15 dicembre 2017

Giorno 12

G. aveva sedici anni quando ha cominciato a lavorare per l'Azienda, ce lo portò un suo cugino più grande che lavorava lì da un po'. Visto che non voleva andare a scuola era deciso a trovarsi un lavoro e l'Azienda aveva sempre bisogno di manodopera; sulla carta si occupavano di import-export ed in fondo era vero; di giorno commerciavano in frutta e verdura e di notte in sigarette di contrabbando, le "bionde". Allora era un commercio che rendeva molto, c'era almeno uno sbarco di sigarette ogni sera e servivano braccia per scaricare le barche. G. lavorava tutte le sere, verso le undici lo passavano a prendere e lo portavano insieme agli altri in una delle calette della costa, lì aspettavano al buio fino a quando dal mare arrivava il segnale, in quel momento si muovevano per farsi trovare pronti appena le barche avessero attraccato. Formavano una catena umana che portava le casse di sigarette dalla spiaggia fino alle auto pronte a partire per portarle nei vari centri dello smercio. Era pesante e pericoloso ma alla fine lo pagavano bene e si faceva i cazzi suoi, cosa che veniva molto apprezzata. Le cose andavano avanti così, ormai era maggiorenne, dava una mano anche nell'attività mattutina dell'Azienda, per arrotondare. La "carriera" ha cominciato a farla quando, a causa di un incidente ad uno degli autisti gli venne chiesto di sostituirlo. Poteva anche rifiutare, c'erano altri disponibili, ma lui accettò; nella vita ci si trova spesso davanti a dei bivi e prendere una direzione o l'altra cambia il corso di tutta la nostra esistenza. Spesso si è domandato, negli anni, cosa sarebbe stato di lui se avesse detto di "no", non si era mai dato una risposta, sarebbe stata comunque un'ipotesi rispetto alla certezza di ciò che era avvenuto dopo. Non si era mai posto troppi problemi di coscienza, era un lavoro, lo sapeva fare e lo faceva, ormai non avrebbe saputo fare altro o, almeno, se la raccontava così.

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