Il post dalle tre parole di Tintarella di Luna
Quando l'anima si sfoca
Il ricordo più bello della mia infanzia è un odore, il profumo celestiale della focaccia che cuoce nel forno, la domenica mattina. Mia nonna distribuiva meticolosamente gli ingredienti; olio, sale, acqua tiepida, lievito, qualche pomodorino tagliato a metà e, al centro del tavolo, un cratere polinesiano di candida farina. I passi che da quegli elementi portavano al prodotto finale sembravano approssimati, nella loro empiricità fatta di pizzichi e manciate, ma nascondevano una precisione nei tempi e nelle quantità acquisita con gli anni. Dopo aver combattuto e vinto con l'impasto mia nonna gli lasciava il tempo di accorgersi della sconfitta e di lievitare e successivamente lo adagiava nella sua vecchia teglia di metallo, unta di olio, lo puntellava di mezzi pomodorini e spolverava di sale e poi infilava tutto nel fidato forno della cucina a gas, quello con la bombola azzurra. Dopo pochi minuti per la casa si espandeva il profumo della cottura, della trasformazione della pasta in focaccia; ti veniva a cercare per le stanze della casa quel profumo e quando ti trovava, ti faceva sorridere e chiudere gli occhi nell'immaginazione del primo morso. Quel ricordo anche se piccolo è l'unica cosa che funzioni nei momenti in cui, come ora, mi sento uno schizzo, un disegno abbozzato a matita. Succede, “capita” ti dicono, basta distrarsi un attimo o concentrarsi troppo e ci si trova a scorrere asincroni rispetto al resto, come se si fosse persa una battuta e si fosse fuori ritmo. Ti capita, allora, di guardare il mondo e non sentirtici dentro, come una macchia indistinta sullo sfondo, sfocata, e di non riuscire a comprendere il senso delle cose anche quelle che, fino ad un attimo prima ti erano chiare. Serve tutto in momenti così, anche aggrapparsi ad un ricordo marginale come il profumo della focaccia appena sfornata e tutto, piano piano, torna ad avere i contorni conosciuti, le cose ad avere un senso ed il nostro passo ad avere un ritmo; fino alla prossima distrazione, alla prossima sfocatura dell'anima.
Finalmente il nuovo "racconto dalle tre parole" ha preso forma, sono tutti qui!
Quando l'anima si sfoca
Il ricordo più bello della mia infanzia è un odore, il profumo celestiale della focaccia che cuoce nel forno, la domenica mattina. Mia nonna distribuiva meticolosamente gli ingredienti; olio, sale, acqua tiepida, lievito, qualche pomodorino tagliato a metà e, al centro del tavolo, un cratere polinesiano di candida farina. I passi che da quegli elementi portavano al prodotto finale sembravano approssimati, nella loro empiricità fatta di pizzichi e manciate, ma nascondevano una precisione nei tempi e nelle quantità acquisita con gli anni. Dopo aver combattuto e vinto con l'impasto mia nonna gli lasciava il tempo di accorgersi della sconfitta e di lievitare e successivamente lo adagiava nella sua vecchia teglia di metallo, unta di olio, lo puntellava di mezzi pomodorini e spolverava di sale e poi infilava tutto nel fidato forno della cucina a gas, quello con la bombola azzurra. Dopo pochi minuti per la casa si espandeva il profumo della cottura, della trasformazione della pasta in focaccia; ti veniva a cercare per le stanze della casa quel profumo e quando ti trovava, ti faceva sorridere e chiudere gli occhi nell'immaginazione del primo morso. Quel ricordo anche se piccolo è l'unica cosa che funzioni nei momenti in cui, come ora, mi sento uno schizzo, un disegno abbozzato a matita. Succede, “capita” ti dicono, basta distrarsi un attimo o concentrarsi troppo e ci si trova a scorrere asincroni rispetto al resto, come se si fosse persa una battuta e si fosse fuori ritmo. Ti capita, allora, di guardare il mondo e non sentirtici dentro, come una macchia indistinta sullo sfondo, sfocata, e di non riuscire a comprendere il senso delle cose anche quelle che, fino ad un attimo prima ti erano chiare. Serve tutto in momenti così, anche aggrapparsi ad un ricordo marginale come il profumo della focaccia appena sfornata e tutto, piano piano, torna ad avere i contorni conosciuti, le cose ad avere un senso ed il nostro passo ad avere un ritmo; fino alla prossima distrazione, alla prossima sfocatura dell'anima.
Finalmente il nuovo "racconto dalle tre parole" ha preso forma, sono tutti qui!
33 commenti:
Uno più bello dell'altro... bravo :*
Che delicatezza il pensiero del profumo che ti viene a cercare finchè non ti trova e non ti fa suo.
Proprio bello.
Va beh che io son golosa di mio, ma mi hai fatto venire un'aquolina con 'sta focaccia della nonna! :-)
Per un momento ero nella cucina di tua nonna ad aspettare la focaccia :)
@ Maraptica: Grazie, spero che anche i prossimi siano così :*
@ Ross: Anche la focaccia non è male ;)
@ Viviana B.: E fai bene! :P
@ pOpale: Tieni a bada le ganasce! :D
uuuuuhhhh bello!!! :D
E a pensare che non ricordavo neppure le parole.Un bel racconto, non troppo lungo e che parla di cibo (uno dei miei argomenti preferiti hihi) e poi me lo sento cucito addosso, si oltre alle mie tre parole contiene anche un qualcosa di mio, il senso di ineguatezza, lo smarrimento, i ricodi del passato, gli odori.
Mia nonna faceva le pizze fritte dolci, non so se si fanno anche in puglia, ma infondo il senso è lo stesso!!!
P.S.
Mi viene voglia di darti altre 3 parole!! :DDD
...grazie...
...ehmmm... non so cosa significhi ineguatezza, ma intendevo inadeguatezza... scusa ma era l'emozione!!! :P
Ecco, adesso sì che si ragiona... :)
Comunque quando ci si sente asincroni ci si può anche fermare e lasciare che il mondo scorra un po' senza di noi :-)
ci proverò
I ricordi legati al cibo sono, almeno per me, i più lancinanti.
"spolverava di sale"
Ma era sale fine?
Che voglia di mangiare la focaccia... é pazzesco come certi profumi ti si incollino addosso e ti accompagnano per tutta la vita..
la sfocatura dell'anima è la sintesi di un lirismo perfetto. bravura abbacinante *_*
"capita" ti dicono, "passerà" ti augurano, "reagisci" ti consigliano.... "capita" ti dici, "passerà" ti auguri, "reagisci" ti consigli...
e aspetti il profumo di una focaccia calda per rimettere a fuoco il tutto.....
Meim, la stessa focaccia la faceva mia nonna.
Uguale uguale.
Mia madre, invece, ne fa un'altra ottima, ma solo adesso mi rendo conto che il tuo post non è una trasmissione del "Gambero Rosso".
:)
Bravo.
@ Tintarella: Mi fa piacere tu l'abbia apprezzato, le pizze fritte, almeno una specie, si fanno anche qui...ma comunque quel mio ricordo è (quasi) inventato, mia nonna non focacciava così spesso :P
Altre tre parole?! No eh! Ho ancora venti triplette da utilizzare! ;)
@ LaCapa: Meno male va... :)
@ S.B.: Hai ragione Simone, hai dannatamente ragione...
@ zefirina: Vedrai che ci riesci :)
@ Alberto: Sale grosso ;)
@ Claudio Cerri: L'olfatto è il senso maggiormente collegato alla memoria :)
@ Zion: Troppo buona! :)
@ stellastale: Se stai attenta quel profumo è lì in giro!
@ enne: Assaggiare no?
nooooooooo...io ho il ricordo dell'odore dei biscotti di mia nonna...la sensazione di piacere che mi pervade quando chiudo gli occhi e ci ripenso, l'odore è lì presente, che sale nelle narici...e mi riporta, come te, ad un equilibrio perfetto tra il mio corpo, la mia mente, il mio cuore...e il resto del mondo che si riassesta...:-)
p.s. compagno di compleanno ti faccio gli auguri in anticipo...non so se domenica avrò tempo di collegarmi...
clap clap...mi piace molto il tuo scrivere, ci ha visto bene Berry con te!
:-)
Mrs QT
PS: con me non aveva indossato gli occhiali! :-))
come e` vero...gli odori , i profumi ti portano lontano a momenti di vita vissuta , o preludio di qualcosa che deve ancora accadere...quindi caro Baol speriamo di sentire sempre un buon profumo di focacce per il futuro!
Ciao, come va?
Stimolante scrivere un racconto utilizzando all'interno 3 parole...
Molto bello questo!Complimenti caro :)
Noooo pensavo fosse un ricordo della tua infanzia!!Vabbè allora possiamo fare finta che sia per metà anche mio!!!Smack!!!
hei bello! ma sei venuto a spiare la mia infanzia quando mia nonna mi faceva la focaccia???? :)
questo racconto mi ha ricordato le madeleine di proust! :)
Anche i miei ricordi più belli sono legati alla nonna e all'infanzia, forse perché è in quell'età che ci impressioniamo di più.
Io ho sempre assocciato la felicità al profumo delle rose che mia nonna raccoglieva per me e poi un attimo prima di sciuparsi usava per l'acqua di rose (sempre per me).
Avrei voluto avere 5 anni in eterno.
@ Bruja: Ti ringrazio e ricambio gli auguri, compagna di compleanno. L'olfatto è il senso maggiormente collegato con la memoria ;)
@ Mrs QT: Hehehehehe, grazie, ma credo che inforcasse ottimi occhiali anche con te!
@ tizi: E speriamo sì, c'ho 'na fame...
@ Viviana B.: Va...
@ Guernica: Diciamo che serve per stimolare la mia creatività che languiva...
@ Tintarella: Se la mia finzione sembrava vera significa che, tutto sommato, il pezzo è scritto bene ;)
@ elena: Hehehehehe, naaaaaaa, ho seguito il naso...
Dovrò decidermi a leggere Proust prima o poi :P
@ hampidampi: Bellissimo ricordo...reale, non inventato come il mio :)
non ti nascondo che mi hai fatto venire fame..... ;-)
tu sei sempre un grande autore con le parole sei capace non solo di trasmettere emozioni ma anche i profumi :-)
.....comunque per la cronaca.....fra poco vado a casa e preparo il pane ! :-)
ciao ciao
Pippi
.. hai scritto davvero un bel racconto, spesso nella vita ci aggrappiamo ad un ricordo e man mano che ffiora ce ne lasciamo avvolgere..
"Ti capita, allora, di guardare il mondo e non sentirtici dentro"
.. questa me la segno
scrivi davvero bene
un abbraccio
wow...
@ Pippi: Io parlo di focacce e tu prepari il pane? Com'è 'sta cosa? Il pane va assaggiato però!!!
@ albafucens: Grazie!!!
@ ...daisy...: Addirittura?
Effetto Madeleine...a volte il sistema migliore per rimettere a posto quello che non funziona dentro di noi, per ritrovare la serenità (e per stare in tema culinario, le tue parole mi hanno fatto tornare in mente una delle scene finali di "Ratatouille" che mi ha stretto tantissimo il cuore!).
È un racconto stupendo comunque, ma del resto non ho dubitato che lo fosse neanche per un attimo ;D
@ Vale: Devo decidermi a leggere Proust...
Grazie del commento ;)
(non me la ricordo 'sta parte di "ratatouille")
Baol, mi hai fatto commuovere... :*)
A me succede la stessa cosa pensando al profumo del brodo di carne che preparava la mia nonna materna per i tortellini della domenica...
Un abbraccio!
@ Gata: E tutto questo senza in realtà avere davvero la nonna focaccera
:D
Posta un commento