Il post dalle tre parole di Vale
Incubo
Notte. So che è notte ma non so quando. Corro nel fitto di un bosco, i rami più bassi mi graffiano il volto; sono inseguito, non so da chi, so solo che devo correre; e corro, attraverso alla cieca un buio che sembra quasi solido, palpabile, interrotto a malapena dalla misera luce che, sforzandosi, graffiandosi come me, arriva attraverso le foglie. Sento il respiro che non riesce a spezzarsi, che aumenta e si avventa sull’aria intorno. E’ vicino, lo so, corro più forte, sbatto contro il tronco di un albero, cado, mi rialzo e riprendo a correre nonostante il dolore. Mi volto ma vedo solo il buio, ho paura, so che è lì, che vuole me ed io corro, corro senza sapere dove vado, senza ricordare da dove arrivo, solo alberi e buio. La radura si apre improvvisa, talmente improvvisa che mi devo fermare; non ho più forze, non riesco ad assorbire tutta l’aria di cui ho bisogno, so che ormai mi prenderà, è qui. Alzo gli occhi e guardo la luna, luminosa e sola nel cielo notturno; e poi il nulla.
Sogno
La musica è un notturno di Chopin che, lieve, sgrana le sue note nell’aria; non so da dove arrivi, attraversa i muri della stanza e mi raggiunge attutita. Sono a letto, sorrido, so che ho una buona ragione per farlo ma non la ricordo e tutto sommato non importa; guardo la luce che entra di traverso, dalla finestra. Credo sia pomeriggio, l’ora in cui la sera dà un avviso. Mi guardo intorno, non riconosco la stanza ma mi è familiare, mi sento come a casa; le mensole con i libri, una scrivania ed al muro foto di paesaggi metropolitani; non mi chiedo cosa ci faccio qui, ascolto la musica disegnandola con le dita. Sul comodino un foglio di carta, è ricamato da un corsivo fitto ed ordinato; so che è per me e che mi racconterà una bella storia di posti lontani, lo prendo ed inizio a leggere, e poi il nulla.
Visto che "fitto" e "notturno" possono essere entrambi sia sostantivi che aggettivi ho voluto scrivere in un modo o nell'altro, credo che Vale, con quel "un", intendesse "fitto" come sostantivo ma, sapete com'è, non si sa mai (a proposito, il link al suo blog non c'è perché stamattina mi sono accorto che lo ha chiuso).
Incubo
Notte. So che è notte ma non so quando. Corro nel fitto di un bosco, i rami più bassi mi graffiano il volto; sono inseguito, non so da chi, so solo che devo correre; e corro, attraverso alla cieca un buio che sembra quasi solido, palpabile, interrotto a malapena dalla misera luce che, sforzandosi, graffiandosi come me, arriva attraverso le foglie. Sento il respiro che non riesce a spezzarsi, che aumenta e si avventa sull’aria intorno. E’ vicino, lo so, corro più forte, sbatto contro il tronco di un albero, cado, mi rialzo e riprendo a correre nonostante il dolore. Mi volto ma vedo solo il buio, ho paura, so che è lì, che vuole me ed io corro, corro senza sapere dove vado, senza ricordare da dove arrivo, solo alberi e buio. La radura si apre improvvisa, talmente improvvisa che mi devo fermare; non ho più forze, non riesco ad assorbire tutta l’aria di cui ho bisogno, so che ormai mi prenderà, è qui. Alzo gli occhi e guardo la luna, luminosa e sola nel cielo notturno; e poi il nulla.
Sogno
La musica è un notturno di Chopin che, lieve, sgrana le sue note nell’aria; non so da dove arrivi, attraversa i muri della stanza e mi raggiunge attutita. Sono a letto, sorrido, so che ho una buona ragione per farlo ma non la ricordo e tutto sommato non importa; guardo la luce che entra di traverso, dalla finestra. Credo sia pomeriggio, l’ora in cui la sera dà un avviso. Mi guardo intorno, non riconosco la stanza ma mi è familiare, mi sento come a casa; le mensole con i libri, una scrivania ed al muro foto di paesaggi metropolitani; non mi chiedo cosa ci faccio qui, ascolto la musica disegnandola con le dita. Sul comodino un foglio di carta, è ricamato da un corsivo fitto ed ordinato; so che è per me e che mi racconterà una bella storia di posti lontani, lo prendo ed inizio a leggere, e poi il nulla.
Visto che "fitto" e "notturno" possono essere entrambi sia sostantivi che aggettivi ho voluto scrivere in un modo o nell'altro, credo che Vale, con quel "un", intendesse "fitto" come sostantivo ma, sapete com'è, non si sa mai (a proposito, il link al suo blog non c'è perché stamattina mi sono accorto che lo ha chiuso).
23 commenti:
Molto bello... il sogno. Mi è piaciuto molto più dell'incubo. E poi, adoro le stanze con mensole e foto metropolitane... Bravo il nostro letterato! ;)
sei un giocoliere.
ma lo sapevi già.
ma forse non sapevi ancora che fai danzare le tue biglie con leggerezza!
love, mod
belli entrambi. Da vivere il sogno, da leggere l'incubo!
Eh si magari poi alla fine dell'incubo inizia il sogno...
un saluto
Sei un mago delle parole sai? E me le hai rubate tutte! Sono senza.
leggendo fitto temevo che scrivessi un racconto su raffaele fitto... phew! mi è andata bene!
bravo as usual bro
preferisco i sogni agli incubi. Anzi gli incubi proprio non li sopporto!!!
pure io ho appena scritto di un sogno che ho fatto...o forse era un incubo.....boh!!!
preferisco molto di più il tuo sogno che il mio!!!
Ma ancora non è finito questo giochetto???Quanti sono??? O_o
i sogni son desideri :-)
Dottore lei con le parole ci gioca molto bene e l'incubo è incubato abbbbbbastanza!!!! ;D Buon Week-end!!!! _MARy
@ Maraptica: Allora ti auguro di avere solo sogni e mai incubi
(Ti piacciono le foto metropolitane? Maddai...)
@ mod: Cerco sempre di migliorare ed aumentare il numero delle biglie (la giocoleria mi piacerebbe impararla per davvero)
@ LA CONIGLIA: Mi auguro sia sempre così :)
@ Ernest: Non sarebbe male ;)
@ ...daisy...: Grazie! Non è che mi denunci per il furto mo eh?! :P
@ fabio: Non ci avevo proprio pensato...ma potrei sempre farlo... hihihihihih
@ Angela: Mi sembra una cosa normale e sensata :)
@ Suysan: Grazie! Leggerò!
@ Tintarella: Ce ne sono altri 14 ancora :)
@ Caty: Di felicità...
@ GIALLOSANMARINO: Ma ben gentile cara lei, incuberò meno incubi allora :)
Raramente un giocoliere mi fa ancora dire ohhhhhhhh, come fai tu.
sogno e incubo
entrambi due componimenti molto belli e scritti ad arte nei queli si sente nell'uno la paura che sembra quasi palpabile e nell'altro la quiete e serenità delle note che ci avvolge
l'atmosfera del sogno è sicuramente quella che ti auguro di vivere
erri de Luca riguardo al sogno dice.
"Ho visto che in italiano esistono due parole, sonno e sogno, dove il napoletano ne porta una sola, suonno. Per noi è la stessa cosa"
lo so non c'entra nulla.. ma leggendo la parola sogno mi è venuta in mente:))
@ albafucens: Grazie! Bella la frase di De Luca, se fosse così ogni volta che si dorme si sognerebbe e quindi non esisterebbero gli incubi (io la interpreto così ;) )
@ simple: (mi era sfuggito) Che dire? Grazie; come ho già detto qualche commento più sù, spero di aumentare le pallette :)
Insaziabile. :)
@ nicbellavita: Mi piace un sacco inventare parole...
oddio l'incubo mi ricorda orribili incubi adolescenziali (già sognavo di lupi e vampiri?! ^___________^)
il sogno invece mi piace moltissimo! :)
Altri 14? E il mio da 1 a 14 dove sta?! :)))
@ Gata: E' il quarto di quei 14
allora dai che son curiosaaaaaaaaaaaaaaa :DDDD
eccomi! ho risposto all'appello... e già rompo! Un bacione!
@ Gata: Beh, il prossimo mi sta pigliando un po' troppo tempo :-/
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