29 settembre 2008

Meglio andare a piedi...

L'idrovolante color senape sembrava quasi fermo stagliandosi nel cielo azzurro, scendeva piano verso chissà dove ma l'uomo alla guida della bravo metallizzata non lo vide, forse perchè era intento a scrivere un sms mentre si trovava sulla corsia di sorpasso più esterna, delle tre di cui era composta la statale. Se fosse stato più attento certamente si sarebbe accorto che due corsie più a destra, in un vecchio modello di polo, un signore con gli occhiali parlava al telefono mentre leggeva una lettera, aperta sul volante; se se ne fosse accorto magari gli avrebbe fatto un colpo di clacson per richiamare la sua attenzione sulla tipo grigia che si immetteva a tutta velocità sulla strada con unico deterrente delle inutili luci d'emergenza accese. Anche lui però, in quel caso, avrebbe fatto caso alla mercedes con dentro i quattro ragazzi che dimostravano la loro incapacità nel sorpassare sbandando ed invadendo le corsie a sinistra e a destra. Meno male che il vecchietto che, piazzato sulla corsia centrale ad una velocità talmente bassa da rasentare l'immobilità, non si è accorto di niente altrimenti avrebbe potuto spaventarsi e dare un movimento inconsulto magari dando fastidio alla moto che lo sorpassava da destra...forse è meglio che la prossima volta me ne vado a piedi!

Io questi soggetti li ho incontrati davvero 'stamattina, per fortuna non tutti insieme! E pensare che nessuno di loro indossava il cappello.

25 settembre 2008

Un'opinione please

Mi stavo facendo un po' di conti di quanto costerà il mio periodo milanese e sono andato in crisi ipoglicemica. Vi roderebbe tanto se mettessi gli adsense googleiani?

20 settembre 2008

Il mistero degli uomini che fanno culo

Il cellulare si agitava sulla scrivania come se fosse posseduto, ad ogni vibrazione ruotava di un quarto di giro e si illuminava ad intermittenza, oltre ad emettere a tutto volume un trillo fastidiosissimo. Ero convinto di averlo spento prima di infilarmi sotto la doccia, per questo, imprecando, uscii dal bagno solo con un asciugamano addosso piombando nel mezzo di una riunione della Tupperware che mia madre aveva indetto quel pomeriggio, senza avvisarmi o, con maggiore probabilità, mi aveva avvisato ma io avevo lasciato il cervello sul comodino e la mia soglia di attenzione era stata pari a quella di un deputato durante un question-time sul riordino delle unità locali. Mi trovavo davanti a dodici donne che mi guardavano tenendo sospese a mezz’aria le tazzine con il the; mia madre con un colpetto di tosse disse solo: “Questo è Bedrosian, mio figlio”, “Simpatico, ma cosa ci fa con un turbante in testa?”, aveva parlato la donna al suo fianco, “Quale testa?”, disse la signora che mi stava più vicina. La rappresentante della Tupperware si scosse dal torpore e continuò la presentazione dei prodotto: “Ora vorrei mostrarvi un comodo contenitore per i salumi”. Il telefono continuava a reclamare attenzione e mi diressi verso la mia stanza, non prima di sentire la più anziana proporre a mia madre casa nostra come sede fissa degli incontri; avrei dovuto assolutamente trovare una magia baol per cancellare loro la memoria. Il display del cellulare mi comunicava che a cercarmi con tanta insistenza era il Gran Consiglio Baol; ecco perché squillava, le loro chiamate arrivano anche a cellulare spento. “Risponde la segreteria telefonica di Bedrosian Baol, sono momentaneamente assente, lasciate un messaggio dopo il segnale acustico…beeeep”, tentai, “Bedrosian, finiscila, ci provi tutte le volte, lo sai che non ci caschiamo; perché non hai risposto subito? Eri occupato?”, “No, di solito lo spengo quando non ho un cazzo da fare ed aspetto una telefonata importante… sì che ero occupato!”, “Ah, mi dispiace, spero che non ci siano stati troppi problemi”, “Noooo, a parte dodici signore con il sonno turbato a cui mia madre adesso starà probabilmente dicendo che uscire nudo dalla doccia con un asciugamano in testa fa parte della mia religione? Oppure la scia d’acqua tipo Rio delle Amazzoni che dal bagno arriva qui in camera e per la quale la sunnominata madre santierà fino a far accartocciare il calendario di Frate Indovino in cucina? Nessun problema”, “Meno male, mi stavo preoccupando”, “…”, “Comunque ti chiamo perché c’è un’emergenza per cui serve un Baol di primo livello”, “Cioè?”, “Cioè di livello A, come te”, “Scusa, toglimi una curiosità, ma tu questo lavoro come lo hai ottenuto?”, “Con un concorso”, “Un gratta&vinci?”, “No, ho fatto un esame con una commissione, il presidente mi ha chiesto ‘come si entra nel Gran Consiglio Baol?’ ed io ho detto ‘Dalla porta principale’ allora mi ha guardato e mi ha detto ‘Bravo, il posto è tuo’ “, “E tu?”, “Ed io ho risposto ‘Grazie papà!’ “, “Vabbè, comunque con ‘Cioè?’ intendevo chiederti che emergenza è”, “Ah sì, a Trento ci sono due a cui gli uomini fanno culo”, “E beh? A parte che c’è a chi piace ma a me cosa importa, non abbiamo una sezione speciale per le richieste sessuali?”, “No, non hai capito, a queste due gli uomini o non le cagano nemmeno di striscio o le cagano solo gli impresentabili e quando lo fa uno presentabile scappa dopo pochissimo. Loro danno la colpa al pianeta bastardoporco”, “Seeee, ma saranno due racchie, il pianeta bastardoporco non è mica così crudele, ti manda qualche fregatura ogni tanto, se lo fai arrabbiare, ma niente di più; guarda me, l’ho fatto incazzare spesso ma comunque ho una splendida ragazza”, “Probabilmente lei lo ha fatto incazzare molto di più…”, “Vabbè, comunque sarà sicuramente un falso allarme, perché ci deve andare un baol di livello A?, “Perché è stata fatta una apposita richiesta e sai bene che un baol non può rifiutarsi”, “Uffaaaaa… ma Trento è a millemila chilometri da qui, che palle! Va bene, parto subito, prima che le amiche di mia madre si inventino la scusa che vogliono qualcuno per portare la spesa a casa”. Ero nervoso, sapevo che non avrei trovato un volo in così breve tempo ed infatti nemmeno con la persuasione baol riuscii a convincere la tizia dell’agenzia. Il mio vicino in treno aveva tentato di attaccare bottone già sulla scaletta del vagone, per fortuna l’induzione del sonno è una cosa che insegnano al primo anno della scuola per baol e quindi non avevo avuto problemi; certo, colpirlo con la valigia fingendo di farla cadere, aveva aiutato. Durante il viaggio ero arrivato alla conclusione che mi sarei trovato di fronte due vecchie cariatidi, due zitellacce brutte e baffute che si facevano passare il singhiozzo a vicenda semplicemente guardandosi in faccia. Sicuramente il Gran Consiglio voleva punirmi per la cazzata fatta all’ultima festa di fine anno; durante il mio classico spettacolo di magia avevo chiesto al pubblico che gioco volevano che eseguissi, ‘Fai sparire l’oca’ mi dissero ed io per sbaglio avevo fatto svanire la moglie del baol supremo. Ormai ero davanti alla porta di ‘cessa e più cessa’ , presi fiato e coraggio baol a pieni polmoni e bussai. Mi venne ad aprire una gnocca da paura, una bionda con due occhi verdi ed un profumo di pesca che nemmeno in Emilia a giugno in un campo di nettarine si sente così. Pensai che doveva essere sicuramente la badante slovena delle due vecchiacce “Io – sto – cercando – le – signorine – Cally Callisti – e – Mafy Mafaldi – sono – in – casa?”, parlavo scandendo le parole, magari non capiva benissimo l’italiano, ed infatti mi guardava stupita poi disse: “Cally sono io e lei è?”, “Un imbecille… ehm, mi chiamo Bedrosian Baol e mi manda il Gran Consiglio Baol su vostra esplicita richiesta”, “Uh, uuuuuh, Mafyyyyy, Mafyyyyyy, vieni, c’è il baol che abbiamo richiesto”. Sinceramente a quel punto le mie certezze iniziavano a vacillare ed i primi dubbi ad assalirmi, ‘Magari adesso arriva una mascolina, uno scaricatore di porto insomma e si scopre che sono una coppia omo, ma perché chiedersi il motivo per cui gli uomini fanno culo?’ questi pensieri mi giravano in testa quando dalla porta sul corridoio apparve un’altra bionda, un po’ più alta, con gli occhi azzurri ed un sorriso da far pagare l’eccedenza dell’Enel. Come cavolo era che a queste due gli uomini facevano culo? Avevano tentato di far esplodere il pianeta bastardoporco? Facevano sacrifici umani? Trento era la città con la più alta densità di cretini del pianeta terra? Pensai all’esito delle ultime elezioni politiche e questa ipotesi si fece plausibile a livello nazionale ma dovevo indagare. Mentre mi accomodavo diedi un’occhiata in giro per cercare degli indizi, magari qualche cadavere nascosto. Ci sedemmo al tavolo della cucina, loro due da un lato ed io di fronte “Spiegatemi la situazione” dissi; le due fecero un movimento sincronizzato per scuotere le chiome bionde, a destra e sinistra, che nemmeno i cavalli nei vernissage. Per fortuna il ‘Tum’ sotto il tavolo lo sentii solo io, oltre al dolore; il video dello scuotimento dei capelli avrebbe dovuto essere venduto in farmacia al posto del Viagra. Il mistero degli uomini che fanno culo si infittiva.

Beh, care le mie derelitte, come promesso ho scritto il post, adesso sta a voi continuarlo, accettate la sfida?

19 settembre 2008

Parole...

No, non le ho perse, lo so dove sono, sono nella mia testa tutte ammassate che aspettano che, come al solito, infili la mano, ruzzoli un po' e ne tiri fuori un pugno. Di solito faccio così, poi spargo le parole sul foglio, quelle si distribuiscono come lo shangai, avete presente? Quel gioco dei bastoncini che vanno tolti uno la volta senza far muovere gli altri; le mie parole si mettono così, ingarbugliate, io poi, piano piano le prendo e le metto in ordine, in quello che io posso definire "ordine", un mio ordine personale, magari a voi non danno nessun senso di ordine ma a me sì; quelle parole messe in fila a dire qualcosa mi calmano, ogni volta che scrivo, alla fine ho un piccolo sorriso sulla faccia e so che il tempo che ho speso nello scriverle non l'ho buttato e visto che per quasi tutto il resto di quello che faccio, Oceano a parte, ho la sensazione di buttare via i minuti, è una cosa che mi fa stare bene. I minuti, gli spiccioli della vita, come spiccioli li utilizziamo, li buttiamo via e poi quando facciamo il bilancio ci accorgiamo di aver dilapidato un patrimonio e di stare peggio dell'Alitalia. Io di parole ne ho, di idee ne ho, stanno sedute lì e si chiedono la mia mano quando arriva, ma arriva, lo sanno che arriva, solo che si scocciano un po' ed io spendo i miei spiccioli nella non voglia, perchè non è che non ho tempo, no, io non ho ossigeno e senza ossigeno i pensieri sono anemici oppure sono stronzate.

15 settembre 2008

Ma cosa sono alcuni di noi? Umani? Non credo!

Di solito i miei post sono "originali", li scrivo io, sono le cose che penso e che dico; di solito le parole che appaiono qui sopra le ho partorite io, magari ispirato da qualcosa o qualcuno ma sempre mie, di solito...questa volta faccio uno strappo alla regola e posto una cosa che ho letto, girovagando tra i blog, una cosa che mi ha fatto accapponare la pelle e venire le lacrime a gli occhi, leggetela anche voi, è qui.

11 settembre 2008

Ma uffa!

Dopo la salute, l'educazione scolastica, la cultura ed il tempo libero, adesso pure andare a puttane diventa una cosa per ricchi...eccheccazz...

10 settembre 2008

La cura del gorilla

"La cura del gorilla"
Sandrone Dazieri
Ed. Einaudi - Stile Libero

Eccomi qui, a più di un anno dal mio primo incontro con il gorilla, che leggo il secondo della serie; dovrei aumentare il ritmo, non si può far passare così tanto tempo tra una sua avventura e l'altra. Certo, la vita fa certi giri assurdi che non si sa quando si ripropone la congiunzione astrale di trovarsi in libreria proprio in quel momento lì in cui vuoi comprare quel libro lì, sì, vado per congiunzioni astrali nei miei acquisti librari, non si era capito? Magari mi consigliano un libro ed io voglio assolutamente comprarlo ma poi, capito in libreria e non ne ho voglia, sono ben strano eh? Vabbè, come con il primo, anche in questo caso la lettura è andata veloce e divertita, con intrecci che si dipanavano man mano che si leggeva ma soprattutto, con la classica ironia di Dazieri che spunta fuori nei dialoghi di cui sono intrisi. Il film non l'ho visto perchè l'unica volta che lo hanno trasmesso in tv l'audio era fuori sincrono con il video, faceva venire la labirintite.

Si vede che non ci sto con la testa in questo periodo, ho lasciato passare il secondo compleanno del mio blog così, senza nemmeno dire niente. Ebbene sì, lo scorso 2 settembre questo blog ha compiuto due anni; avrei voluto festeggiarlo con un bel post ma ero a Milano che mi cucinavo i miei famosi "piedi bolliti"...ah, per la cronaca, non ce l'ho fatta, l'ansia mi ha battuto ancora una volta ed ho rinunciato al "cesso elettrico".

07 settembre 2008

Com'è andata...

La banchina della stazione in attesa del treno, un'ansia nascosta male ed un saluto veloce all'accompagnatore. Una borsa più pesante di quello che sembra, come la mia testa. Un'alba splendida e rossa che spunta dal mare ed un rumore periodico e continuo sulle rotaie; sedili che si riempiono ad ogni stazione e tante facce diverse, qualche frase, le polemiche della fila accanto. Un arrivo in orario in una stazione immensa ed un'afa inaspettata delle tre di pomeriggio; un amico-parente con il sorriso sempre pronto come un'oasi nel deserto. Un guardarsi in giro spaesato e stanco e poi già l'inizio della ricerca e cartelli e telefonate; "salve, chiamo per il monolocale" e prezzi assurdi e cessi elettrici e primi piani e mansarde. Una persona nuova, una cena tranquilla ed una notte normale, breve come ormai tutte le notti. Un'altra giornata di ricerca e di afa e prezzi stellari per quattro pareti spoglie ed il luogo che mi vedrà quasi ogni giorno e le facce di quelli che sputa fuori, i vestiti di quelli che sputa fuori: abitogiaccacravatta ed io come un salmone controcorrente. Un pranzo da solo ed altre facce, tante; una signora senza casa con il suo impermeabile giallo che discute in una lingua che non esiste, con persone che non si vedono. Di nuovo in sella alle mie gambe in mezzo al caldo, come un cercatore d'oro d'altri tempi ma l'oro giustamente costa caro. Una doccia e via, fuori lasciando cervello e pensieri a casa, una pizza con l'amico-parente che Dio lo benedica che c'è, risate vere. Un saluto veloce ad altre persone e poi un'altra notte normale, breve come ormai tutte le notti. Un'altra giornata di caldo, domandarsi "ma non pioveva sempre, qui?!" e facce di mille paesi diversi, più difficili da capire ed un ragazzino manolesta che si accorge in tempo che lo guardo ed una signora ha ancora il suo cellulare, certo, se lo porta così non lo manterrà a lungo. Una persona conosciuta ma mai incontrata ed il piacere di incontrarla nonostante le sigarette ed ancora il luogo che mi vedrà e le facce che non sono io; mille volte chiedermi "chi me lo ha fatto fare?" e constatare di quanto diverso sono e di quanto voglio rimanere tale. Ansia, fedele compagna insieme a suo fratello sconforto ed un altro pranzo da solo e la sorpresa di una faccia conosciuta; un altro giro di ricerca ed altre mura e poi casa e doccia e una frase che ti fa stare bene e poi via di nuovo, correre via più veloce dei pensieri. Telefonate amiche ed altre formali e la consapevolezza di dover prendere una decisione: una cosa che mi mette ansia ma che costa meno o un costo maggiore con un po' meno ansia? Un'altra notte normale, breve come ormai tutte le notti e poi l'ultima giornata di ricerca ed altri appuntamenti formali che fanno saltare quello con un parente stretto e quindi l'ennesimo pranzo da solo; l'ultima camminata nel caldo prima della partenza con i piedi che ormai chiedono pietà e sempre tante cose viste che girano in testa ma senza una decisione presa. La scoperta di un costo aggiuntivo non considerato e la quasi convinzione di optare per un po' d'ansia ma con risparmio. Un'altra serata con altre facce nuove ma soprattutto con un amico vero che si incontra per la seconda volta e risate e cibo e risate. Una notte normale, breve come ormai tutte le notti e poi una mattina a richiudere una borsa più pesante di quello che sembra, come la mia testa; l'attesa dell'amico ed un mezzo di trasporto sotterraneo, la stazione ed un saluto, un treno con il mio posto nel vagone più lontano ed un viaggio lungo. Un viaggio lungo ma tranquillo, con il classico rumore continuo, con i dubbi e le decisioni, con i cruciverba e la musica con un libro finito da recensire e tante cose da fare. L'arrivo a casa con i saluti e gli abbracci, gli "allora hai trovato?" ed i miei "sì", le spiegazioni e cosa c'è e cosa bisogna portare e cosa comprare lì e tanta stanchezza sotto la mia doccia. Una cena con la fame che reclama e poi, finalmente, il sorriso più bello del mondo con intorno tutto il resto dello stesso livello e quasi addormentarsi lì, protetto e felice. Ecco, è andata più o meno così.