03 dicembre 2017

Giorno 3

Tre cose sono fondamentali: preparazione, velocità e decisione; studi la preda, colpisci senza tentennamenti e vai via in fretta; solo così si è sicuri di riuscire. Oggi è il giorno giusto, la preda esce ogni giorno alle 23:00, con qualsiasi tempo, fa il giro dell'isolato fumando una sigaretta e torna a casa; ogni volta si avvicina al portone, prende la chiave dalla tasca destra del pantalone ed apre guardando l'orologio. Il quartiere è tranquillo, elegante ma lontano dalla zona della movida, nessuno che porta il cane per la pisciata notturna, palazzi signorili, tutte finestre con doppi vetri, quasi insonorizzate. Un colpo facile, domenica sera di inizio dicembre, freddo, nessuno in giro; ho individuato l'androne giusto dove aspettare, quando infilerà la chiave nella toppa gli sarò dietro, pistola in mano, in pochi minuti avrò il suo orologio ed il portafogli; quando avrà metabolizzato l'accaduto io sarò già lontano. La pistola fa sempre quel effetto, più che paura è una specie di sbigottimento, di incredulità, lo leggi negli occhi che si chiedono "ma davvero sta succedendo a me?"; lì bisogna essere freddi, agire veloci, farsi dare tutto e andare via, agiscono meccanicamente. Sono pronto, tre cose sono fondamentali: preparazione, velocità e decisione; arrivo, gli batto su una spalla e quando si gira punto la pistola. Ma c'è qualcosa che non va, non c'è paura nel suo sguardo, non c'è sorpresa, c'è curiosità ed allora quello sorpreso sono io, c'è una frattura nella routine e le fratture non sono mai una cosa buona. Non fa nessun movimento, semplicemente si gratta una voglia sulla mano destra, poco sotto il mignolo, una macchia grigia. Si gratta e poi mi parla: "Hai fatto tutto giusto, il dove, il quando, il come. Hai sbagliato solo una cosa", "cosa?", "il chi".

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