29 agosto 2010

C bella viit!*

Come il micio della foto (che in realtà è il vero proprietario del buen retiro salentino), io e la D.ssa Oceano andiamo a concederci un altro po' di riposo, a prestooooooo....

*Che bella vita!

25 agosto 2010

Una storia, diversi stili...

immagine presa da qui


Prima persona

La pioggia mi aveva colto di sorpresa uscendo di casa, la mia insana abitudine di non controllare mai, dalla finestra, che tempo c’è. Ero già in ritardo, Laura mi aspettava in stazione e non potevo tornare su per prendere l’ombrello e così iniziai a correre stando attento a non scivolare sull’asfalto lucido e viscido per il forte scroscio; per fortuna almeno le scarpe avevano la suola in gomma. Arrivai sulla banchina che il treno si stava già allontanando, Laura mi guardava con la testa fuori dal finestrino, inzuppandosi anche lei, come me; aveva la faccia di chi se lo aspettava, alzò quattro dita dal bordo del vetro e sparì nella curva. Non ero riuscito nemmeno ad urlarle “ciao”, capii che dovevo diventare puntuale.

Seconda persona

Mio fratello Luca è diventato puntuale quando non riuscì a salutare Laura, la sua fidanzata, il giorno che partì. Quel giorno si alzò già in ritardo confidando, come suo solito, in un bioritmo che, secondo lui, era perfetto ma che non poteva sostituire una sveglia. Certo, il tempo non fu nemmeno dalla sua parte perché si trovò ad uscire sotto un acquazzone di quelli che vengono ricordati; mettendo a repentaglio tutte le ossa del corpo, corse verso la stazione ma non ce la fece, arrivò sulla banchina che il treno si stava allontanando e Laura lo guardava, consapevole, con la testa fuori dal finestrino salutandolo con un cenno. Fu allora che Luca capì che doveva essere puntuale ma, come al solito, lo capì in ritardo.

Terza persona con punto di vista limitato

Quando vide l’ora, aprendo gli occhi, quella mattina, forse si domandò del perché non avesse messo la sveglia. Cercò di ridurre al minimo le azioni così da recuperare un po’ di tempo; i suoi familiari lo guardavano con un’espressione tra l’interrogativo e lo sconfortato, la faccia di chi si chiede se lui cambierà mai e si risponde “no”. Davanti al portone alzò gli occhi al cielo e lo vide cadere in tante, tantissime gocce; pioveva ed il tempo diventava sempre meno. Si assicurò che le scarpe gli dessero una vaga possibilità di non scivolare ed iniziò a correre ricordandosi, ogni tanto, di respirare. Quando arrivò sulla banchina il treno ormai si allontanava e lei era lì, affacciata al finestrino, con la faccia di chi se lo aspetta e lo salutò facendo spuntare quattro dita dal vetro. Lui guardò l’orologio e mormorò “mai più”.

Terza persona con punto di vista esterno

Uscì di casa con un lembo della camicia che spuntava dal davanti dei pantaloni e venne investito in pieno dallo scroscio della pioggia che, da alcuni minuti, martellava la città. Titubò un attimo guardandosi le scarpe e si buttò a capofitto tra le auto imbottigliate nel traffico che suonavano una overture per clacson. Entrando in stazione si fermò a dare una veloce occhiata al tabellone delle partenze ed il giubbotto lucido d’acqua ne approfittò per piangere un po’ sul pavimento; giusto il tempo di creare una piccola pozza d’acqua sotto di lui che corse verso i binari. Arrivò sulla banchina che il treno si stava già allontanando, i vagoni chiusi, solo una ragazza affacciata al finestrino lo guardò con un’espressione enigmatica e fece un cenno con la mano che sembrava un saluto. Lui si fermò a respirare e si batté le mani sulle cosce.

Narratore onnisciente

Luca quella sera, come suo solito, si fidò troppo di se stesso e non puntò la sveglia; Laura partiva il giorno dopo e lui le aveva detto che sarebbe stato lì per salutarla; lei, più pragmatica, non si era illusa nemmeno un minuto. Quando, il giorno dopo, Luca avrebbe aperto gli occhi puntandoli sull’orologio a parete, per l’ennesima volta si sarebbe stramaledetto. I suoi familiari conoscevano perfettamente il copione, suo fratello, prima che andasse a letto, lo aveva anche avvisato ma aveva fatto la fine di Cassandra. Luca non immaginava che potesse esserci qualcosa a rallentare il suo cammino, non lo metteva in conto ma il giorno dopo una pioggia battente lo attendeva sul portone di casa; corse con dentro una speranza incosciente mentre, in stazione, Laura non batteva nemmeno il piede, guardava l’orologio più per abitudine che per altro; certo, dentro aveva un piccolo barlume di speranza ma neppure lei ci credeva davvero. Lo vide arrivare correndo, sulla banchina, con addosso più acqua che vestiti, che il treno già si allontanava. La curiosità l’aveva spinta ad essere l’unica affacciata al finestrino e l’arrivo di lui non fece altro che spegnere quell’ultimo barlume; lo salutò senza espressione e chiuse il vetro, non badando ai rivoli che le scendevano sul collo mentre lui, in debito di ossigeno e fiducia, si rendeva conto di dover cambiare.

Visto che non so mai quale è il modo migliore per narrare una storia perché c'è chi preferisce, per esempio, i racconti in prima persona e chi no allora stamattina mi sono detto "quasi quasi provo a raccontare una storia in tutti i modi possibili e vediamo cosa ne viene fuori". Sì, ma che storia? Allora sono andato a cercare una foto (e spero che l'autore apprezzi) e mi sono fatto ispirare...

16 agosto 2010

Sembianza, sembrare, sembiante

Il post dalle tre parole di Sconfusionata


Orfeo

La vedo durante un sonno agitato, nell'intercapedine tra veglia e sogno in cui mi rifugio.

E' solo un'anima a lei sembiante

Le voci nella mia testa sono più sensate di me ma non le ascolto; per alcune cose logica e senso comune sono solo un fardello inutile che appesantisce il passo.

Lei non c'è più

E anche se fosse? Non ha gusto la ricerca di cose certe, è quasi noiosa e poi un lumicino di speranza non è il buio e fosse pure solo l'ombra della sua sembianza andrò comunque a riprendermela fino all'inferno.

Lei si concede ad altri

Lo so, l'ho sempre saputo che ha danzato per tanti, che si concede ad altre mani ma è me che ama, solo con me c'è il vortice che toglie il fiato e che strozza le parole in gola.

Anche per gli altri è così

Le voci nella mia testa vogliono solo evitare che mi faccia male ma so che non è vero come so che le more più dolci sono quelle che crescono più in profondità, tra i rovi.

Non vorrà tornare

Metterò il vestito elegante a tutte le parole che amava e le farò ballare fino a quando non tornerà con me. La cerco e scendo in tutti i posti in cui può essere e la trovo. La trovo negli occhi di mille persone e riflesso dopo riflesso sono davanti a lei dove tutto sembra e niente è; abbraccia il suo carceriere.

Lei non ha catene

Le ha, sono solo più difficili da spezzare ma non tornerò indietro senza di lei. Prendo la mia anima e ne faccio un foglio, il sangue inchiostro e scrivo; fino a quando lei non mi segue. Risalgo le mille curve che ci separano dalla luce ma non mi volto, non la perderò dopo quello che ho fatto per ritrovarla, per ritrovare lei, l'ispirazione.

12 agosto 2010

La saggezza popolare

Jalz't sub't a matein e kh'k a do jak'j*

*Se ti alzi per primo ti scegli il posto migliore per liberarti

10 agosto 2010

Chiariamo

Io Lost l'ho adorato, penso sia stata una serie innovativa, potente e bla bla bla, l'ho vista in italiano e su Rai2, senza streaming o emule o sky. Non sono di quelli che dice "meglio seguirla in originale, si capiscono le sfumature", il mio inglese è discreto ma 1) una delle cose che facciamo meglio in Italia è il doppiaggio e 2) già con il doppiaggio non si capiva niente. Ho divagato. Dicevo che ho adorato Lost e oggi finalmente sono riuscito a vederne il finale, non credo di spoilerare niente dato che, tra streaming, emule e sky, mi sa che ero rimasto l'unico al mondo a non sapere come fosse finito Lost. Ho divagato di nuovo. Dicevo che ho adorato Lost, che la considero una serie innovativa e potente, scritta bene, girata bene e recitata bene; ne ho apprezzato i salti temporali, la genialità delle idee, ne ho apprezzato il pathos e il romanticismo di certe storie, ne ho adorato alcuni personaggi ed odiato altri (e questo è proprio solo di una gran serie); insomma tutto questo, questo che mi ha accompagnato per queste 4 stagioni di telefilm facendo appassionare, facendomi porre un sacco di domande, facendomi venire il gusto per le risposte; tutto questo è finito, ho visto apparire il titolo della serie sullo sfondo nero per l'ultima volta e mi è nata l'ultima domanda della serie:
Ma si può fare un finale così di cazzo?!

01 agosto 2010

(semi) chiuso per ferie...

Vi assicuro che non ce la facevo più, non ce la faceva più nemmeno la (neo) Dott.ssa Oceano ed allora ce ne siamo venuti nel buen retiro salentino in cui mi rifugio in agosto...questo per dirvi che latiterò un po' dal mio e dai vostri blog ("come se adesso fossi presentissimo" direte voi...ed avreste ragione) pc e connessione ci sono però non è che assicuro di utilizzarli. Buone vacanze a tutti, qui siete sempre i benvenuti. Ah, un'ultima cosa, metto la moderazione ai commenti perché con i ritmi che avrò per controllare mi si riempirebbe di spam...ciaooooooooooo....