10 ottobre 2006
Discussione (su Quesito)
Allora, finalmente ci siamo, ho lasciato che un pò di commenti si affollassero nel post precedente proprio per vedere cosa ne pensavate sull'argomento; premetto che la mia risposta al quesito in questione è la seconda, che la credo giusta e sacrosanta (per quanto ci sia un certo niki che mi accusa di cose che non faccio...ancora). Quasi tutti hanno risposto che le imposte sono alte perchè si evadono, sono convinto che sia la maggioranza, almeno nei giovani, a pensarla così, ed allora? Tutti questi giovani dove vanno a finire? Quando arriva il momento che cambiano idea? Non lo so, vorrei tanto saperlo. La verità è quella che ha scritto InTerysta: è insito negli italiani voler pagare meno di imposte, sempre e comunque, qualunque sia l'importo delle stesse. Ci crediamo sempre il popolo più furbo, quello che dice: se posso pagare meno di "quello" perchè non farlo? Ad una domanda del genere non c'è risposta, perchè la risposta non viene accettata. Uno Stato ha dei costi da sostenere, costi per tutta la collettività e questi costi, che ci piaccia o no, sono coperti con le entrate date principalmente dalle imposte. Con questo post non cercavo di trovare una soluzione ma almeno di sottolineare un problema che, a volte, penso non sia risolvibile. Solo un deterrente veramente spaventoso potrebbe portare l'italiano imprenditore (perchè un dipendente non ha margini di manovra) a pagare tutte le tasse senza fiatare; siamo un popolo strano, non sono serviti anni di campagne schoccanti sulla sicurezza stradale ma è bastato minacciare che ci venisse tolta la patente per diminuire gli incidenti...
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13 commenti:
l'ho letto da qualche parte,in qualche altro post, ma non ricordo dove:
quello che non paghiamo in maniera diretta ci sembra non aver valore... è un'opinione talmente radicata che porta alla convinzione che i servizi e i luoghi pubblici siano in un tale degrado da non sentirli propri.
Pertanto viene alimentato il presupposto morale che non pagare le tasse per qualcosa che non funzioni sia una cosa giusta... e così le cose chiaramente non possono che peggiorare dando vita ad un circolo vizioso che difficilmente trova rimedio...
e come nella teoria dei giochidi Nash: chi farà la mossa e in che modo?
Voler pagare meno tasse è legittimo, se lo stato prevede detrazioni ed esenzioni è sacrosanto usufruirne. Non pagare le tasse dovute è un'altra cosa. Va detto però che mi sembra altrettanto ingiusto pagare tra le varie, l'accisa sulla benzina per finanziare la missione in Libano degli anni 80. E' una solenne presa per il culo.
Il quattro ottobre ho chiesto a mia madre di comprarmi il giornale, sottinteso che volevo il manifesto. È tornata a casa con l'Unità, e il titolo era: «Chi non paga le tasse è un ladro». Era chiaramente riferito al discorso di Padoa Schioppa (credo) del giorno prima, però ho trovato divertente leggere una frase del genere in prima pagina, come se fosse una notizia clamorosa.
Ah, quando ho visto mia madre con l'Unità, le ho detto che aveva sbagliato giornale, e lei mi ha risposto che tanto sono tutti comunisti.
(So che questo commento è di un interesse infimo, ma è giusto completare quello che stavo dicendo prima.)
@ Porzione: l'accisa non è un'imposta diretta, non rientra nella mia valutazione...
grazie a tutti per la partecipazione (accorrete numerosi)
Sì, certo, ma sempre imposta è. Uno Stato che preleva per una cosa che non esiste perde credibilità, questo era il concetto.
ok, d'accordo su tutto: noi italiani siamo portati a fare i furboni, comunque allo stato i soldi servono, (si spera che servono più per il popolo che per gli amici al potere), va bene che se non si paga si aumentano le aliquote (se ho capito qualcosa di questa finanziaria, quest'anno mi fotte almeno un 5% in più :-( ), ammetto che se qualcuno mi dice non c'è bisogno di fattura sorrido a 360 gradi, saltando i 90 ...
MA
oltre che aumentare le tasse per recuperare le minori entrate, lo stato non può proprio fare nient'altro per combattere l'evasione?????
In verità credo che sia un problema insolvibile, ninete potrebbe fare cambiare idea ad un evasore.
Bisognerebbe che ogniuno di noi sapesse dove vanno precisamente a finire i propri soldi, o meglio: possa decidere in linea di massima a chi destinarli: strutture pubbliche, manutenzione beni culturali, etc. Pagare "a buffo" così mi fa solo che pensare che la grana se la intaschino i ministri e gli imprenditori edili che lasciano le opere pubbliche a metà. Però concordo: se ci dicessero "se non paghi le tasse ti decapitiamo" forse cambierebbe qualcosa!!! :-)
@ Mad: è impossibile che siano i contribuenti a decidere dove vanno i soldi, è quello che differenzia tasse (soldi dati per uno specifico bisogno) ed imposte (contribuzione generica), tante teste, ahimè, hanno bisogno di un numero limitato di persone che gestiscano la cosa, è il motivo per cui l'anarchia è impossibile in sè, si trasforma presto nel totalitarismo. L'errore è aver dato troppo saldamente in mano ad alcune persone (che sono sempre le stesse) il potere. La difficoltà è proprio nel ricambio, non riusciamo a cambiare, abbiamo la classe politica più vecchia del mondo. Il mio amico InTerysta una volta mi disse che con Tangentopoli invece di cambiare i politici e lasciare i nomi dei partiti abbiamo cambiato i nomi dei partiti e lasciato gli stessi politici....lo diceva anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo"...la domanda da farsi è: avremo mai la forza, noi giovani, di cambiare le cose? Penso di no, guardo le nuove generazioni e mi spavento della mancanza di idee...
Moh....ho detto una cosa così intelligente io!?!?! eh sì, quando ero giovane sì che ero intelligente!!!! ......"Nucolare, si dice Nucolare"
MA cosa dite?????
Le imposte si pagano. Si DEVONO pagare.
Come si pagano le porte, gli infissi, le finestre... :)
La tua è una domanda "vecchia". Già la poneva Socrate nel Dialogo Eutifrone, interrogandosi su cosa sia la pietà e cosa sia l'empietà e suonava così: "una certa azione è pia perché è gradita agli dèi oppure è gradita agli dèi perché è pia". Socrate in questo dialogo non arriva ad alcuna conclusione, perciò si dice che è un dialogo aporetico. Morale della favola: è il corno del dilemma a dover essere rivisto o integrato, perché è "un cane che si morde la coda", se si facesse un ragionamento come il tuo, sul senso civico, e sui costi di gestione dello stato, quella domanda sarebbe superflua.
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