01 dicembre 2012

La casa

Oltre ai ricordi che ho in testa ho solo un paio di foto scattate nel momento sbagliato, con il letto ormai tornato divano e scatole e bagagli ad occupare lo spazio. Ero già un ritornante in quel momento e traspare da quel pieno così provvisorio, da quello sfondo impersonale nelle foto. Non ho foto della casa quando ne facevo parte ma, ironicamente, ne ho di quando me ne stavo staccando. So perchè le ho scattate, me lo ricordo perfettamente, volevo avere un'immagine da far vedere, almeno una; un'immagine da cui si capisse poco quello che erano state quelle mura, quello spazio; un'immagine in cui fosse quello che, alla fine, era: un monolocale. Nient'altro. Senza la vita che ci avevo messo dentro, senza la mia voce, senza le mie cose sparse in giro, senza gli odori, i profumi; senza il tempo, lungo o breve, dipende dai punti di vista, in cui l'ho vissuta; solo una casa, via Biancardi 6, quinto piano. L'ho scattata perché così, ogni volta che l'avessi guardata sarebbe stata diversa dai miei ricordi, diversa da quella prima volta in cui l'avevo vista, alla fine di agosto del 2008, e ancora non sapevo che mi era piaciuta, non sapevo ancora che sarei stato lì. Era buia, e vuota da tanto, non aveva odore, me la mostrava, in fretta, un collaboratore di un'agenzia immobiliare che, alla fine, nemmeno avrei visto, mandato da un'agente che, alla fine, avrei sentito solo al telefono. Ogni volta che avrei guardato la foto, la casa sarebbe stata diversa da quel 5 ottobre in cui ci misi piede per restarci, già più personale, più mia, senza che, di mio, ci avessi ancora messo nulla. Non c'è niente da fare, raramente ti accorgi del sapore della vita mentre è in movimento; allora era solo una casa, un luogo che avevo scelto quasi con una monetina, un vuoto, piccolo, da riempire con troppa roba. Mi stupisco ancora adesso di quanta vita ci entri, in un monolocale. Diversa, mi doveva apparire, da quella volta in cui non riuscivo più a rientrarci perché ci fu un problema alla serratura; la foto doveva solo servire da spunto, l'ho scattata apposta così, come un foglio bianco, perché fosse diversa da come mi sembrò quella volta che avevo bevuto troppo, da quella volta in cui avevo riso tanto, e da quella in cui scappai via per tornare qualche ora a casa, come se quella, in quel momento, non lo fosse anche lei, la mia casa; vallo a capire, allora, per quanto ne avessi sentore, vallo a credere che quella stanza tutto fare con un bagno attiguo, era casa mia e tale è rimasta anche se non ci sto più, anche se il contratto d'affitto è risolto ed il tempo ha continuato a scorrere come sempre fa, ma cuore e corpo, spesso, hanno orologi diversi e quella nelle foto anonime è ancora casa mia e tale rimarrà anche se ormai sono tre anni che mi sono chiuso la sua porta alle spalle.

41 commenti:

Costantino ha detto...

Del resto, come si fa a dimenticare un periodo della propria vita?
La casa, o almeno quella raccolta di foto, ne è l'emblema.

Simona Carini ha detto...

Quello che hai scritto e' molto bello, Baol. Lo capisco bene.

Francesco Zaffuto ha detto...

Quei pezzi della nostra anima che si attaccano alle pietre. Viviamo un tempo e alcuni spazi, poi lasceremo tutto. E' delle più intense riflessioni che mi è capitato di leggere sulla parola casa. ciao

Rouge ha detto...

Ho già cambiato casa 8 volte nella mia vita. Ero affezionato a quella in cui sono nato, ma non c'è più, rasa al suolo per ricostruire.
Ecco, quella era Casa.
Vorrà dire qualcosa? :-)

Un saluto.

Debora ha detto...

Nella nostra vita possono passare molte house, ma pochissime diventano e resteranno per sempre home...

Pier(ef)fect ha detto...

io sono nato e cresciuto in una sola casa, e quando penso a quando me ne andrò mi prende un po' a male :/

premio petrolio ha detto...

non avrei dovuto leggerlo questo... :(

mr.Hyde ha detto...

mi è piaciuto molto questo post.Come dice tanto e comunica molte sensazioni che anch'io ho provato,(non so quante volte ho cambiato casa e a tutte mi sono affezionato) con pensieri semplici ma efficaci,con misura ed eleganza..

Lila ha detto...

Bellissimo!
questa cosa della casa fotografata da disabitata, perchè il ricordo è quello che ci portiamo dentro con i suoni e tutto, mentre le foto...non so, sono quasi un racconto anonimo; sono i segnalibri dei ricordi veri... mi piace. Per me era così con le persone. Non mi piaceva fotografarle, un tempo. Ma poi al contrario è successo, che le foto si sono abitate di risate che mi tornavano fuori dal petto..e ora, fotografo le persone abitate, e le strade, quelle si, vuote.

chaill ha detto...

Carisssimo Baol, via Biancardi 6-20149 Milano
bhé mica l'hanno spostata,ci sta ancora :-) Di traslochi ne so qualcosa, ma diversamente da te non ho rimpianti delle case lasciate: ho l'occhio teso troppo avanti.

albafucens ha detto...

le case che abitiamo, quando ci chiudiamo la porta alle spalle, ce le portiamo dietro, le stipiamo dentro di noi, arredi e suppelletili. Ogni tanto poi, torniamo a visitarle, a ri-percorrerne le stanze, grazie ai ricordi, e mi piace pensare che le case che laciamo, conservino anche un po' di noi...

"Ogni casa ha una sua musica, sta nelle pareti che trattengono le parole, il tono delle voci, le grida, il silenzio, i fiati"

~ Marco Lodoli ~

Anonimo ha detto...

penso a questa canzone vendo casa, di lucio battisti, per me la sua migliore.

Random Walk ha detto...

Ho abitato diverse case e tutte rimarranno nei miei ricordi, ma in realtà non credo di poter definire nessuna di loro come la mia casa. Credo che questa debba ancora arrivare.

Marica Bersan ha detto...

Mi ha colpito questa frase: "raramente ti accorgi del sapore della vita mentre è in movimento".
Quanta verità!

Baol ha detto...

@ Costantino: Oltre ad avere, fortunatamente (o sfortunatamente), una buona memoria, quel periodo della mia vita, seppur breve, non lo dimenticherò mai :)

@ Simona: Grazie Simona, sai bene quanto sia stato importante per me il periodo milanese :)

@ Francesco Zaffuto: Un po' lo spero che sia rimasto qualcosa di mio tra quelle mura, grazie per il tuo commento :)

@ Rouge: Vuol dire un sacco di cose, così come l'affetto per la casa in cui ho vissuto praticamente tutta la mia vita, per la casa in cui vivo adesso e per tutte le case :)

@ Debora: Ma sai che mi hai fatto cogliere una sfumatura della parola casa in inglese che non avevo mai considerato? Grazie!!

@ Pier(ef)fect: Vedrai che, quando sarà, sarà per altre mura che si legheranno al tuo affetto ;)

@ petrolio-muso: Mi spiace :(

Baol ha detto...

@ mr.Hyde: Grazie per le tue parole, sono contento che ti sia piaciuto :)

@ Lila: Io invece difficilmente fotografo persone, tendono a mettersi in posa, preferisco le foto fatte quando non guardano :)

@ chaillrun: Non è tanto la casa lasciata a lasciare la malinconia...

@ albafucens: Non sai quante volte, nella mia testa, ritorno in quella casa...

@ endi: Devo ascoltarla, non la ricordo :(

@ Random Walk: Magari sarà la prossima, oppure ripensandoci sarà una del passato :)
Benvenuta qui :)

@ Marica Bersan: Grazie :)

antonella ha detto...

Io di solito le foto le ho scattate a quello che vedevo dalle finestre. Ricordare la vista che mi si presentava al mattino quando spostavo le tende mi aiuta a ricordare quello che avevo alle spalle!

GIALLOSANMARINO ha detto...

MENTRE LEGGEVO HO PENSATO A PIU' DI UNA COSA CONTEMPORANEAMENTE, TI SEI LEGATO COSI' TANTO AD UNA CASA POSSO IMMAGINARE QUANTO TU TI POSSA LEGARE AD UN OGGETTO INANIMATO CHE POTRESTI PORTARE SEMPRE CON TE. QUANTA NOSTALGIA DI QUELLE 4/MURA,FORSE PROPRIO PERCHE' SAPEVI CHE PRIMA O POI L'AVRESTI ABBANDONATA !!! BELLO _MARì (FEMMINA!!!;))

Francesca Palmas ha detto...

provo le stesse cose per la mia coasa dove ho vissuto per due anni col coniglio, ancora se passo li sotto guardo le finestre e per un istante spero di poter salire di nuovo per quell'ascensore...

Caty ha detto...

Dopo queste tue righe un assalto di malinconia ...si , le cose che si ricordano e faranno sempre parte di noi.

Mrs Quentin Tarantella ha detto...

Penso che quella casa abbia rappresentato il tuo punto di partenza per il grandesalto nel mondo e quindi ciò che hai provato allora, quello stare così vicino ai sogni da poter pensare di acchiapparli ha reso quel luogo uno dei tuoi luoghi dell'anima...
ti abbraccio :-)

Silvia Pareschi ha detto...

"... raramente ti accorgi del sapore della vita mentre è in movimento". Verissimo.

Emma Peel ha detto...

Ho lasciato un sacco di rughe d'espressione nelle mie ex case. Ho imparato a soggiornare nel disimpegno.

Signor Ponza ha detto...

Non vedo l'ora anche io di poter scrivere un post così

Baol ha detto...

@ antonella: Ho anche un paio di tramonti fotografati dalla finestra di quella casa, sì :)

@ GIALLOSANMARINO: E non sai quanto mi posso affezionare alle persone... :)
Femmina eh?! Lo avevi detto, tu!!! ;)

@ LA CONIGLIA: E' una strana forma di malinconia, vero?

@ Caty: In fondo è proprio la malinconia ad essere il motore di questo post :)

Baol ha detto...

@ Mrs QT: Hai colto perfettamente nel segno, grazie, un abbraccio a te!

@ Silvia Pareschi: :)

@ Emma Peel: Non ho vissuto molte case, quella rappresenta un periodo, un periodo che ha lasciato in me le rughe di espressione :)

@ Signor Ponza: Ti auguro di poterlo scrivere per il concetto di casa e non per la malinconia :)

metiu (scappato di casa) ha detto...

anch'io monolocale e anche per me fu d'ottobre. solo qualche anno prima di te.
dici bene: è incredibile quanta vita ci entra, e senza nemmeno spingere.
ciao :)

ale ha detto...

ahhhh! accccidenti!!! il Mimmo malinconico e l'Ale che se lo legge con occhi tristi...

tizi ha detto...

in questi ultimi 8 anni ho cambiato ben 6 case , di ognuna ricordo l`odore e i silenzi. Da emigrante ,mi vengono in mente le parole di Kerouac che cosi scriveva:Come è strano essere lontani da casa quando la distanza è un intero continente e non sai neanche più dove sia la casa tua e la casa che ti resta è quella che hai in testa . Come sempre un altro bellissimo post caro Baol !

Roscio ha detto...

Non si può chiudere la porta ai ricordi, agli odori del passato. Atraversano tutto e ti colpiscono, con precisione chirurgica, anche quando tenti di dimenticare. Bel pezzo, molto poetico. Ciao

Caigo ha detto...

Foto "cartacee" immagino.
Le foto che facciamo oggi con i cellulari hanno un qualcosa di effimero se non le salviamo alla vecchia maniera.

silvia ha detto...

Sì.
La casa non sono quattro mura e un soffitto, ma "la vita che ci metti dentro", della quale rimane in qualche modo custode anche quando tu la abbandoni ...
come se invece lei ti rimanesse fedele, in qualche modo ...

Debora ha detto...

:) eh si, in questo e non solo, loro son fantastici!! :*

Alberto ha detto...

Che poi queste case uno se le sogna anche. Capita anche a te?

albafucens ha detto...

anche io sai, torno spesso con la memoria alla casa che per prima ho e mi ha abitata, quella che mi ha vista nascere, crescere, adolescente, e ne ripercorro le stanze, a volte avrei voglia di bussare alla porta e dire, io prima abitavo qui... mi piacerebbe rivederla, ma chiaramente è una cosa che troverò mai il coraggio di fare :)

Baol ha detto...

@ metiu: Sono molto felice di condividere con te questa cosa amico mio :)

@ ale: Sai bene quanto Milano mi sia entrata nel cuore!

@ tizi: Quella casa è dentro di me ed io dentro quella casa :)

@ Roscio: Ma io non voglio assolutamente dimenticare :)

@ Caigo: No, non è cartacea, è una foto fatta con la macchina digitale...però concordo che, se si vuole fermarle davvero, bisogna stamparle!

@ silvia: Non so quanto mi sia rimasta fedele ma non importa, rimane sempre un'isola felice nella mia mente :)

@ Debora: Io credo che l'italiano sia una lingua magnifica...ma questa cosa (e il genitivo sassone) sono cose che invidio alla lingua inglese!

@ Alberto: Sì, mi capita anche di sognarla, la mia casa milanese :(

@ albafucens: A caldo io l'ho fatto, mi sono recato davanti casa, non dentro, non potevo, ma davanti casa sì...e sono stato colto dalla malinconia :(

Reb ha detto...

Oh polentaloca che magone Baolino mio.
Noi però ti si aspetta qui, altra porta aperta, finestra o abbaino wof wof che sia.
Le polaroid, le conserveremo tra le pieghe della mente.
E ritornare sui luoghi del cuore, è errore che ho smesso di fare a suon di capocciate e tuffi al cuore.

albafucens ha detto...

io ci passo spessissimo davanti,fino all'anno scorso, ci sfilavo davanti tutti i giorni, con l'autobus, era un percorso obbligato, ora, essendo un quartiere di roma che comunque è limitrofo al mio, ci vado apposta di tanto, in tanto :)

un sorriso

Baol ha detto...

@ Reb: Ma come faccio a non tornare sui luoghi del cuore? :(

@ albafucens: Io ho proprio cambiato città ed ho messo più di mille chilometri in mezzo :(

premio petrolio ha detto...

manno, caro ché fa bene, anche provocando male! *

Baol ha detto...

@ petrolio-muso: Quindi è quel male che spurga e fa bene? :)