27 settembre 2007

FinalMEMEnte!

Fatabugiarda, inenarrabile, kabalino, regina madry e Ritana mi hanno invischiato nel meme delle otto cose che non ho mai detto di me. Per quanto mi faccia piacere che tanta gente sia interessata a conoscermi meglio, voi non potete capire quanto è stato difficile trovare otto cose da dire, visto che un meme simile lo avevo già fatto.

REGOLAMENTO

Regola 1: postare il regolamento

Regola 2: parlare di otto fatti a caso e curiosi o che non si sono mai raccontati nel blog che riguardino se stessi in un post dedicato

Regola 3: scegliere altre otto persone da incatenare e dire loro che sono state incatenate.


Però il regolamento non dice COME ve li devo raccontare questi otto fatti e così ve li racconto a modo mio :)

1) “Bambino che vuoi fare da grande?”
Galles: Ciao.
Baol: Ciao.
G.: Come ti chiami?
B.: Bedrosian e tu?
G.: Galles. Posso giocare con te?
B.: Va bene.
G.: Sai che hai dei soldatini bellissimi?
B.: Grazie.
G.: Senti, me ne presti uno?
B.: Va bene, però poi me ne riporti due.
G.: Ok, ma posso portarmelo a casa?
B.: Sì, però se te lo porti a casa, domani oltre ad un soldatino in più mi porti anche una macchinina.
G.: …
B.: Senti, ma tu da grande cosa vuoi fare?
G.: Io il barista, il mio sarà un bar bellissimo, si chiamerà Apocalypso. E tu?
B.: L’usuraio.
G.: Non so perché ma lo avevo capito.

2) “La creatura”
Anche se sono al buio posso sentire il suo lieve, impercettibile rumore, potrei impazzire. Io lo so che è lì, aspetta solo che illumini la stanza per poter fare ciò che sa fare meglio. Il sudore inizia a scendermi dalla fronte e lo stomaco si chiude in una morsa di orrore e disgusto, lo so che è lì, lo so. Adesso accendo, tremante porto la mano all’interruttore, mi fermo un attimo per respirare. Accendo; lui inizia la sua corsa verso di me.
AAAAAAAhhhhhhh!!! Oddìo!!!
Quanto mi fanno schifo gli scarafaggi!

3) “kabalinata”
A me quando mi chiedono che lavoro faccio mi mandano in crisi, lavoro poi, vabbè, diciamo quella cosa che faccio dietro la scrivania che ci sto comodo eh, mica no. Dicevo, io vado in crisi quando mi chiedono ‘sta cosa perché, se non sbaglio, io dovrei rispondere “libero professionista” o magari in futuro “commercialista”, ma questa è un’altra storia. “libero professionista”, dice che così veniamo chiamati, cioè, a volte si viene anche chiamati peggio ma vabbè; mio padre lo dice e lui dovrebbe saperlo bene chè questa cosa la fa da più di trentacinque anni e lui sì che è un libero professionista, ma io mica lo so se sono un libero professionista, al massimo sono un “libero principiante” visto che ho iniziato da poco; che poi, “libero” mica tanto mi sa che uno per essere libero deve potersi andare a prendere una boccata d’aria quando cavolo gli pare, che una bella boccata d’aria fa sempre bene; anche se, con tutti i veleni che ci son nell’aria al giorno d’oggi mica lo so quanto è salutare l’aria. Uno dovrebbe essere libero insomma, altrimenti che razza di libero professionista è? Ed invece c’è sempre qualcuno che ti dà un appuntamento e tu devi dirgli di sì che se no si offende, tranne se proprio non hai altri impegni, tipo che ti partorisce la moglie ed allora penso che “no” glielo puoi pure dire, solo che io non sono sposato quindi non lo posso dire. Che poi di sentire tutti ‘sti discorsi sulle tasse che nessuno le vuole pagare, che uno si chiede come deve campare lo Stato e tutto il resto ed allora quando li sento parlare di tutte queste cose qui che te le stanno sempre a ripetere, penso a come sarebbe bello stare solo, in un bel laboratorio a controllare i parametri di un esperimento sui neutrini e magari vederli pure, che io il fisico volevo fare.

4) “Passione”
Scorrere con le dita la pelle liscia, guardare i polpastrelli che l’accarezzano e sentirne il leggero vibrare sotto il tocco, poi fermarsi. Fermarsi in un punto preciso, consapevoli, con un brivido lungo la schiena ed un sorriso sulle labbra, con le dita ferme e precise, terminazione di una volontà. Una leggere pressione, quasi un soffio, un lieve gemito strozzato.
Adoro schiacciare i punti neri.

5) “INCHIODATO”
La stanza è buia e fumosa, una luce fredda la illumina poco e male, due persone sono sedute uno di fronte all’altro, più vicino alla porta, in piedi, c’è un soggetto in penombra, non muove un muscolo ma osserva soltanto. Il più rilassato guarda quello che ha di fronte, è nervoso.
Commissario: Allora, “signor” Bedrosian Baol, sa perché è qui?
Baol: Veramente lo vorrei sapere, mi avete prelevato in piena notte e mi avete portato qui senza darmi uno straccio di spiegazione.
C.: Ci arriveremo “signor” Bedrosian Baol, ci arriveremo…
Si vede che si diverte a caricare di sarcasmo la parola “signor”. Infatti all’altro da fastidio.
B.: La smetta di dire “signor” con quel tono!
C.: Io uso il tono che mi pare, chiaro?!
B.: Ma insomma, si può sapere per quale cazzo di motivo sono qui?
C.: Non si alteri signor Bedrosian Baol, qui le domande le facciamo noi.
Il tono è duro ma la sua espressione non è cambiata per niente, sempre con un sorriso di sfida sulle labbra, il sorriso di chi sa più di quello che chiede.
C.: Si ricorda dov’era il giorno 12 aprile del 1991?
L’altro spalanca gli occhi sorpreso ed indignato.
B.: Ma come faccio?! Sono passati sedici anni!
C.: Su, signor Bedrosian Baol, faccia uno sforzo.
B.: Facevo il primo superiore quel anno, avevo 14 anni.
Il commissario sembra soddisfatto.
C.: Bravo, vede che qualcosa ricorda?
B.: Mi ricordo solo questo, sarò stato a scuola quel giorno, cos’è? Avete scoperto che ho passato il compito di italiano al mio compagno di banco?
Parla con finta sicurezza, si sente nelle parole che è nervoso.
C.: Non faccia lo spiritoso signor Bedrosian Baol, lei potrebbe essere in guai seri, molto seri.
Questa volta anche la faccia del commissario si è fatta seria.
B.: O Signore! Ma mi volete spiegare?!
La voce di Baol è più alta di un’ottava. Il commissario se ne accorge e riprende la stessa faccia di prima.
C.: La sua classe quel giorno partiva per la gita, meta: i paesi etruschi.
B.: Quel giorno?
C.: Sì, proprio quel giorno…
B.: Ed allora?! Non si può nemmeno andare in gita adesso? Siamo ancora in democrazia mi pare.
Il nervosismo sale, è palpabile in Baol.
C.: Perché si agita signor Bedrosian Baol? E’ nervoso? Dicevamo, la sua classe partiva per la gita…
B.: Se lo dite voi devo credervi, non ricordo la data esatta.
C.: Sì, ci creda, è esatta, e lei partecipò a quella gita?
Lo sta cucinando a fuoco lento; un quasi impercettibile velo di sudore copre la fronte di Baol.
B.: Se mi fate questa domanda la risposta la sapete già.
C.: Ma io voglio sentirla dalla sua voce.
B.: Sì, ci andai.
C.: E cosa successe durante quella gita?
B.: Cosa successe?
Lo ha ripetuto più a se stesso che al commissario.
C.: Lo sto chiedendo a lei signor Bedrosian Baol, me lo dica.
B.: Niente successe, niente. Cosa volete che succedesse?!
C.: Non so, lei cosa ricorda?
Sembra il gatto che gioca con il topo, quel suo sorriso è proprio da gatto.
B.: Poco, l’ho rimossa quella gita.
C.: E perché, signor Bedrosian Baol?
B.: Perché una che mi piaceva si mise con un altro.
Non lo guarda in faccia rispondendogli, come se fosse ancora una ferita aperta di cui si vergogna.
C.: Brutti ricordi signor Bedrosian Baol, vero?
B.: Sì, nei primi anni della scuola ero abbastanza sfigato.
C.: Capita signor Bedrosian Baol, capita. Sono cose che succedono durante le gite, ma io sono interessato ad un avvenimento accaduto un po’ prima: durante il viaggio di andata.
Il volto già pallido di Baol è ormai terreo, come se un terribile ricordo gli fosse affiorato alla memoria.
B.: Eh?!
Farfuglia.
C.: Sì signor Bedrosian Baol, durante il viaggio di andata, sull’autobus è accaduto niente?
Il commissario sta per affondare il colpo, si fa più insistente e le difese di Baol sono ormai allo stremo.
B.: Ehm, non so, dormivo.
C.: No no, signor Bedrosian Baol, sappiamo che lei non è mai riuscito a dormire sugli autobus, nemmeno dopo una notte insonne.
B.: Ed allora chiacchieravo con il professore che ci accompagnava.
Baol si fa sempre più piccolo sulla sedia mentre il commissario è ormai in piedi con le mani appoggiate al tavolo.
C: Signor Bedrosian Baol, lei era uno sfigato ma non fino a questo punto. Vi eravate portati da mangiare?
Eccolo l’affondo, il commissario fa la domanda scandendo bene le parole. Gli occhi di Baol si spengono, guarda davanti a se ma non è presente.
C.: SVEGLIA! Sto parlando con lei! Vi eravate portati qualcosa da mangiare?
Baol si ridesta con un leggero movimento della testa.
B.: Sì, dei panini, il pranzo al sacco.
C.: E da bere? Cosa aveva da bere signor Bedrosian Baol?
B.: Acqua! Una bottiglietta d’acqua.
C.: No signor Bedrosian Baol, sappiamo che lei aveva comprato una lattina di Coca-Cola.
Baol è esausto, ha le braccia lungo il corpo e la voce si è fatta più flebile.
B.: Sentite, qui mi state trattenendo contro la mia volontà, se dovete accusarmi di qualcosa fatelo.
C.: Confessi signor Bedrosian Baol, le conviene.
Il tono del commissario diventa più amichevole, sa che ormai Baol è inchiodato.
C.: Non vede che sta sudando freddo? Lei aveva una lattina di Coca-Cola e la bevve e poi che fece?
B: Ok, basta! Confesso! Sono anni che mi porto dentro ‘sta cosa.
Ormai Baol è un fiume in piena, con gli occhi lucidi di lacrime.
B.: Una volta finita la lattina non mi andava di tenermi il vuoto e visto che eravamo sull’autostrada, mentre gli altri scherzavano e ridevano, ho aperto la finestrella superiore e l’ho buttata fuori.
C.: Dopo che ha sempre frantumato le palle a tutti con l’ecologia!
B.: Ma non volevo, ero giovane e stupido.
Gli occhi di Baol cercavano un conforto dal commissario, un conforto che non arriva.
C.: Le lacrime ed il pentimento non servono ora, doveva pensarci prima.
B.: Ho bisogno di un avvocato, vero?
C.: Sì, le sarà utile.
Ed è l’ultima cosa che dice prima di chiudersi la porta alle spalle.

6) “The Jokers live at the birthday”
Questo bootleg è l’unica testimonianza registrata dei “The Jokers”, nella formazione originale, senza i rimaneggiamenti che, successivamente, ne hanno decretato il declino. Sono solo quattro brani, quattro cover per l’esattezza, ma che potenza! Questi all’epoca diciassettenni, avrebbero qualcosa da insegnare a tutte le band giovanili che, adesso come adesso, stanno nascendo solo per la spinta del marketing. La potente voce di Jack Batiste dà a questi brani una nuova forza aiutato, naturalmente, da tutti i componenti della band; dal tessuto sonoro della chitarra di Andy Moresco, virtuoso delle sei corde, coadiuvato ottimamente, nella melodia, dal tastierista: Lean Coldwind. Per non parlare della sezione ritmica, sostenuta vigorosamente dalla batteria di Joe Peacock e da Bedrosian Baol, bassista talentuoso e scenicamente prorompente. Quindi, se volete un disco di Musica, cercate questo, sarà una ricerca difficile ma vedrete che ne varrà la pena.

7) “I misteri dell’universo”
Era il decimo giorno dell’ottavo mese dell’anno 3999 del calendario neogregoriano, in quella parte della galassia una periodica nube meteoritica avrebbe solcato i cieli. Con un gruppo di studiosi ci accingevamo a studiare il fenomeno da una distesa di silice, prospiciente una formazione liquida di bi-idrogeno ossigenato al cloruro sodico, che si perdeva verso l’orizzonte. Ci eravamo attrezzati con un nucleo energetico a carbonio che avrebbe assicurato un’ottima emissione termico-luminosa. Avevamo tutti delle microtute a polimeri plastici per accertarci dell’effetto della pioggia di meteoriti sull’epidermide umana. Il nostro ufficiale medico aveva preparato una scorta di integratori biologici a fermentazione chimica, ad assimilazione diretta: trentasei dosi base a fermentazione del malto, un multidose concentrato a fermentazione del frumento, potenziato con bacche di coltivazione arboricola ed aveva anche portato un suo composto, sempre multidose, di integratore a fermentazione di ginepro e acido citrico anidridato. Probabilmente una sconosciuta interazione tra integratori, specialmente quelli a base di malto con quello a fermentazione di frumento potenziato, con lo sciame meteoritico, alterò il mio stato psicofisico costringendomi ad abbassare in maniera consistente e continuata gli acidi presenti nel mio corpo. L’addetto alla registrazione dei dati dell’esperimento riporta che, per via del forte scompenso, le mie capacità dialettiche furono intaccate, riducendosi alternativamente ad una mia confessione di affinità elettive nei confronti di una giovane scienziata del gruppo e l’intenzione di andare ad abbassare il mio livello di liquidi, dentro la formazione di bi-idrogeno ossigenato al cloruro sodico. Lo studio del fenomeno meteoritico a quel punto per me non ha avuto seguito, due miei colleghi mi hanno riaccompagnato alla base onde evitare effetti irreversibili. Si segnale come tale scompenso non sia più avvenuto da allora.

8) “Sul finire dell’estate”
Il sole moriva lento dentro il mare lanciando riflessi dorati che ferivano gli occhi; i due ragazzi erano vicini e stavano in silenzio, si sorridevano di quei sorrisi fugaci in cui gli sguardi si toccano appena per poi ritirarsi impacciati ma curiosi. La ragazza parlava tanto e muoveva le mani, cercava inutilmente di calmarsi così, sentiva il cuore che batteva forte e non sapeva se le parole che le uscivano avessero un senso o meno. Lui annuiva fingendo sicurezza, avrebbe annuito anche se le parole di lei non avessero avuto senso perché non erano le parole che dovevano averlo. Anche lui era nervoso, sentiva le gambe molli che quasi sbattevano e ringraziava, dentro di sé, il fatto che fossero immersi nell’acqua fino alla vita. Lei si sentiva un po’ più sicura in acqua, era il suo elemento. Lui sentiva lo stomaco che si apriva e si chiudeva al ritmo veloce del cuore e quando parlava gli si incrinava lievemente la voce per l’emozione. Il mare era calmo e trasparente nonostante il controluce del tramonto; in acqua qualche bagnante, non troppi, solo quelli che si trattengono anche per l’ultima settimana di agosto. Lei disse: “l’acqua è un po’ fredda”, facendo dei cerchi con le dita sulla superficie, lui rispose: “vero” e si maledisse per la sua timidezza durante il breve, eterno silenzio che seguì, poi tirò un respiro profondo e le fermò la mano che faceva disegni sull’acqua e si guardarono negli occhi, gli sguardi non fuggirono timorosi ma rimasero a sorridersi, poi si avvicinarono lentamente l’uno all’altra e goffamente, districandosi nell’incrocio tra i nasi, le loro labbra si toccarono con timidezza scambiandosi i sorrisi per un tempo indefinito. Lei appoggiò la fronte alla sua e rise felice, lui ricambiò e guardò il sole che, ancora per poco, li salutava con i riflessi dorati sull’acqua e fu sicuro che non avrebbe mai scordato quell’estate, l’estate del suo primo bacio, l’estate dei suoi diciotto anni.

Ok, ora devo passare la palla ad altri otto, ed è la cosa migliore di questi meme. Allora, lo passo a Porzione, poi pure ad Hang the dj, ci aggiungo anche Michele va, poi al censore che queste cose non se le può mica far scappare. Me ne mancano altri quattro, vediamo...ah sì, naturalmente anche a quello che vorrebbe essere Bucknasty, poi non posso scordare chi si è inventato il soprannome "la carogna" e nemmeno il primo che ha invocato la pappagorgia irsuta e per ultimo lo sfegatato fan di Gianni Boom Paulicelli.

26 settembre 2007

Considerazioni

Questo post di Thirty e questo qui di Barbara mi hanno fatto pensare molto, trattano di amicizia e rispetto, due cose a cui tengo tantissimo. Mi sono chiesto se le due cose vanno sempre insieme, se sono complementari; nella mia trentennale esperienza con la materia in questione (oddìo come mi fa vecchio questa frase) non credo di poter affermare con estrema sicurezza di sì, anche perchè diffido sempre di quelli che sono sempre sicuri di ciò che dicono e te lo dicono come se ti stessero infondendo la scienza. Diceva Elbert Hubbard "un amico è uno che sa tutto di te e nonostante questo gli piaci" perchè gli amici a volte sono le persone che trattiamo peggio; pensiamo siano quelle a cui più facilmente possiamo dire di no perchè tanto loro capiscono; sono quelli che, nella nostra scala delle priorità, hanno un posto variabile, c'è sempre qualcosa per cui val la pena sacrificare l'amico in quel momento. Non sempre è così, naturalmente, anche perchè, come dico spesso, la bellezza del mondo sta proprio nella sua varietà; è una questione di momenti, di periodi e persone, di attimi della giornata. Sono uno che per gli amici è sempre stato disponibile, però non sono immune da questo semplice esempio di umanità, me ne accorgo quando succede e ci penso perchè, sono convinto che sia vero quello che si dice: "il vero amico si riconosce nel momento del bisogno", però, a volte, un amico è bello che ci sia anche quando non se ne ha bisogno, quando tutto va bene e si ha semplicemente voglia di stare insieme.

24 settembre 2007

And the winner is...

Ebbene sì, pOpale, con un ottima campagna elettorale, l'ha spuntata su tutti gli altri, anche se Pideye e Ritana gli hanno dato filo da torcere. Sarà lui, quindi ad avere l'ambitissimo premio: un post ispirato e dedicato, del sottoscritto.

Eccovi la classifica completa:
1° classificato: pOpale con 15 voti
2° classificati: pari merito Pideye e Ritana con 12 voti
4° classificato: Marcello con 8 voti
5° classificate: Angie&Apple con 7 voti
6° classificato: Cilions con 4 voti
7° classificato: M&M con 3 voti

Voglio sottolineare come il concorso abbia avuto un ottimo successo con 61 voti e 93 commenti...quindi se ne proporranno altri in futuro :)

22 settembre 2007

Cacciatori nelle tenebre

“cacciatori nelle tenebre”
Gianrico e Francesco Carofiglio
Ed. Rizzoli

I fumetti mi sono sempre piaciuti, non ho mai pensato fossero una cosa per bambini, anzi, penso ci siano esempi di ottima letteratura anche nei fumetti seriali. Questa qui la chiamano graphic novel ma sarebbe meglio chiamarlo per quello che è: un romanzo disegnato. Un bel romanzo disegnato bene, per essere precisi. Gianrico Carofiglio è uno dei miei autori preferiti ed anche in questa veste atipica di sceneggiatore di fumetti me lo ha confermato: ha scritto una storia dura con personaggi definiti e potenti ma soprattutto mi ha fatto rimanere con in bocca la voglia di altre storie perché questo fumetto, questo romanzo disegnato, se lo leggerete, vi farà venir voglia di sapere quello che c’è stato prima e quello che ci sarà dopo. Il compito di dare un volto ai personaggi ed agli ambienti è stato dato al fratello di Gianrico Carofiglio, Francesco che è architetto, illustratore, regista e scrittore e tutte queste personalità si vedono nel suo tratto, nelle architetture che sfumano nelle linee prospettiche, nei giochi di ombre e di luci e nei personaggi che hanno le facce di mille attori e l’espressione che uno si aspetta. Ho consigliato tanti romanzi, questo si aggiunge agli altri.


Naturalmente le votazioni per la pappagorgia irsuta vanno avanti sino a tutto domani, si può votare qui.

19 settembre 2007

In vacanza

Tornano due conoscenze molto amate di questo blog nella loro ennesima avventura (le altre tre sono questa, questa e questa)

Anna: Caro, mi passeresti la crema solare per favore? E’ nella borsa.
Mario: Certo, aspetta che la prendo.
A.: Grazie.
M.: Eccola…ma…cos’è? Filtro 80?! Schermo totale?!! Ma con questa non ti abbronzi mica.
A.: Guarda che i raggi ultravioletti sono pericolosi.
M.: E vabbè, ma con ‘sta crema sei al sicuro pure se esplode una bomba atomica.
A.: Scherza tu ma è un niente prendersi un melanoma.
M.: Shhh…abbassa la voce, c’è il vicino di ombrellone che ha iniziato a scrivere il testamento.
A.: Sarà un tipo previdente.
M.: Sarà che ti ha preso per una iettatrice, sta pure facendo gli scongiuri.
A.: Che maleducato!
M.: Se è per questo li sto facendo anche io.
A.: Mario!!
M.: Eddai, te parli di melanoma quando invece dovremmo rilassarci, siamo in vacanza no? E poi io voglio tornare abbronzato da far invidia ai colleghi.
A.: Sì, così fai come l’ultima volta, quando hai usato quel intruglio fatto da te, a base di latte di fichi e birra e poi siamo andati di corsa al pronto soccorso per le ustioni.
M.: Uffa, stai sempre a sottolineare i miei errori di gioventù.
A.: Guarda che è stato l’estate scorsa.
M.: Ah già…ehm…ricordo. Comunque è stato soltanto un errore sulle dosi.
A.: Sì, mancavano le ali di pipistrello, per quello ti sei bruciato. Passami la mia crema va, che il sole inizia a picchiare.
M.: Eccotela, però dovresti provare qualcosa di più comodo.
A.: Tipo?
M.: Uno scafandro da palombaro: ti copre uguale ma almeno non perdi tempo a spalmarlo.
A.: Ma cosa ci posso fare se ho la pelle delicata?
M.: Delicata? Eppure le zanzare ieri pungevano solo me, l’unica che a provato a pungerti è caduta per terra con il pungiglione tutto piegato.
A.: Pungevano te perché ti trovavano più facilmente e se ne tornavano indietro ubriache per quante birre ti eri bevuto; ne ho vista una che volava a zig-zag.
M.: Ma se erano solo due birre?!
A.: Da litro però!
M.: Vado a fare il bagno.
A.: Attento a non bere…vabbè che l’acqua di mare è analcolica e quindi non corri questo pericolo ma tu sta attento lo stesso.
M.: Sono un nuotatore provetto, lo sai.
A.: Eh sì, ma il mare è pieno di pericolo, basta un attimo e ti porta sotto.
M.: Cara, il vicino di ombrellone sta prenotando un albergo in montagna.
A.: Vabbè, ma anche lì, ci sono le frane…
M.: Eccolo che scappa.
A.: E’ andato via sul serio?
M.: Sì sì…
A.: Allora adesso ci possiamo anche allargare un po’.
M.: ma sei diabolica!
A.: Va a fare il bagno, va…ed attento alle meduse!
M.: Entro in acqua facendo gli scongiuri, spero che non mi scambino per un maniaco.

Dopo tutte queste scemenze vi comunico anche una cosa seria: Morgan continua a proporre iniziative per aiutare il piccolo Gramos, l’ultima è questa: una petizione. Firmatela, non vi costa niente e magari potrebbe servire a dare una mano.

Torno alle facezie ricordandovi che la pappagorgia irsuta si può votare qui fino a tutta domenica 23 settembre.

16 settembre 2007

Pappagorgia irsuta!

Ed eccoci qui, ci siamo finalmente, i partecipanti al concorso "pappagorgia irsuta" sono sette e ve li mostro in rigoroso ordine alfabetico:

1) Angie&Apple






















2) Cilions










3) Marcello













4) M&M










5) Pideye










6) pOpale










7) Ritana









Eccoli qui, signore e signori, ora a voi il voto. Vi comunico che si può votare sino a tutto il 23 settembre, naturalmente si può votare solo una volta e non verranno conteggiati i voti anonimi o comunque doppi; io non esprimo il mio voto proprio per essere super partes, l'unico consiglio che do ai partecipanti è di farsi "campagna elettorale" sui loro blog e tra i loro e-lettori.
Che vinca il migliore :D

12 settembre 2007

Mi fido di te

"Mi fido di te"
Francesco Abete e Massimo Carlotto
Ed. Einaudi

Se in un romanzo vi piace che ci sia un protagonista buono; se vi dà fastido affezionarvi e tifare per uno stronzo; se, mentre leggete, volete sentirvi a vostro agio ed i brividi nello stomaco non vi piacciono; se volete continuare a mangiare senza farvi troppe domande; se, arrivati alla fine, odiate dire: "Ma porch...."; allora questo libro non fa per voi.
Per tutti gli altri invece, la prossima volta che andate in libreria, cercatelo, giratevelo fra le mani, leggetevi la quarta di copertina e poi avviatevi alla cassa: vi sarete assicurati un noir coi controcazzi (e scusate il francesismo).

08 settembre 2007

O’Psjell

Esporremo oggi una approfondita analisi sociale su una tipologia di soggetti molto presente in tutto il territorio nazionale: O’Psjell. O’Psjell è un maschio, di solito di età compresa tra i venti e i trentacinque anni, che si può trovare indifferentemente dalla Valle d’Aosta fino alla punta estrema della Sicilia. Di solito si sposta in gruppi di due o tre soggetti per fare in modo che il numero totale di cellule nervose presenti nel gruppo sia almeno pari a quelle minime per la sopravvivenza. O’Psjell generalmente ha come mezzo di locomozione moto di grossa cilindrata con cui si cimenta in forti accelerazioni ed impennate, chiara compensazione di una corrispondente incapacità di alzare altro. Altro mezzo di locomozione per O’Psjell sono le auto potenti, preferibilmente decappottabili. Caratteristica delle auto in questione è che, di solito, il nome sul libretto di circolazione non è lo stesso che figura su gli assegni emessi per pagare la macchina, al massimo è lo stesso il cognome. Il comportamento di O’Psjell è rituale: gira in caccia a bordo del mezzo in questione con un percorso circolare attorno a gruppi di giovani donne usualmente di età, anche solo cerebrale, prescolare. In natura si può trovare un comportamento simile nei pavoni, con l’unica differenza che, confrontati a O’Psjell, i pavoni possono tranquillamente tenere delle conferenze. Uno dei più importanti studiosi mondiali del comportamento de O’Psjell, il noto professore moscovita Antonov Enrichij, in una intervista televisiva sul National Geographic Channel ne diede una definizione precisa e circostanziata, riportiamo, per rigore scientifico l’intervista:

Intervistatore: Esimio professore, lei è uno dei massimi studiosi mondiali di quel fenomeno sociale ed umano conosciuto come O’Psjell, potrebbe darcene una esplicazione?
Antonov: Da, Da… O’Psjell è la rappresentazione umana di quello che definisco “edonismo di compensazione”, una estetica riempitiva che si mostra a livello ottico-epidermico.
I.: Interessante…
A.: Mi spiego meglio; fin dalla sua prima apparizione sulle terra l’uomo ha cercato di compensare le sue mancanze nei confronti della natura utilizzando e plasmando la natura stessa. Non riusciva a spaccare la legna con le mani? Ha inventato l’ascia. Non poteva dissodare la terra da coltivare, con le mani? Ha inventato la zappa. Non poteva giustificare il fatto che non sapesse fare niente? Ha inventato la politica. Non poteva rincoglionire i suoi simili, uno per uno, a colpi di clava? Ha inventato la televisione. Così, O’Psjell, accorgendosi che non era capace di reggere un dialogo nemmeno con le voci registrate dei servizi telefonici perché, quando la voce diceva “Per segnalare un guasto prema uno”, lui rispondeva “Ciaoooo….sai che hai una bella voce? Come ti chiami?”…
I.: Ha inventato qualcosa?
A.: No, si è ingelatinato i capelli.
I.: Ma quando un soggetto si accorge di essere O’Psjell?
A.: Di solito intorno ai diciotto anni.
I.: E come avviene?
A.: Durante una conversazione qualcuno, principalmente qualche ragazza interessante, gli chiede “Conosci Bulgakov?” e lui, con un mezzo sorriso di sicurezza, risponde “Il centravanti dello Spartak Mosca? Certo!”; alla faccia inorridita dell’interlocutore il soggetto capisce.
I.: E cosa fa?
A.: Corre dall’estetista.
I.: Ma è un processo reversibile?
A.: Difficilmente, una volta che O’Psjell è formato tornare indietro è praticamente impossibile.
I.: E questo perché?
A.: Perché ormai la parte del cervello dedicata al ragionamento è atrofizzata in quanto l’afflusso di sangue dedicato alla zona in questione viene deviato tutto a favore della parte istintuale; O’Psjell insomma capisce solo: mangiare, bere, dormire e soprattutto accoppiarsi.
I.: Quindi non esiste cura?
A.: Vede, O’Psjell è un fenomeno socio-genetico.
I.: Cioè?
A.: Le rispondo con un'altra domanda: le è mai capitato di vedere un O’Psjell figlio di una coppia di persone educate e rispettose?
I.: Francamente no.
A.: Appunto.
I.: Quindi, mi ripeto, non esiste cura?
A.: A livello teorico mio fratello, il noto biologo Mikail Enrichij, ha ipotizzato che, in genitori a rischio, in caso di gravidanza, il nascituro possa essere affidato ad Umberto Eco, ma la cosa non risulta fattibile.
I.: Per ragioni legali?
A.: No, perché visto l’elevato numero di genitori a rischio Umberto Eco rincoglionirebbe.
I.: E quali sarebbero i genitori a rischio?
A.: Principalmente quelli poco portati all’uso del ragionamento con una spiccata propensione alla presunzione….i politici.
I.: Un quadro veramente preoccupante.
A.: Direi.
I.: Per concludere, vorrebbe dire qualcosa a questi genitori a rischio?
A.: Questo è un canale televisivo di divulgazione scientifica?
I.: Sì.
A.: Allora non c’è nessun genitore a rischio all’ascolto.
I.: Ah, vabbè, allora la ringrazio.
A.: Grazie a voi e grazie ai telespettatori.

Ma non solo il mondo accademico si è interessato a questo fenomeno sociale, anche molti scrittori ne sono rimasti affascinati; questo è un brano tratto dal libro “Viaggio in Italia” del famoso autore spagnolo Antonio Chapis:

Ero giunto in quel paesino affacciato sul mare a fine giornata, quando il sole, lento, scendeva a spegnersi nell’acqua. Seduto al tavolino di un bar mi ristoravo e guardavo in giro curioso, scrutavo divertito la folla vacanziera dei primi di agosto che si muoveva nell’architettura semplice e lineare, tipica delle località turistiche: una piccola piazza luminosa, pavimentata in pietra chiara, quasi appoggiata alla darsena del locale circolo della vela. Ai tavoli vicini al mio un insieme eterogeneo di umanità: famiglie, coppie di fidanzati, gruppi più o meno giovani; tra questi, proprio accanto a me, una ilare comitiva di ragazzi scherzavano tra loro infondendomi buonumore. Mentre osservavo i miei vicini, un’auto lentamente ci passò accanto, noncurante dell’area pedonale in cui ci trovavamo; era una mercedes decappottabile con dentro due ragazzi, avevano al massimo venticinque anni, quello alla guida indossava un paio di grossi occhiali scuri per proteggersi da un sole che, probabilmente, vedeva solo lui ed avanzava strafottente con il braccio appeso fuori dall’auto; salutò due ragazzine con una frase stupida e quelle risposero con delle risatine. Il loro passaggio aveva catalizzato l’attenzione di tutti ed interrotto le discussioni, in quella specie di silenzio che si era formato uno dei ragazzi del tavolo accanto al mio, serio come un professionista, si voltò verso l’auto ed esclamò: “O’Psjeeeell!!”, ancora adesso non so cosa significhi ma lo ricordo divertito.

Dopo quello su “i pane e merda” ancora un altro intervento culturale del vostro Bedrosian Baol

Dedico questo post di fantasia, in rigoroso ordine alfabetico, ad Antonio C., Antonio E., Antonio P., Marianna P., Michele E. e Rossella, perché senza di loro non avrei potuto scriverlo.

07 settembre 2007

Proprio come l'Agenzia delle Entrate

Immaginavo che sarebbe successo, anche perchè pure io, scegliere il 31 di agosto come termine ultimo per l'invio delle foto della "pappagorgia irsuta" quando sono tutti (me compreso) in vacanza, era sicuro che avrei dovuto fare una proroga...e così è! Come ogni buon ministro delle Finanze che si rispetti il termine ultimo per l'invio al mio indirizzo di posta elettronica (link "Scrivimi!" in fondo al mio blogroll) della vostra foto per il concorso "pappagorgia irsuta" è stato spostato dal 31 agosto al 16 settembre. Visto che ci sono ricordo anche in cosa consiste il concorso: basta mandare una foto che sia stata ispirata dal tema "pappagorgia irsuta"; non è detto che debba essere per forza una pappagorgia e nemmeno che debba essere per forza la vostra (anche perchè per una pappagorgia come quella del sottoscritto ci voglio anni di allenamento). Ma molti si chiedono: "che cos'è una pappagorgia?", semplice, la pappagorgia è questo.

02 settembre 2007

Ed è già passato un anno...

Un anno fa esordivo così ed iniziavo questa avventura, non sapevo dove mi avrebbe portato e, sinceramente, nemmeno se sarei riuscito a portarla avanti. Quello che mi spingeva allora era la curiosità e la voglia di scrivere...ed anche un po' di narcisismo, che poi sono le cose che mi spingono ancora. Posso dire che questo blog mi ha fatto conoscere un universo nuovo, pieno di gente bella, strana ed interessante; alcuni blogger avevo la fortuna di conoscerli di persona già da prima, altri ho avuto la fortuna di conoscerli di persona proprio grazie al blog e queste è un'altra delle cose per cui sono grato di essermi detto, un anno fa: "proviamoci".


Ne approfitto per darvi un aggiornamento sul "grande" concorso fotografico: pappagorgia irsuta; nonostante il boicottaggio di alcuni blogger, ci sono state tre adesioni: pOpale, m@rcello;) e ritana; questi bravissimi, gentilissimi e bellissimi blogger hanno mandato la loro libera interpretazione di pappagorgia irsuta ed adesso (una volta che avrò capito come postare le foto) verranno votati da voi, miei cari lettori, e la foto che prenderà più voti vincerà un mio post totalmente dedicato ed ispirato dall'autore della foto vincitrice.

Aggiornamento:
Ho deciso di accettare per il concorso anche la foto mandatami (via link) da Francesco Cilione quindi le foto adesso sono quattro...sempre che non ne si aggiunga qualche altra prima che le posti :D