02 agosto 2013

Moneygrabber

Il racconto è un po' crudo, vi avviso.



“Alzati”, la mia voce lo va a riprendere dentro gli anfratti remoti dell’incoscienza in cui il sonno lo ha portato. Non mi riconosce subito, no, la consapevolezza si fa strada, a fatica, dentro le ombre di qualche sogno; poi vede i miei occhi e, successivamente, la canna della pistola; delle due cose non credo sia la seconda a spaventarlo di più. “Alzati”, ripeto, questa volta è più pronto e dopo essersi messo a sedere sul letto, fa per alzarsi; lo colpisco alla bocca con il calcio della pistola, lo colpisco bene anche se c’è poca luce; il labbro si spacca e saltano via un incisivo ed un canino, forse un altro paio di denti li ingoia. Dalle labbra esce sempre molto sangue, una grossa macchia amaranto si allarga sulla sua maglietta bianca, ricade seduto sul letto. “Alzati”, gli dico, di nuovo; è titubante, teme un altro colpo ma questa volta lo faccio alzare. Lo spingo verso la cucina, “Perché?”, mi chiede, “Lo sai”, gli rispondo; inizia a farfugliare qualcosa, sembra stia pregando ma non si rivolge a Dio, si rivolge a me; ha capito cosa sta per accadere, cosa sto per fargli; comincia anche a piangere un po’. Lo faccio sedere al tavolo della cucina, sotto la luce che pende dal soffitto, bianca. Gli lego le mani dietro la schiena e i piedi nudi alle gambe della sedia; ho portato con me solo la corda per legarlo, il resto lo trovo lì, siamo in una cucina e, si sa, la cucina è un luogo pericoloso. Non gli ho tappato la bocca, no, devo sentirlo urlare perché non devo concedergli nulla, nemmeno il mugugno; non sentirà nessuno, ha voluto isolarsi dal mondo, lo stronzo, come se ne avesse schifo, come se non dovesse essere il contrario ed essere il mondo ad aver schifo di lui. Mi guarda, il labbro spaccato, gli occhi pieni di lacrime, la maglia sporca di sangue, “Pietà”, mi chiede, nemmeno troppo convinto, in realtà, sa che non gliene darò mai, non ne ha mai avuta quando era il suo turno di darla e adesso non ha crediti da scontare ma solo debiti da pagare; lo guardo ridendo mentre armeggio col cassetto degli utensili da cucina, “Ma perché, sai anche che cos’è la pietà? Me la vorresti spiegare? Io devo averla persa giusto qualche mese fa, era gennaio, ti ricorda qualcosa?”, e gli sparo al ginocchio destro. L’urlo mi entra direttamente nelle fibre, non so nemmeno se passa per le orecchie per quanto lo sento fisicamente. Accendo il gas, “Che fai?!”, mi chiede tra lacrime e dolore, “Mi faccio un caffè, mi sta venendo sonno”, piange, gli infilo uno spiedo incandescente di calore rosso, nel fegato; batte i denti dal dolore ed io spiego “Sai perché l’ho arroventato? Perché così cauterizza i vasi e non muori dissanguato, mi rovineresti il divertimento” e ne infilo un altro, in un polmone, gli manca il fiato. Ero un uomo ed in questo momento sono un mostro, ero un uomo e questa merda che comincia a somigliare a San Sebastiano m’ha dato questa trasformazione, me l’ha fatta pagare cara ma adesso è qui; forse c’era già da prima, non siamo tutti qualcosa, in potenza? Non abbiamo tutti un limite? Una tensione di rottura? Il punto di frammentazione? Chiamiamolo come vogliamo ma succede che si supera e si diventa quello che sono io, adesso, mentre gli disarticolo una clavicola con un batticarne. Ormai quello che grida e quello che sputa non mi interessano nemmeno, mi laverò dopo, mi farò una doccia, adesso sono troppo impegnato a controllare se uno schiaccianoci riesce a fratturare tre dita insieme. Sì, ci riesce. Lo guardo, è quasi svenuto dal dolore, ansima, e respira a fatica, uno spiedo in un polmone, un coltello da carne nell’altro non lo aiutano; gli vado vicino, gli tiro indietro la testa e gli chiedo “Vuoi morire?”, credo mi risponda di “Sì”, non ne sono nemmeno troppo sicuro, “Va bene, ma solo perché ormai mi sono rotto il cazzo di te” e gli squarcio la gola con il coltello per il pane, con tanta di quella forza che lo scheggio sulla spina dorsale, vertebre cervicali. Sul tavolo lascio un biglietto: 'Non ringraziatemi, è stato un piacere'.

Questo racconto lo avevo promesso e lo avevo anche iniziato l'undici novembre 2011 ed allora nessuno aveva indovinato di cosa avrebbe parlato; eppure non sono stato il primo a collegare questa canzone ad una cosa simile, è stata colonna sonora di un episodio di Criminal Minds. Lo so, ci metto tempo ma le promesse le mantengo, tutte.

18 commenti:

v. ha detto...

azz.

Rabb-it ha detto...

Ecco stavo giusto pensando di prendere quella FF abbozzata sulla carta lo scorso agosto mentre ero in ospedale e... penso che reterà bozza di carta.

Gulp!

Francesco ha detto...

ho capito, oltre che commercialista sei un killer della sacra corona unita

MikiMoz ha detto...

L'hai fatto morire troppo in fretta.
Io avrei lasciato il gas aperto :p

Moz-

antonella ha detto...

Ma una playlist su un sito tipo Spotify qunado la fai?

The Mist ha detto...

Bello.

Ma io non ho mai superato la fase infantile dei perché... perché? :P

Adriano Maini ha detto...

Scrittura ineccepibile di un realistico pezzo noir.

Signorina Effe ha detto...

Prima regola:non fare mai incazzare Baol.

mgg64 ha detto...

a parte che mi hai messo addosso una tale angoscia che mo io vado di la e dormo con mia figlia abbracciata..ma..davero davero come te vengono in mente ste atrocità?? e ricordati che io SONO TUA AMICA! da qui all'eternità..

skip ha detto...

Spietatissimissimo, però ha covato a lungo la vendetta

Baol ha detto...

@ v.: Ma è un azz positivo o un azz negativo? :D

@ Rabb-it: Ma come, ti spaventi per così poco?? :D

@ Francesco: Mi hai scoperto, leggi qui

@ MikiMoz: Non ci posso far nulla, sono commercialista dentro, tendo a ridurre i costi :D

@ antorra: Ci sto pensando...

Baol ha detto...

@ The Mist: Hehehehehe ma vuoi sapere perchè l'ho scritto o perché il protagonista s'è vendicato? :D

@ Adriano Maini: Grazieeeeeeeeee!!!

@ Signorina Effe: Ma nooooo, in fondo sono un buono



mooooolto in fondo :D

@ mgg64: Beh, se ti è venuta angoscia significa che il pezzo l'ho scritto bene.



Ma chi te lo dice che anche il tizio del racconto non fosse mio amico, prima? :P

@ skip: La vendetta è un piatto che va servito freddo ;)

dtdc ha detto...

ma cos'era successo a gennaio?

Rabb-it ha detto...

Guarda ero così spaventata che non ti ho nemmeno fatto presente che hai scritto "sono" al posto di "sonno" all'inizio e che la prima tessera del CLUB! era meritatissima. :-P

red ha detto...

ehi, Baol, volevo dirti.. sai quel tizio che a gennaio ti dissi che aveva detto brutte cose di te ? cose tipo che non sai usare il congiuntivo?
eh, ecco volevo dirti che non era di te che parlava, pensa, ma di uno che si chiama Baul. ;)

per fortuna che non te l'eri presa con lui, che sei troppo intelligente per farti scalfire da queste robette.

...

pesa ha detto...

Ho sempre preferito il crudo al cotto.

v. ha detto...

azz è sempre positivo. secondo me.

(che poi non commento mai, e secondo te, una volta che commento ti insulto? dai, sii serio)

( :*)

Baol ha detto...

@ dtdc: Curiosi eh? Chissà che cosa è successo... Magari un giorno scriverò anche il prologo :D

@ Rabb-it: Corretto, grazie :)

@ red: Maddai?? Ecco perché diceva smettila Baul, ti prego, ed io che pensavo fosse un difetto di pronuncia dovuto al fatto che lo avevo colpito sulla bocca, ma te pensa...

@ pesa: Anche io

@ v.: Lo sapevo, ma volevo sentirlo da te :D