Mio padre è ragioniere commercialista, da quarant'anni, ed anche prima praticamente faceva quello. E' bravo, anche a non voler essere soggettivi e di parte, è bravo; fa il lavoro che ama. Mio padre ha preso il diploma di ragioniere che aveva già un figlio; sì, ma non è stato un ragazzo-padre, mio padre, no, semplicemente si è diplomato che era adulto. Lui ha sempre voluto studiare ragioneria ma il padre, mio nonno, non voleva, per lui desiderava altro e lo obbligò ad andare al classico. Mio padre, per lacune ed intemperanze, fu bocciato per due volte di fila e non potè continuare il classico; erano gli anni sessanta, niente "corsi di recupero", cominciò a lavorare. Con i numeri è sempre stato bravo e quindi, comunque, aiutava qualche commerciante a tenere i propri conti; poi vinse un concorso nelle poste, e qui sarebbe troppo lungo da raccontare come padre e figlio si siano somigliati anche nell'esperienza a Milano; fino a che, adulto, marito e padre, non prese il suo amato diploma in ragioneria e diventò ragionierie e, con gli anni e l'esperienza, anche senza laurea, ragioniere commercialista. Questo però non è un post sulla costanza e sul "volere è potere" perchè "volere è potere" è una stronzata fatta per chi non si è mai trovato davanti scelte impossibili. Io sono commercialista, lo sono da un po', ormai, solo che io non volevo fare il commercialista, io volevo studiare materie scientifiche, chimica o fisica, per essere precisi; volevo andare al liceo scientifico, non a ragioneria, ma mio padre non ha voluto, erano gli anni novanta. I motivi sono tanti tra cui il suo studio avviato e la mia mancanza di palle, ma io ho fatto ragioneria. Io però, a differenza sua, non sono stato bocciato, no, la mia strada, per quanto riguarda l'istruzione, è sempre stata una strada dritta, senza ostacoli; bravo? Studioso? Intelligente? Non lo so, so che se devo fare una cosa la devo fare bene, che mi piaccia o no. Insomma mi sono diplomato e nemmeno allora sono stato capace di seguire la strada che volevo ma mi sono iscritto ad economia. Mio padre aveva fatto con me come mio nonno con lui; con le migliori intenzioni, sia chiaro, ma, alla fine, il succo era quello. Come il succo di questo post è che non ci si immunizza, no, non ci si immunizza. Si dice che "l'esperienza insegna" ma ci sono cose per cui non vale; mio padre era stato obbligato a fare una cosa che non voleva, ne aveva sofferto, eppure lo aveva rifatto con me. Gli errori che un padre, o di una madre, fa non ci rendono immuni dallo stesso errore, per quanto possa averci fatto male quello sbaglio. Non lo si comprende, si pensa di agire diversamente ed invece ci si comporta tale e quale; no, non ci si immunizza. Quando è successo che ho rinfacciato a mio padre di avermi obbligato a seguire una strada che non volevo è caduto dalle nuvole ed ha detto che non era possibile perchè avendolo subito lui non avrebbe mai potuto farlo; non se ne rendeva conto, nemmeno adesso, credo. No, non ci si immunizza; per quanto male possano averci fatto gli errori di un genitore, o di entrambi, non saremo mai sicuri di non rifarli, persino peggiori, è più ci ripetiamo "io non lo farò mai" e più è facile che ci cadremo, nel peggiore dei modi. Io non so, se e quando avrò un figlio, se sarò capace di non ripetere lo stesso identico sbaglio di mio padre e del padre di mio padre, so solo che non ho una predisposizione genetica a quell'errore, non ce l'ha nessuno, solo che potrà succedere. Sì, può accadere di ripetere gli stessi sbagli che abbiamo subito, forti, a monte ma dobbiamo essere capaci di capirlo e non prenderci in giro dicendo "per me è diverso".
23 aprile 2013
Non ci si immunizza
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36 commenti:
Ma non lo ammetteremo mai a noi stessi, almeno non fino a quando prenderemo il coraggio per le palle e ci guarderemo negli occhi parlandoci apertamente e senza raccontar i bugie.. E non è facile, tutto questo, perché ci metterebbe di fronte al nostro io più profondo, mostrandoci anche quelle debolezze che noi non pensavamo di possedere...
C'è chi dice che siamo la somma dei propri genitori, in linea di massima, e se è vero io guardo con raccapriccio a certi difetti che imputo ai miei, specie quando me li vedo addosso. Però guardo anche ai pregi che gli riconosco, e sono contento quando me li ritrovo, dentro. Già riconoscerli, i difetti, mi pare buona cosa, che hai tempo a metterci mano e non mi pare sia cosa comune, ma costa fatica sganciarsi dal proprio retroterra, penso che tu ne abbia idea, che te lo dico a fare...
Un'altra cosa, mi viene da notare: la differenza tra le imposizioni subite, da tuo padre prima e da te poi, è che tuo padre, magari inconsciamente, si è ribellato, facendosi bocciare per poi fare quello che voleva. Tu non ti sei ribellato, ma non lo dico come una critica, è solo che tu non sei tuo padre. Lui non la vede come una imposizione perché sa che si può dire di no, se non lo hai fatto è un problema tuo. Ma non è un problema perché alla fine hai seguito la tua indole, per cui non parlerei nemmeno di colpe.
Ci si immunizza, credo, alla lunga, se è un tema così importante per te (e mi pare lo sia). ma penso che tu ne sia già immune, avendo inquadrato la cosa a livello cosciente.
Per cui no, non credo ripeterai gli stessi errori. Ne farai di diversi.
Un saluto (e perdona la psicologia spicciola, è molto probabile che abbia cannato tutto).
Baolino purtroppo tutti sbagliamo, spesso perchè scordiamo come ci siamo sentiti quando abbiamo subito quello sbaglio... questo post comunque sarà un buon promemoria!
Forse rispetto ai nostri genitori abbiamo maggior consapevolezza, siamo più abituati a leggerci dentro.
Abbiamo meno paura di guardare dentro al pozzo, perchè prima di farlo provvediamo all'ancoraggio.
Non per merito nostro: ci hanno obbligati a studiare Freud e compagnia bella!
In certe dinamiche si è così invischiati da non vederle.
Anni fa lessi un libro davvero interessante sul senso di colpa nel rapporto coi genitori e su quante cose mi ha permesso di aprire gli occhi. Ma in certe dinamiche si è invischiati, no? Ed uscirne è un atto di volontà quasi titanico. Come diventare mancini se si è destrimani.
Ci si prova. E si spera sempre di essere più veloci.
si può fare...quando il figlio non si considera una proprietà e dunque una propria propaggine...ma un essere umano unico e diverso da se, con proprie aspirazioni e desideri, non è semplice averne consapevolezza, ma " l'ascolto" costante aiuta tanto, io sono una mamma, ho imparato a mettermi da parte, a guardare mio figlio come " essere"
sembra funzioni...c'è sempre una modalità per spezzare il cerchio.
ciao
... idem, in parte : convinta da mia madre a fare ragioneria, perché ai tempi, secondo lei, era lo sbocco migliore nel mondo del lavoro ed io non avevo proprio le forze per sapermi imporre ( volevo fare il falegname, non la verduraia ( uahuahuahuahuhau )), mi son trovata a trascinarmi fino all'inizio della quinta e poi a dire " grazie, non torno, voglio un figlio !!! " ... ne ho poi avuti tre ed ognuno ha potuto scegliere l'indirizzo di studi che riteneva meglio per se, memore di quanto sarebbe stato importante per me essere incoraggiata, sostenuta e accompagnata verso il mio futuro. Per la cronaca: uno è perito meccanico, una è al liceo artistico e il mediano ( mannaggia a lui !) ha scelto ragioneria nello stesso istituto che ho frequentato !!!!
... il lavoro, ha trovato me, dopo 20 da mamma, un lavoro che mai avrei cercato ... è stata una vera fortuna che mia madre abbia insistito e mi abbia spinto pure a farmi massacrare dall'allora sperimentale sezione programmatori ... in tutta la mia ignoranza, ora, qui in agenzia riesco a fare la mia porca figura !!!!
per quello che ne so,
se lo hanno fatti i genitori al 100% lo faranno i figli...anche se involontariamente!
Ho letto che chi ha subito botte e castighi nell'infanzia, nella stragrande maggioranza, fa altrettanto con i suoi figli. Sembra assurdo, ma è così; io, che ho avuto una madre che non mi ha mai lesinato punizioni e schiaffi perchè non voleva essere contraddetta ( perfino in presenza di colui che sarebbe diventato mio marito ), non ho mai alzato un dito su mia figlia, ben conscia di quello che avevo subito.
Immunizzata? Mah, forse istintivamente rispettosa nei confronti di un essere umano.
Cristiana
@ Debora: Sai, è molto difficile parlarsi, a volte, perchè anche le persone migliori, le più intelligenti, sono capaci di farsi fregare e quando si convincono non c'è frase che tenga.
E' con se stessi che bisogna parlare chiaro, capire chi si è davvero e dirsi le cose in faccia, a se stessi!
@ rouge: No, non è psicologia spicciola e non hai nemmeno detto boiate. Tutto quello che hai detto è vero e spero davvero, se un giorno accadrà, di comportarmi in maniera diversa.
Questo non toglie però che, anche se ripeti per una vita a me non capiterà mai, io non farò lo stesso errore non solo non ti eviterà di farlo ma non ti eviterà nemmeno, una volta accorto di averlo fatto, di reiterarlo.
Almeno, ultimamente mi hanno dimostrato questo.
@ Pier(ef)fect: L'ho scritto per quello, per promemoria, e non solo per me...
@ silvia: Lo pensavo anche io, lo speravo, ma mi hanno contraddetto, l'abisso non solo si prende le persone ma certe persone ci sguazzano pensando sia una baia cristallina
@ Mareva: Poi magari me lo consigli, questo libro.
A volte si ha un forse senso di colpa anche verso se stessi, soprattutto verso se stessi e si crede che qualsiasi cosa accada, sia solo colpa nostra. Beh, a volte non è così, anche tra gli altri ci son le merde.
@ S.:
i vostri figli
I vostri figli non sono figli vostri... sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.
Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.
Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.
Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perchè la loro anima abita la casa dell'avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.
Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perchè la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.
Voi siete l'arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.
L'Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell'infinito e vi tiene tesi con tutto il suoi vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.
Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell'Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l'arco che rimane saldo.
Kahlil Gibran
Una volta, una mia amica, proprio parlando del rapporto con mio padre mi regalò questa poesia che il tuo commento mi ha ricordato.
Il mio post, però, per quanto riferito ad un rapporto padre/figlio voleva sottolineare come, un errore che abbiamo visto fare, che abbiamo visto subire, che abbiamo subito anche noi direttamente non ci rende immuni dal commetterlo ancora, per quanto noi ci crediamo sicuri del contrario.
@ Silvia...: Vedi? Tu ci sei riuscita...ma non è automatico, credimi, non è automatico.
@ all'aria: Sai, si spera sempre, invece che un figlio/a impari dagli sbagli del padre o della madre
@ Cristina: E quando quell'essere uumano è se stessi? Non è solo una questione di errori di una persona sul proprio figlio ma proprio la capacità di evitare che uno sbaglio che nostro padre o nostra madre ha commesso, procurandogli dolore, noi lo rifacciamo uguale e anche peggio...
Intendevo proprio quello, parlare a sé stessi, e dirsi la verità, ma non è facile: spesso non la vogliamo sentire ed è per questo che continuiamo imperterriti a raccontarci e a farci raccontare bugie e mezze verità....
Per quanto possiamo provarci , quando nasce un figlio tutto cambia ,il problema è che pensiamo che un genitore sia perfetto mentre in realtà è solo una persona e come tale a volte commette degli errori.ma và bene così.
io con i miei figli devo aver fatto qualche sbaglio ma sicuramente non ho ripetuto quelli che consideravo errori da parte dei miei, oggi so che non è facile fare i genitori e non è facile fare i figli, bisogna avere anche un po' di culo (scusa il francesismo) alla faccia di tutte le belle teorie sull'educazione e sui rapporti tra figli e genitori!
No, non ci "si immunizza", perlomeno non del tutto, ma nella mia esperienza e intorno a me ho riscontrato in larga misura indipendenza dei figli. I condizionamenti più gravi sono quelli operati sui caratteri, fossero anche modellati in opposizione ai climi di famiglia.
@ Debora: Hai colto nel segno, solo che quelle bugie che ci raccontiamo potrebbero lasciarci cicatrici dentro e fuori.
@ Caty: Sono perfettamente d'accordo con te sull'umanità del genitore; quello che volevo sottolineare è che non sempre riusciamo ad evitare di ripetere uno sbaglio che abbiamo visto fare ad un genitore (che ne abbiamo avuto conseguenze dirette o meno)
@ zefirina: Il culo è una componente fondamentale della vita.
Se sei riuscita a non ripetere sui tuoi figli gli errori che i tuoi avevano fatto con te o con i tuoi fratelli significa che sei riuscita a razionalizzare quegli errori; ma ti è mai capitato di rifare uno sbaglio che sai che i tuoi genitori avevano fatto? Non intendo necessariamente con i figli, intendo sbagli in genere.
@ Adriano Maini: Ne "Le città invisibili" Calvino scrive una delle frasi che ho sempre portato ad esempio dell'evoluzione umana:
ogni città nasce dal deserto a cui si oppone
Non si diventa quello che si è solo per imitazione ma anche per opposizione
Solo che, a volte, per quanto siamo sicuri che saremo diversi, commettiamo una stessa identica cazzata, magari una cazzata che può anche farci molto male...
Pensa Mimmuzzo che a 14anni mi iscrissi al Classico perchè la mia fissa era tutto ciò che girava intorno al comunicare, a fine anno venni bocciata e mia mamma si presentò un bel mattino di luglio dicendomi "ti ho iscritta a scuola" ed io "si?! bene, vedrai che l'anno prossimo ce la faccio!" e mamma "ce la fai di certo perchè ti ho iscritta in una scuola qui vicina almeno non ti devi alzare all'alba" "e quale???!!!"...
"Ragioneria"...
dopodichè un rumore sordo, era il mio orgoglio appeso al cuore che l'aveva fatto cascare nello stomaco...
;-(
MrsQTRagiunatt
Mi piace tanto questo post perché sto vivendo qualcosa di simile.
Io penso che un po' di "volere è potere", invece, c'entri. Nel senso che un figlio, se davvero vuole fare una cosa, ed è il suo sogno, deve impegnarsi per realizzarla. È vero che ci sono anche le scelte impossibili, come le chiami tu, ma sono più rare di quello che crediamo: più che altro, esistono le persone non abbastanza motivate.
MrsQT: Cara Alex, credo tu sia l'altra unica persona a cui questo post non lo devo spiegare assolutamente...
(e comunque ti capisco perfettamente)
@ Ale[Tredici]: Forse per una questione di esperienze diverse, sono portato a credere che, a volte, ci sono scelte che nessuna motivazione, pure la più forte, può evitare.
Questo, però, non significa che non bisogna impegnarsi totalmente!
E' un rischio che dovremmo voler correre...
@ Debora: é un rischio che fa paura, molta molta paura
per come ci sai fare con le parole carissimo Baol, avresti comunque sbagliato "indirizzo" :DDD
Anch'io ho scelto una via che non mi piaceva (dovevo scegliere, dal punto di vista dei miei o Ragioneria - te l'immagini??? - o Magistrali) io volevo fare l'istituto d'arte e poi andarmene a Firenze o Roma a studiare restauro o oreficeria robettine così insomma.... ma ste robe mica ti sfamano mi dicevano... sì perchè anche del diploma di maestra me ne sono fatta parecchio... :DDD
Baciotti Baol e continuo a leggere il marasma di post che mi sono persa in questi mesi... :)
@ Gata: Mah, le parole le uso comunque ma forse avrei il fegato messo meglio :)
Oh, ma stai davvero in arretrato forte!!!
Io..si. Cioè..so monotona. Io ti voglio bene a te.
@ mgg64: Naaaaaa, tu dillo :D
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