterolo anche solo leggendo l'etichetta della scatola.
- Ho presente ma non c'entra un cazzo. Insomma, vuoi sapere cosa diceva Kierkegaard oppure no?
- Ho qualche speranza che, dicendo no tu non me lo dica?
- Nessuna.
- Ok, cosa diceva Kierkegaard? Sono curiosissimo...
- Diceva: "La vita si può comprendere solo guardando indietro, ma si può vivere soltanto guardando avanti".
- Insomma, come la fai e la fai ce l'hai al culo!
- Il tuo dono della sintesi mi stupisce tutte le volte.

ps
il dialogo è inventato, sono semplicemente due delle mie troppe personalità che parlano tra loro :D

05 maggio 2010

Magra consolazione

- Nice diceva che se guardi a lungo nell'abisso, l'abisso guarda dentro di te.
- Lo so, a me è successo.
- E?
- L'abisso ha sbadigliato.

29 agosto 2009

Reazione a catena

Mario: Cara, hai presente il gazebo che ho messo sotto l’acacia per evitare che la resina mi cadesse sulla macchina?
Anna: Sì, perché?
M.: Ecco, si è giustappunto coperto di resina.
A.: Vabbè, lo hai preso per quello no? Puliremo con il solvente.
M.: Sì, solo che le mosche, attirate dalla resina, ci sono rimaste appiccicate.
A.: E che sarà mai, laveremo via anche quelle, non preoccuparti, l’idropulitrice è molto potente.
M.: Certo, certo, però vedi, le lucertole, attirate dal banchetto gratuito di mosche sono rimaste invischiate anche loro.
A.: Che schifo! Ci vorrà la paletta per staccarle.
M.: Penso di sì, solo che, ehm, sai il gatto della Bissoni, quello che caccia le lucertole?
A.: No! Anche lui?! E’ uno zoo ormai il gazebo!
M.: Camminava sul muro accanto, non gli è parso vero che ci fossero tutte quelle lucertole e si è buttato al centro, ora è lì che miagola.
A.: E poi dicono che i gatti sono furbi. Prendi la scala e vallo a staccare di forza ché altrimenti la Bissoni è la volta buona che ci denuncia.
M.: Sì, ma c’è un problema.
A.: Un altro?! Festa grande oggi! Cos’altro c’è?
M.: Ricordi che il gatto non cacciava solo lucertole ma anche piccioni?
A.: Si sono attaccati anche quelli?
M.: No, però quando hanno visto che il gatto era lì bloccato hanno cominciato, diciamo così, a “bombardarlo”.
A.: Con cosa?
M.: Gli cagano addosso!
A.: Azz. Vendicativi ‘sti piccioni, vabbè, ma quanta ne potranno fare? Sono sicura che esauriranno presto le armi.
M.: No perché i figli della Marchetti per fare una cosa divertente gli hanno dato da mangiare molliche di pane imbevute di guttalax! Ormai quelli sono armati come uno stormo di F14 americani, non la smetteranno per ora.
A.: Quei ragazzini andrebbero messi in riformatorio per il bene della comunità. Allora mettiti la cerata ma vai a salvare il gatto.
M.: Ma non posso passare, non posso raggiungere il gazebo.
A.: E quanto hanno già cacato ‘sti piccioni?!
M.: Mannò, in mezzo al cortile c’è l’ambulanza che ostruisce il passaggio.
A.: Un ambulanza?! Cos’altro è successo??
M.: I ragazzini hanno usato tutto il guttalax del nonno e quello ha avuto un blocco intestinale, lo devono portare a fare un clistere d’urgenza.
A.: Quanta poesia nelle tue parole…
M.: Ma è la verità!
A.: Senti, fa una cosa, visto che i garage sono comunicanti, passa nel complesso vicino ed esci da lì, così aggiri l’ambulanza.
M.: Non si può andare nell’altro complesso.
A.: E perché?
M.: E’ colpa di Rossetti.
A.: Il signore che sta al 10B?
M.: Sì, quello ha il balcone sopra il nostro gazebo quindi è finito nel fuoco incrociato dei piccioni, quando si è accorto che le sue gardenie erano ricoperte di guano è corso a prendere il fucile da caccia perché voleva fare un antiaerea.
A.: Un pazzo…
M.: aspetta che non ho finito; è scivolato sulla cacca di piccione mentre sparava ed ha colpito la centralina dell’allarme di quelli di fronte, i Simeoni.
A.: I paranoici?
M.: Sìii, è andata in corto ed ha preso fuoco la tenda da sole.
A.: E loro erano in casa?
M.: No, sono ad un seminario sulla sicurezza.
A.: E te pareva…
M.: Solo che quelli hanno anche sistema anti incendio collegato con la centrale dei vigili del fuoco.
A.: Non stento a crederlo, hanno anche il metal detector sull’uscio.
M.: Davvero?!
A.: Sì, mi ha detto l’amministratore che l’ultima volta che è andato per riscuotere i millesimi, quando ha suonato al campanello, una voce registrata gli ha detto “depositi tutti gli oggetti metallici nella cassettiera”.
M.: Nooooo….Vabbè; sono arrivati i pompieri a sirene spianate, non lo hai sentito il casino?
A.: No, ero sotto la doccia con lo stereo a palla, ma l’incendio è stato spento?
M.: No, non potevano entrare con la camionetta perché c’è l’ambulanza ed allora, per sicurezza, hanno fatto sgombrare tutto il palazzo e lo hanno interdetto, per questo non posso passare.
A.: Marò…
M.: Sì, pensa che si è trovato che stavano caricando il nonnetto sull’ambulanza che a vedere ‘sta gente che usciva di corsa ha chiesto cosa stesse accadendo e gli hanno risposto “evacuano” e lui sai cosa ha detto?
A.: Cosa?
M.: “Beati loro”…
A.: Si spiega da chi hanno preso i nipoti. Ma perché l’ambulanza sta ancora lì?
M.: Perché non può spostarsi più.
A.: Ma è terribile! Il vecchietto come farà? Potrebbe morire!
M.: No, è per colpa sua che l’ambulanza non può più muoversi.
A.: Vuole schiattare a casa sua?
M.: Anche tu poetessa eh?!
A.: Ehm, volevo dire: “desidera morire nel suo letto?”
M.: Noooo, è che quando si è accorto che la gente scappava per l’incendio si è spaventato talmente tanto da rendere ormai inutile corsa in ospedale e clistere, ha fatto da solo insomma.
A.: Oh mamma…
M.: Essì, ed ora l’ambulanza è impossibilitata a muoversi, sta aspettando che i pompieri spengano l’incendio per usufruire delle manichette, dare una ripulita e portarsi via la portiera.
A.: E cosa c’entra la portiera adesso?
M.: Beh, tra piccioni, vecchio nonno e acqua per spegnere l’incendio, quando ha visto come è combinato il cortile, ha avuto una crisi isterica ed è svenuta.
A.: Caro…
M.: Sì?
A.: Che ne dici se togliamo l’acacia e pavimentiamo?

24 febbraio 2009

Uno se le va a cercare

Amico di Baol: "Oh, non ci si può fidare più di niente e nessuno!"
Baol: "Cosa è successo?"
AdB.: "Ho comprato un cd, l'ho scartato con piacere, l'ho messo nel lettore...Non c'era niente, nemmeno un suono!!"
B.: "Ma che cd era?"
AdB.: "Il best di Hillary Duff"
B.: "Vabbè, ma pure tu? Nel best di Hillary Duff non c'è un suono e tu ti meravigli?!"

31 dicembre 2008

Delego gli auguri

Anna: Mario? Marioooo?
Mario: Eccomi, dimmi…
A.: Senti, ha chiamato…ma che ci facevi sul balcone con questo freddo?
M.: Ehm…niente…
A.: Niente? E lo vai a fare a meno due? Vabbè, dicevo che ha chiamato…
Driiiin Driiiin
A.: Ancora? Aspetta va…Pronto? Salve signora Marchetti, come va? Tanti augu…i babbi natale sul balcone? Ha visto? Quest’anno ho preso anche due renne di poliuretano che…come? I babbi natale che fanno? Si ingroppano tra loro a trenino?! E le renne gli su…oh mamma! Coi calzoni calati? Oh mamma…guardi, saranno caduti uno sull’altro…eh? Con questa scusa è nato il suo primo figlio? Ehm…ok, corro a rialzarli…buongiorno…

A.: MARIO!!!! Non facevi niente sul balcone vero?! Anche quest’anno?? Ma non ti piacciono proprio quegli addobbi!
M.: Mannò, è che Natale è passato e quindi pensavo avessero voglia di un po’ di svago.
A.: Tra di loro?
M.: Ma che ci posso fare se la befana non è ancora arrivata?
A.: Cretino! Pure le renne hai fatto partecipare? Povere bestie.
M.: Perché, loro non hanno diritto di divertirsi?
A.: Tanto non li butto i babbi natale scalatori, convinciti; ed adesso torna sul balcone e rimettili come stavano che ci sono i figli della Marchetti che mimano il trenino per casa, prima che prendano di mira il cane.
M.: Vabbè vado, ma ‘sti ragazzi invece di guardare i balconi dei vicini non potrebbero giocare alla playstation come tutti?!
A.: Hanno la televisione davanti alla finestra; ti vuoi muovere?!
M.: Uff…

M.: Fatto, contenta?
A.: Fammi controllare prima, non vorrei che insegnassi il Kamasutra ai vicini.
M.: Vista la faccia di quello qui accanto mi sa che gli servirebbe…
A.: MARIO!
M.: Ehehehehehe, allora, vanno bene?
A.: Sì, per fortuna ti sei trattenuto.
M.: Senti, ma chi era al telefono, prima?
A.: Te l’ho detto, la signora Marchetti.
M.: No, la telefonata prima di quella, mi stavi dicendo chi aveva chiamato.
A.: Ah, sì, era Bedrosian, ha chiesto se possiamo farli noi gli auguri per il 2009 ai suoi lettori, quest’anno.
M.: E lui non li può fare?
A.: Ma se non ha un idea decente da mesi!
M.: Anche questo è vero…e cosa potremmo augurare?
A.: Non so, un 2009 pieno di post di Bedrosian?
M.: Anna, guarda che di solito si augurano cose belle.
A.: Hai ragione, scusa. Allora i classici “felicità, salute e amore”?
M.: Aggiungici pure i soldi e facciamo l’oroscopo di Branko. I lettori di Bedrosian sono preziosi e fantasiosi, ci vuole qualcosa di speciale.
A.: Oh, a me non viene in mente niente, proponi tu qualcosa.
M.: Potremmo dire: “Vi auguriamo un 2009 in cui ogni giorno sia bello e felice da far sfigurare il precedente”, eh, che ne dici?
A.: Ma sai che per una volta hai detto una cosa giusta? Mi piace, ok, facciamo gli auguri così.
M.: Hai visto? Donna di poca fede, anche io quando voglio ci so fare. Senti, ma per stasera allora? Cenone?
A.: Con tutto quello che abbiamo mangiato? Sei pazzo? Cena macrobiotica!
M.: Macrobiotica?! Ma porc…ma almeno il cotechino con lenticchie a mezzanotte?? E’ una tradizione, dimmi che c’è il cotechino…
A.: Certo che c’è il cotechino.
M.: Meno male.
A.: Però è di tofu.


FELICISSIMO 2009 A TUTTI!!!!

02 ottobre 2008

La verità, vi prego, sul dottore

Lo incontrai una sera in un bar, lui ed il suo bastone erano appesi al banco. Era ubriaco, lui; il bastone aveva preso solo un’acqua tonica. Mi avvicinai e gli chiesi: “E’ libero?”, indicando lo sgabello vicino al suo, fece una smorfia “No, ci è seduto l’uomo invisibile”. L’alcool non aveva cancellato il sarcasmo. Continuava a riempire un bicchiere con del whiskey ed a svuotarlo subito dopo; appoggiato vicino al bicchiere c’era l’altro suo inseparabile compagno, un piccolo contenitore cilindrico, marrone, semitrasparente, con il tappo bianco; non avevo bisogno di leggere l’etichetta per sapere cosa contenesse: Vicodin. Ogni tanto ne prendeva un paio, nemmeno fossero confetti. Ordinai al barista un whiskey anche io e ci feci aggiungere il ghiaccio, odio i superalcolici nudi. “Ghiaccio…tzè! Potevi fartelo allungare direttamente con l’acqua, allora”, aveva parlato con una voce nemmeno troppo impastata; “Me lo ha prescritto così il medico, è una cura sperimentale”, “Sarà stato uno di quelli con la laurea scritta a mano con il pennarello”, “Beh, almeno non mi ha prescritto un cocktail di antidolorifici e whiskey, dicono che le due cose non vadano molto d’accordo”. Prese il tubetto e lo guardò con i suoi occhi di ghiaccio, “Ho organizzato un summit, sto cercando di fargli fare pace”. Mi girai di tre quarti per guardarlo meglio, anche con la schiena curva sul bicchiere era alto, “Ma non fa prima a darsi una coltellata nel fegato?”, “Farei prima anche dandomi una martellata nei coglioni eppure continuo a parlare con te; mi piacciono le cose lunghe e dolorose”. Ottima risposta, avrei potuto dirgli che la pensava così perché non aveva mai incontrato Rocco Siffredi ma alzai il bicchiere per un brindisi virtuale ed aggiunsi “Non so, visto quanti antidolorifici prende, non credo le piaccia molto il dolore”, mi guardò sorridendo, “Naaaaa, lo faccio perché non voglio che mi distragga, voglio godermi a pieno il dolore mentale.”. Continuò a guardarsi riflesso nello specchio dietro il barista fino a quando, come se si fosse ricordato una cosa, mi guardò spalancando gli occhi, “Ma tu perché mi fai tutte queste domande? Ci stai provando? Guarda che non sei il mio tipo. A me piacciono biondi” e tornò a bere guardando diritto davanti a se; risi, “No, no, niente del genere, sono uno scrittore, sto scrivendo un libro su un medico misantropo e geniale”, alzò un sopracciglio, “Cos’è, i soggetti interessanti erano finiti? Potresti scrivere un libro su un barista. Sam, per esempio, ascolta un sacco di storie interessanti”, guardò il barista che asciugava i bicchieri perso dentro una goccia secca sul bancone, “Hey Sam, con quante persone hai parlato oggi?”, il barista sì svegliò e ci guardò bovinamente, “Compreso te?”, “Sì”, “Due”, “E l’altra?”, “Aveva sbagliato numero” e tornò a perdersi dentro la goccia secca. “Vabbè” disse, “Sam non è l’esempio migliore ma nemmeno io lo sono” e chiuse la frase come una sentenza definitiva. Non volli demordere, “Lei scrive?”, “No, non ho mai imparato, le ricette per i pazienti le mimo al farmacista”, fece uno sbuffo con il naso, come se fosse una risata; ricominciai a parlare rivolgendomi al vuoto, “Ormai quasi tutti scrivono, grazie ai blog; lei ha un blog?”, “Sì, ci metto su le foto della Cally nuda”, “Avrà un sacco di contatti”, “A milioni”, altra chiusura da sentenza; il bastone cominciò ad innervosirsi ma non volli desistere, avevo una domanda da fare e desideravo la mia risposta. “Insomma, lei non ha un hobby?”, “Io suono”, “Cosa?”, “I tizi troppo curiosi”, “Andiamo dottore, stiamo solo facendo una chiacchierata”, “Chiacchierare è un’attività che tendo ad evitare, si ascoltano troppe stronzate”, terza e definitiva sentenza; si alzò reggendo il suo bastone, pagò per entrambi e si voltò verso la porta; quando fu con la mano alla maniglia glielo chiesi: “Come fa a trovare sempre la diagnosi?”, si girò verso di me fermo sull’uscio del bar, “Ho un gran culo” e se ne andò.

Ora, prima che mi linciate, io adoro il soggetto in questione, rivedrei le sue avventure più e più volte.

15 giugno 2008

Regista di genere

Regista: “Allora, io pensavo di iniziare con un campo lungo sul cantante, vestito in giacca e cravatta…anzi, papillon, al centro di una palude, così diamo questo senso di straniamento che fa molto Lynch. Mentre canta viene assalito da due coccodrilli albini che lo azzannano alle gambe ma lui, stoico, continua, pur avendo una smorfia di dolore sul volto che è una meravigliosa citazione dei film trash di avventura. Dall’alto degli alberi un orangotango viene in suo soccorso cercando, con un ramo spezzato, di far desistere i coccodrilli ma anch’esso è vittima della natura matrigna: due serpenti mamba non troppo grossi gli cingono le braccia e lo mordono e muore tra atroci dolori. Fino a questo momento abbiamo tenuto la camera fissa sui soggetti ma, con un balzo veloce in su puntiamo sul cielo dove un’enorme aquila reale volteggia, a simboleggiare il continuo controllo su tutto, degli Stati Uniti. L’obiettivo torna sul cantante alle prese con i coccodrilli, il suo sguardo viene catturato da qualcosa fuori campo, ma cosa? Subito l’occhio della camera segue lo sguardo del cantante e mostra un gatto che cerca di catturare un topo, ormai all’angolo; sa, in questo modo diamo sia un riferimento alla vita di tutti i giorni che appare nel luogo più inaspettato, come in una puntata di Lost, sia l’eterno predominio del grande sul piccolo ed infatti a maggior sottolineatura di questo aspetto facciamo incombere su di loro un elefante. L’obiettivo torna sul cantante che, se pur ormai esangue, continua a cantare, gli si avvicina sempre di più e poi lo lascia al suo destino, inoltrandosi nella foresta dove, ad un certo punto trova i cadaveri di due liocorni putrefatti come a dire che ormai l’età dell’innocenza e della fantasia è morta. Che ne pensa?”
Produttore: “Ehm, sì, bellissimo signor Infascelli ma “i due liocorni” è una canzone per bambini…”

29 maggio 2008

Telefonameme…

Si avvisano i gentili lettori che il seguente post è vietato ai minori di anni 18.

Driiiiiiiiin Driiiiiiiiiin
Simpatica Telefonista Discinta: Proooooooontooooooo….mmmmmmm…..chi seeeeeei?
Baol: O Signur…Ehm, salve, mi chiamo Bedrosian Baol.
S.T.D.: Ma che bel noooooome.
B.: Modestamente ce l’ho dalla nascita.
S.T.D.: Io sono Sahmahntah.
B.: C’era una svendita di acca?
S.T.D.: Che simpatico che sei, è la prima volta che chiami?
B.: Ehm, sì.
S.T.D.: E dimmi cosa ti piace allora.
B.: Ecco, allora, mi piace guardare.
S.T.D.: Aaah…sei un voyeur…mmmm…interessante! E con chi mi vorresti guardare? Con un uomo? Con una donna? Con un cavallo? Con uno scaldabagno?
B.: Con uno scaldabagno?!
S.T.D.: Mmmmm…ti piace strano allora…Sono qui con il mio amato boiler che…
B.: No, signorina, era una esclamazione di meraviglia. Quando ho detto guardare non intendevo quello, volevo dire che mi piace guardare, osservare il mondo, farmi raccontare la vita dagli occhi, come diceva De Andrè.
S.T.D.: Chi è? Uno con cui andavi a donne eh…E dimmi, cos’altro ti piace?
B.: Mi piace conoscere gente, le altre persone.
S.T.D.: Ti piacciono le orge eh…mascalzoncello…pure a me, una volta, mi ricordo, con tre amiche ed il Battaglione San Marco…
B.: No, vabbè, volevo dire che penso che ogni persona abbia una storia da raccontare, sia una storia da raccontare.
S.T.D.: E solo queste cose ti piacciono?
B.: Oh, no, mi piace tanto leggere, adoro tutto quello che può essere letto.
S.T.D.: Letto? Solo sul letto? Ma ci sono tanti posti per farlo, mica esiste solo il letto, sei pure un comodone. E dimmi, dimmi, che altro?
B.: Mah, mi piace la cucina…
S.T.D.: Ah! Allora lo vedi che non ti piace solo a letto anche in cucina, sul tavolo; qui da me ho un bel tavolo, tante sedie, ho anche un minipimer…
B.: Oh mamma…volevo dire che mi piace il cibo, mangiare, la buona cucina.
S.T.D.: E nient’altro?
B.: Beh, sono anche un fan della tecnologia.
S.T.D.: Ti piacciono i giocattoli eh, pure a me, ne ho un’intera collezione, ho paperette vibranti, cilindri roteanti, sferette saltellanti.
B.: Non era quella la tecnologia che intendevo però…
S.T.D.: Ma ci sarà qualcosa di strano che ti piace, no?
B.: Beh, ecco, ehm, ha presente quando, camminando per strada, ti trovi i pacchetti delle sigarette vuoti gettati per terra, magari ancora integri?
S.T.D.: Sì, beh?
B.: Ecco, a me piace schiacciarli con il piede e sentire come cedono…
S.T.D.: Ma sei un pervertito!
Tutututututututu…

Come avrete sicuramente capito questa non è una vera telefonata erotica (lo avete capito vero? VERO?!), ma soltanto lo svolgimento del meme delle sei cose che mi piacciono. Ho perso il conto delle persone che me lo hanno passato: Inenarrabile, Daniela, Aldievel, Giorgio Pontrelli, addirittura Jeannette…e mi sa che mi sono pure scordato qualcuno. In realtà le cose che mi piacciono sono più di sei ma se le dicessi tutte poi vi toglierei il gusto di scoprirle. Non espletavo un meme da tempo immemorabile, ne ho saltati un po’, tra cui un sacco di premi ricevuti; adesso dovrei postare il regolamento e passarlo ad altri blogger ma lo avete fatto tutti perciò, beh, la chiudo qui.