07 dicembre 2017

Giorno 7

M. sale le scale verso il suo appartamento, è tardi, si sentono pochi rumori, giusto il vocio di alcune tv, avvicinandosi alle porte sui pianerottoli; gli insonni attendono che la stanchezza abbia la meglio sui pensieri anestetizzandosi con le immagini di repliche di vecchi film. La pistola di quel ragazzo gli pesa nella tasca sinistra della giacca, ripensa a quanto è accaduto poco prima; un altro sarebbe spaventato o, quantomeno, in ansia ma lui no, non ha particolari sensazioni in merito, come se un avvenimento del genere rientrasse nella sua routine. Era stato bravo però, il ragazzo; aveva studiato la preda, aveva trovato sia il momento che il luogo ma, come gli aveva detto, aveva sbagliato preda. Non si aspettava una reazione o, meglio, non si aspettava una tale mancanza di reazione perché in quei casi punti proprio a quello, a spiazzare più che spaventare ed invece si era trovato davanti una persona che se gli avesse chiesto l'ora avrebbe mostrato maggiore interesse. In fondo, pensa M., è significativo, il caso alla fine comanda il gioco; se avesse puntato, per esempio, il commendatore del primo piano adesso il ragazzo avrebbe l'orologio, il portafogli e pure quel bel fermacravatta con il diamante che il commendatore mette sempre. Invece aveva scelto lui ed aveva rischiato di finire su un marciapiede, blu in volto e con sicuramente qualcuno a casa che lo avrebbe pianto, tipo una fidanzata. Non che M. credesse realmente al caso ma era convinto che la maggior parte della gente non considerasse realmente tutte le varianti e in tal modo il caso lo creavano per difetto. M. apre la porta di casa, si ferma un attimo al buio ascoltando i rumori del suo appartamento, controllando attentamente che non ci siano variazioni perché ogni variazione è un segno e non tutti i segni sono positivi. Quando è sicuro non ci siano variazioni accende la luce e appende la giacca all'attaccapanni all'ingresso, si ricorda che ha la pistola del ragazzo nella tasca, si gratta un attimo la macchia grigia sulla mano e a mezza voce si dice "forse è meglio che gliela renda".

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