27 luglio 2014

Kill Bill reloaded

[In attesa di un titolo]


Davvero credi che la tua mossa dei cinque colpi non abbia funzionato, Beatrix? Pensi che io abbia fatto più di cinque passi e sia tranquillamente andato avanti? Che abbia camminato senza che il mio cuore esplodesse? Mi hai guardato bene Beatrix? Ognuno dei cinque colpi che, silenziosa, mi hai sferrato, hanno raggiunto il loro obiettivo, hanno espanso la loro energia, sono entrati dentro di me. Tu sei entrata dentro di me Beatrix, a quel punto avevo solo cinque passi da fare, cinque passi da percorrere lungo la mia strada e poi il mio cuore sarebbe esploso; tu mi vedi qui, mi senti, e pensi che i tuoi colpi non siano andati a segno perché sono passati anni da quando mi hai colpito, cinque colpi delle tue mani leggere, delle tue dita sottili Beatrix e tu ti chiedi perché sia ancora in piedi, perché il mio cuore non è esploso, perché abbia camminato e ti dici che hai sbagliato Beatrix, che Pai Mei non ti ha insegnato la vera mossa dei cinque colpi, che, alla fine, non sei realmente stata capace di colpirmi. L’errore sta qui Beatrix, adesso alzi su di me l’indistruttibile spada di Hattori Hanzo e non hai ancora capito il senso reale della mossa dei cinque colpi di Pai Mei; pensi che io abbia camminato dopo quel giorno di tanti anni fa Beatrix, e che il mio cuore non sia esploso. Guardami Beatrix, io ho fatto i cinque passi e mi sono fermato, non ne ho fatti altri, non ho più mosso un passo da quel giorno, sono anni che sto fermo, che non mi sposto; il mio cuore non ha più battuto da quel giorno Beatrix, è esploso, e quello che tu vedi e per cui ti convinci che la tua mossa dei cinque colpi non abbia funzionato è proprio la dimostrazione che ha funzionato perfettamente. Pai Mei ti ha insegnato la mossa giusta Beatrix, solo non ti ha spiegato il vero senso della mossa dei cinque colpi, che non è una mossa di kung fu o, meglio, non lo è nel senso in cui la si intende normalmente; i cinque colpi sono le vie tramite le quali entri dentro una persona, sono i cinque sensi Beatrix. Colpisci la vista e poi l’udito, alla distanza, e ti avvicini e colpisci l’olfatto, ancora un passo, il contatto, e colpisci il gusto ed il tatto e attraverso le cinque vie le energie raggiungono il cuore; non te ne accorgi subito, no, fai giusto cinque passi, quelli per vivere lo spazio intorno, ed il cuore esplode e colui, o colei, che è stato colpito rimane lì, per sempre; capisci Beatrix? Spesso la mossa più letale è proprio la vita e anche se tu credi che io abbia fatto il sesto passo, che gli anni mi abbiano fatto fare tanta strada, che il cuore abbia battuto milioni di rintocchi; la verità è che la tua mossa è andata perfettamente a segno ed io sono rimasto lì, da allora e non mi muoverò più. Ora mi ferisci con la spada di Hattori Hanzo ma sono solo scosse di vita, capisci Beatrix?

Di solito i miei reloaded riguardano libri, questa volta mi sono dedicato ad un film (che nemmeno ho visto tutto, se è per questo?

25 luglio 2014

Piccolo spazio pubblicità

Milonga improvvisata


Dalla finestra aperta mi arriva un po’ della brezza di mare, me ne faccio poco, con questo caldo, ma è meglio di niente; meglio di sudare anche soltanto respirando. Mi sposto sul balcone di questo albergo con poche pretese, affacciato sulla sabbia; vedo la costa puntellata di luci, l’afa rende opaca anche la notte e la luna, enorme, è velata ai bordi. Un refolo un po’ più forte mi porta sollievo e una sensazione di musica; decido di scendere a passeggiare sulla riva, con la scusa di stancarmi e rinfrescarmi con in piedi in acqua ma, in realtà, mi spingo ad inseguire quell’ipotesi di melodia che m’ha rapito... 

il resto potete leggerlo qui

24 luglio 2014

Intermezzo


Il coccodrillo è in cerca
sempre di una preda
La preda fa di tutto
perchè lui la veda

22 luglio 2014

Segnalibro

Mi piacciono i segnalibri, ne ho di diversi ma, spesso, uso anche le cose più disparate per segnare l'ultima pagina del libro che sto leggendo. Confesso che una delle cose che mi manca di più quando leggo un ebook, oltre al profumo della carta ed al fruscio delle pagine, è proprio non mettere un bel segnalibro all'interno; certo, è meno facile perdere il segno perché, si sa, per quanto strette siano le pagine magari il libro ti casca e scappa fuori anche il segnalibro ed allora devi cercare un segno diverso per capire a che pagina eri, un ricordo, una sensazione, un leggere scurimento delle pagine già lette; però il fatto che non metto il segnalibro, fisicamente, a segnare la chiusura momentanea, mi manca un po'. Tra i tanti segnalibri che ho, tutta roba da nulla eh, non immaginatevi sciccherie, ne ho uno che riproduce "Golconda" di Magritte; avete presente no? Il quadro con gli omini con la bombetta che piovono sulla città, è famoso. Quel segnalibro l'ho comprato qualche anno fa, quando sono andato a vedere la mostra di Magritte a Palazzo Reale, a Milano; "Golconda" non era tra i quadri esposti ma ce n'erano comunque di bellissimi, tipo "L'impero delle luci" (ora non chiedetemi se era il numero 1 o il numero 2). Comunque "Golconda" l'ho visto dopo qualche anno al MoMa (o al Met, oppure all'Art Institute di Chicago, mo non mi ricordo bene, ne ho visti così tanti, quell'anno), o, meglio, uno dei "Golconda" (e sì, perché anche di quello ce n'è più di uno) e vi assicuro che è una meraviglia, come tutti i quadri di Magritte. Adoro Magritte, il suo surrealismo mi fa impazzire, per esempio mi piacciono un sacco tutti i suoi "Ceci n'est pas...", tipo il più famoso "Ceci n'est pas une pipe", lo conoscete no? Quello che rappresenta, appunto, una pipa; sono stranianti quei quadri, il bello è proprio quello, ti rappresenta una cosa e ti dice che non lo è; è come quando tu pensi che Tizio (o Caio, o Sempronio) sia in un modo e poi arriva qualcuno che ti dice "No guarda, ti sbagli, Tizio (o Caio, o Sempronio), non è come pensi" e tu, proprio come davanti ad un quadro di Magritte, pensi "Ma forse ha ragione, Tizio (o Caio, o Sempronio) non è come penso io, lo saprà bene, lo conosce meglio di me", così come per la pipa, pensi "Magritte avrà ragione, l'ha dipinta lui, non sarà, come penso io, una pipa; sarà altro, come dice lui". Poi guardi meglio (sia la pipa che Tizio (o Caio, o Sempronio) ed è proprio come pensavi tu e che il surreale sta proprio in queste persone che insistono che Tizio (o Caio, o Sempronio) non è come pensi tu, così come Magritte che insiste che non è una pipa. Insomma, dicevo che ho questo segnalibro raffigurante Golconda e, devo dire, mi piace un sacco, quando lo chiudo fra le pagine del libro, fare in modo che uno degli omini sembri appoggiato al bordo alto del libro, come se non stesse cadendo dal cielo, come se, semplicemente, passeggiasse sul libro. Così, per dire.


20 luglio 2014

Come tutti gli anni

Come ogni anno, da quando questo blog esiste; come ogni anno, senza commenti perché la memoria è un esercizio collettivo che si fa in solitaria. Bisogna guardare dentro la propria testa e dentro il proprio cuore e togliere la polvere che abbiamo accumulato sui ricordi.

11 luglio 2014

L'incanto del bagno 49

L’altalena ondeggia appena, mossa dalla brezza marina che, in alcuni momenti si illude di essere vento e , come con un colpo di reni, dà una sferzata alla sabbia, cancella e ricompone la serie di impronte che, in coppie, partono ed arrivano a quelle giostre, giusto poco prima del muretto che divide la spiaggia dalla strada. Tutto intorno c’è quella luce opaca delle albe nuvolose ed il mare, da essere solo un’ipotesi nel nero della notte, comincia ad assumere il colore del piombo. Con la luce tutto acquista maggior dettaglio: le cabine con la vernice consumata dalla salsedine, il campo da beach volley con la rete tesa come una corda di violino, la scarpa con il tacco rotto, giusto al limite della passerella di legno. La brezza della notte ha trovato coraggio e si improvvisa vento a tutti gli effetti; fa mulinare quella che sembra una vela, giusto dietro la prima cabina alle spalle dell’altalena, quella davanti al muro delle docce esterne. La vela è, in realtà, una gonna lunga, ampia, che ad ogni folata di vento scopre due gambe livide, un piede senza scarpa. Il viso è semicoperto da lunghi capelli biondo cenere, con un accenno di ricrescita più scuro; si intravedono lineamenti netti, affilati, di chi ha subito molta vita, occhi sbarrati dalla consapevolezza del terrore, segni viola sul collo, come un collier di rabbia. La troverà uno dei bagnini del bagno 49 quando, tra poco meno di un’ora, arriverà a sistemare le sdraio.

09 luglio 2014

Una nuova avventura...

Ho avuto due blog "comunitari", se aprite il mio profilo ci sono ancora, si possono ancora leggere ma non vanno più avanti; non vanno più avanti perchè di tutti gli autori, sia di uno che dell'altro, sono rimasto solo io e ci tenevo eh, soprattutto a "Dammi i dettagliuzzi", blog che consideravo avere un futuro ma che poi il coautore lasciò a me sparendo nel nulla. Vi confesso che questa cosa mi lasciò con un bel po' di amaro in bocca sulle collaborazioni, da allora ho solo scritto qualche post in collaborazione con una persona davvero speciale (ma questa è un'altra storia); per questo, quando Stefania mi ha contattato per chiedermi se volevo partecipare alla sua idea di blog "comunitario" di racconti, ci ho pensato su per un po' poi, visto che il cervello ha sempre bisogno di stimoli, ho accettato e con gli altri folli è nato SENZA QUARTA che, va da sè, vi invito a seguire. Questo blog qui NON CHIUDE ASSOLUTAMENTE, questo blog continuerà ad andare avanti come sempre; alcuni racconti verranno scritti qui e lì, alcuni solo lì, altri solo qui; continuerò a mettere canzoni, frasi, emozioni, sensazioni, idee, pensieri, fregandomene di un bel po' di cose. Devo finire i tre parole e devo scrivere tante altre cose quindi, ripeto, QUESTO BLOG NON CHIUDE ma da adesso potrete leggermi anche altrove.

07 luglio 2014

Intermezzo



Momento "Revival", per tutti quelli che, come me, seguivano la serie tv. Secondo me questo pezzo, a ritmo, vale quanto "Happy" di Pharrell!

03 luglio 2014

Sympathy for the devil


Please allow me to introduce myself...
Ciao, sono quello che ti guarda tutte le mattine, dallo specchio, sono l'abisso in cui ti rifiuti di guardare. Sono il demone che ti striscia dentro e che rinchiudi nelle pieghe più nascoste della tua testa, sono il male, il tuo. Lo sai bene che il male è necessario, che senza buio la luce non avrebbe nessun senso di esistere ed io sono il tuo buio; sono quello che ti guida la mano quando scrivi i tuoi racconti neri, scuri come la pece; sono la tua cattiveria che affiora, come lo zucchero sui frutti lasciati essicare, come il sale nei salumi stagionati male. Il male, appunto. Sono quello che la tua coscienza tiene a bada, quello che, a volte, si porta a bere la tua coscienza. Sono il te stesso che nascondi nel labirinto delle tue paratie stagne, sono il puntello che non ti fa crollare. Ogni giorno ti guardo dallo specchio, ti vedo fare i tuoi soliti bilanci quotidiani, ingoiare alcuni rospi, partorire altri sorrisi ed intanto me la rido, mi gingillo con le parole, sai? Sì, con quelle parole che ti tieni dentro, quelle che ti offro sempre su un piatto d'argento ma che tu, stoicamente, rifiuti, non dici, ricacci da me. E rido. Sì, rido di te e me insieme, tu così pubblico, io così ben nascosto, il diavolo sta nei dettagli, no? Nel guizzo degli occhi, nella lama di sorriso, nel gesto trattenuto delle mani; io sto lì, lo sai bene, lo senti anche tu che ci sono perchè tu sei me ed io te, tu che sei bugiardo e infido così come sei fidato e chiaro. Sono quello che ti mette in testa le immagini peggiori, i pensieri che ti fanno ritorcere lo stomaco, che te lo stringono in una morsa, i pensieri che non ti fanno dormire. Sono io quello che ti porta alla bocca le parole cattive, quelle che riesci sempre a tenerti dentro, quelle che sai bene che sono la verità. Sei troppo buono, lo sai? Sei così buono che io è necessario che ci sia, sempre, ma tu mi trattieni, mi blandisci, mi concedi parole imbandite su una pagina bianca ed io mi accontento, non preoccuparti, il tuo diavolo si tiene le parole ma mi senti, vero? Sono il ruggito che ti vibra dentro, la rabbia che ti stringe la mascella, sono quelle cazzo di verità che non sbatti in faccia mai, cazzo, mai. Sono l'ultimo baluardo della tua sanità mentale, il male è quello, non è mica follia, il tuo demone ti vuole bene, il tuo demone ti regge in piedi. Tu sei quello che sorride, io quello che ghigna; tu sei quello che capisce, io quello che deride; tu sei l'empatico, io l'antipatico; io sono il tuo nocciolo duro, il nucleo centrale e sono lì che attendo, perchè prima o poi mi farai uscire, prima o poi non sorriderai più, scoppierai a ridere e tenendoti la pancia dirai tutti i "non avete capito un cazzo", riderai e gli occhi non saranno i tuoi, saranno i miei, non saranno i tuoi denti, saranno le mie zanne e non saranno le tue parole, saranno, finalmente, le mie e sarà un piacere presentarsi al mondo...
Pleased to meet you
Hope you guess my name
Non abbiate paura, è solo il mio post numero 666