18 gennaio 2021

Mario

Mario viveva una anticipazione del problema alla volta, spesso, quando particolarmente in forma, anche due. Ormai era avvezzo alla sua stessa ansia, quasi abituato, tanto da andare in ansia nel momento in cui constatava di non essere in ansia, peggio di una profezia autoavverante. Mario non era peggiorato nell'ultimo periodo, in quello era stato lungimirante, era ansioso da prima che andasse di moda o che fosse una nevrosi di massa. Anzi, un po' lo infastidiva questo eccesso di ansia in giro, quasi che l'ansia si fosse commercializzata, non fosse più quella bella ansia indipendente di un tempo. Prima era un soggetto preoccupato in un mondo di felici, adesso no, adesso è un numero e questa cosa gli metteva tristezza, non ansia, e alla tristezza non era tanto abituato; sì, certo, aveva avuto i suoi momenti di tristezza, in passato, come tutti, ma lui aveva sempre preferito anticipare il problema, preoccuparsi che una determinata situazione avrebbe potuto renderlo triste, e quindi farsi prendere dall'ansia. Tutto sommato la cosa non lo faceva vivere male, certo, un po' di tachicardia, un po' di affanno, le apnee notturne, l'insonnia, la stanchezza. Beh, sì, in effetti viveva male ma non se ne voleva nemmeno separare, "E se non fossi più ansioso, alla fine cosa proverei?" e questa domanda lo metteva in ansia. Il non conoscere quello che poteva accadergli lo stremava, e prevedeva tutto, era un anticipatore, ve l'ho detto; ma questo non lo salvava dall'ansia perché, per quanto potesse prevedere tutto la sua testa partoriva un nuovo "e se?" che se avesse trovato il modo di incanalarli quegli "e se" magari avrebbe anche trovato di che viverci.

2 commenti:

Costantino ha detto...

Un bel racconto : l'ansia è il male del secolo !

Franco Battaglia ha detto...

E se riprendessi a scrivere sul blog? Bella risposta ti sei dato.. ;)