06 novembre 2017

Cortocircuito interpretativo

A guardarsi in giro, a stare attenti, a prestar occhio ai particolari, si vede che la povertà è incrementata; si vede gente che si costringe a disabituarsi ad un'abitudine, anche un semplice caffè in meno, un passare veloce davanti ai ripiani del supermercato per evitare di cadere in una tentazione che non ci si può permettere, non oggi, magari domani, forse. Allora a me viene da pensare ad una signora anziana che chiedeva l'elemosina fuori dal supermercato vicino casa, quando ero via di qui, al nord. Me la ricordo perché era lì, quasi tutti i giorni, dimessa, vestita in abiti scuri magari reduci di un lutto passato e ormai dipinti addosso. Lo sguardo spento dalla vita, perché la vita sa essere un bel po' stronza con i suoi figli, democratica, senza fare distinzioni. Me la sono immaginata la vita precedente di quella donna, magari casalinga, marito con lavoro dignitoso, uno stipendio, una casa di proprietà, nulla di che, non una reggia, ma magari due stanze con bagno e cucina, per viverci la vita. Ecco, la stessa vita che poi ti dà uno schiaffo, una malattia, un licenziamento, una fuga, non so, non è dato saperlo; solo che lo schiaffo e forte, di quelli che ti destabilizzano e ti fanno cadere, certo ti rialzi ma non sei mica più lo stesso, qualcosa è cambiato da lì in poi, ed allora sembra un susseguirsi di sfortune, magari si rompe la lavatrice ed aggiustarla costa, magari le bollette cominciano a sembrare più pesanti e ti neghi un ora al giorno di calore, in inverno. Quello che si aveva fa presto ad andare via ed allora ti dici che, in fondo, il vecchio portacandele d'argento non ti serve e puoi darlo via, e quel quadro? Magari al marito piaceva tanto, a lei un po' meno e comunque un po' di grana la si tira su e via via comincia a rimanerti poco ed allora apri un cassetto e trovi quegli orecchini di brillanti che non metti da tanto tempo, ricordo di un'altra vita, di un'altra età; sono così belli, sono preziosi, ci potresti tirar su un bel po' di soldi però gli oggetti sono anche affetto a volte, si caricano di un senso, di un potere, che non si può facilmente spiegare e allora no, troverai un altro modo per arrivare a domani ma quella cosa così preziosa, più per il cuore che per le tasche, beh, quella cosa deve rimanere con te e allora li indossi, anche se magari è un rischio, anche se sembra una follia ma no, al cambio oro non li porterai mai. Poi penso a tutto il mondo intorno, a quelli che passano e guardano e vedono tanta mestizia, tanta mortificata richiesta di qualche spicciolo per mangiare e poi giudicano quel brillare quasi strafottente senza nemmeno farsi passare un solo attimo, nella testa, di quanto quel brillare potrebbe essere l'unica cosa che la collega ancora all'essere una persona.