Incerto sul da farsi si guardò le mani, polvere di gesso, si fece un applauso solo e liberò una nuvola davanti alla faccia; il vento la rubò. Guardò il cielo su, lontano, oltre la parete, oltre la cima, ed ebbe un brivido. Finse fosse il freddo. Mosse le dita nelle scarpe come se grattasse la suola dall'interno ed appoggiò il piede sinistro ad uno spuntone, abbraccio la roccia davanti a se, per farsela amica, per scoprirne i segreti, e cominciò a salire. Si vive la vita in prospettiva orizzontale, si disse, passi avanti e passi indietro; si cammina, si corre, si balla; secondo quella prospettiva lui, adesso, era immobile, intento nella sua vita verticale. Rise. Come un ragno con metà zampe, mani e piedi in cerca di un aiuto, sentì i muscoli ricordargli che c'erano e respirò la pietra davanti a se. Si fermò, sospeso, a guardare un fiore meravigliandosi della costanza della natura; dovrei imparare, si confessò. Evitò di guardare in basso per non sentire ancora freddo nonostante il sole che gli scaldava la schiena. Prese dell'altra polvere di gesso e si presentò all'ultima pietra, piacere di conoscerti, mormorò, stanco, dolorante, felice. Sedette con le gambe dentro il vuoto contando i graffi sulle braccia come mostrine, medaglie, riconoscimenti. Sedette con le mani nella terra, incrociando le dita con i fili d'erba, innamorati di mondi diversi. Sedette con la faccia al cielo e guardò le nuvole che lo macchiavano. E respirò.
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25 commenti:
L'hai descritta così bene che mi e' venuta voglia di riprovare. Bello, bellissimo (a parte che quelle scarpette sono una morsa..).
Suggestioni da Erri De Luca ?!
sempre in avanscoperta , sempre a prendere la vita a boccache di ossigeno...
Sempre un bellissimo stile di scrittura il tuo. Belle anche le descrizioni, ma a parer mio è sempre meglio vivere una vita in verticale che in orizzontale, almeno sempre dritti sulla propria schiena si sta!
Quante scalate l'esistenza e quante scarpette ci consumeremo sopra sta parete ripida e quante boccata d'aria tireremo su per trovare le energie che servono per arrivare in cima. La vita, in due parole. Bravo Baol!
Mi sudano le mani e i piedi ...
a me ha messo un pochino di ansia da prestazione :)
Il mio respiro è in affanno , ma mi sento più libera.....
Bel pezzo (bella la vita caro Baol, bella pure mentre fatichi verso la prima sosta un pò piu' sopra...io al momento arranco, immersa nella polvere di gesso, pure negli occhi)
Ti abbraccio :-)
@ patèd'animo: Mai fatto scalate in vita mia, mi mette troppa paura (come un sacco di cose)
@ S.: Mai letto Erri De Luca, ne parlano tutti bene ma non ho ancora provato a leggerlo. So che parla spesso di montagna.
@ Caty: Il fatto è che, a volte, le boccate di ossigeno arrivano in faccia con troppa forza :(
@ Tintarella: Grazie tante per quello che dici del mio stile di scrittura, lo sento un po' arrugginito, ultimamente :-/
Per vita in orizzontale intendevo solo il fatto dell'andare avanti e indietro, naturalmente stando in verticale, non supini :)
@ Maraptica: A volte, ogni tanto eh, non sempre, ci dovrebbe essere una funivia, eccheccazzo! :)
@ silvia: Un po' di polvere di gesso e s'asciugano
@ fatacarabina: Magari poi la parete si rivela più facile di quanto sembri, no? :)
@ nella: Fermati un attimo a contemplare un fiore e tira il fiato :)
@ MrsQT: La polvere di gesso dà fastidio, vero, ma serve a non scivolare via...
bellissima metafora della vita.:-)Cavolicchi,m'è venuta voglia di provare..io che soffro di vertigini..(posso solo guardare avanti e in alto..mai indietro e in basso..che sia positivo,in fondo?).Lo faccio leggere al mio Swif lui ama scalare..io lo seguo nelle scarpinate...Ma questa non è la metafora della nostra vita.La metafora della nostra vita a due è più una cordata..
uhmmmm .. sei alla ricerca Baol: dove stai errando? :) ciao
Quale senso di pace e compiutezza deve dare.
Hai ragione. La vita si vive sempre in prospettiva orizzontale. Se si iniziasse a guardarla in prospettiva orizzontale, sarebbe tutta un'altra cosa... Un saluto
Daniel
Penso che se tornassi giovane mi piacerebbe provare con la polvere di gesso e le punte delle dita delle mani, e certo anche dei piedi. Senza corde, rampini, niente, senza niente, solo muscoli delle dita e disprezzo del pericolo. Quello l'ho sempre avuto, ma l'ho sviluppato al volante di una macchina, oppure in bici -una Viscontea da 8 chili, una primizia allora- venendo giù per una ripida discesa pedalando a tutta birra-.
Sì mi sarebbe piaciuto, ma ai miei tempi non esisteva questa disciplina estrema, oppure nessuno ne parlava.
Bel pezzo, Baol.
è un bello sport, disciplina e incoscienza, proprio come la vita!
ciao, mi mancava il tuo modo di raccontare... :) sei riuscito a dare un'immagine bellissima dell'arrampicata. l'ho fatto per un anno ma non riesco a dimenticare l'emozione data dal contatto, dalla roccia che per sostenerti deve diventare una parte di te.... e la gioia e il senso di potenza, di aver superato i prorpi limiti una volta arrivati in cima. spero di riprendere prima o poi....
...guarda proprio l'anno scorso in una passeggiata sulle montagne della mia terra natia, sono rimasta affascinata da un due ragazzi che si arrampicavano...mi sono seduta a guardare i loro movimenti e il loro lento procedere, perdendo la cognizione del tempo...il Bello se lo sappiamo vedere esiste e si mostra dappertutto intorno a noi...:-)
...quanto mi appartiene sto tipo (forse appartiene a tutti) e quante volte sono caduta di schiena con il culo ad ammortizzare ma, fin ora cosparsa di gesso la faccia mi sono rialzata e vado avanti, spero di sedermi anch'io un giorno con la sua tranquillità e intercciare le dita nell'erba con il naso in sù!!! bellissima dott.!!!! ;) _marì
@ Adriana Riccomagno: La scalata o il post? :D
@ Ele: Mai provato nemmeno io, mai nemmeno visto fare dal vivo, dovrei chiedere al tuo Swif com'è :)
@ chaillrun: Io sono uno che erra tanto, faccio un casino di errori infatti...
@ Ross: Credo anche io...certo...stare appeso ad uno spuntono mi sa che dà un sacco di pace interiore...perché ti liberi gli intestini O____o
@ Daniel: Anche perchè, alla fine, la prospettiva futura è orizzontale per tutti... (Oddìo quanto sto disfattista oggi...)
@ Vincenzo Iacoponi: Devo dire che la sensazione della discesa a perdifiato in bici non è malaccio :)
Grazie per il complimento
@ petrolio-muso: Non lo so, non l'ho mai provato (a volte credo che, per me, questa affermazione valga anche riguardo alla vita...)
@ elena: Cavolo, deve essere davvero bello, anche se sono sicuro che avrei molta paura nel farlo.
@ Bruja: Immagino che guardarli faccia pensare a quanta forza e quanta bellezza ci deve essere da quella prospettiva.
@ GIALLOSANMARINO: Beh, bella anche la tua metafora eh! ;)
no erri de luca parla di montagna, ma quasi sempre di mare! e penso che ti piacerebbe molto se tu lo leggessi! d'aspetto è secco secco e asciugato dal sole, uno abituato ad ogni tipo di scalate, come tutti immagino! mi viene in mente, però, che qualche emiro del brunei non sa neppure cosa vuol dire scalare, il deserto è così piano!
@ mizaar: Sì, l'ho visto, Erri De Luca, nella sua secchezza e mi pare di aver letto qualche suo intervento su Repubblica, prima o poi lo leggerò :)
Quanto all'emiro, anche lui è abituato alle sue scalate, quelle societarie...
Siamo da poco tornati dalla montagna (Selva di Val Gardena) e visti dei ragazzi arrampicarsi e letto il tuo racconto... e prima ancora letto un libro di Mauro Corona.... HO VOGLIA DI RIPARTIREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
:*(((((((((((
Un abbraccio! ^^
@ Gata: Io non volevo proprio tornare...
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