28 febbraio 2012

Fabrizio la cantava

MORIRE PER DELLE IDEE

Morire per delle idee, l'idea è affascinante
per poco io morivo senza averla mai avuta,
perchè chi ce l'aveva, una folla di gente,
gridando "viva la morte" proprio addosso mi è caduta.

Mi avevano convinto e la mia musa insolente
abiurando i suoi errori, aderì alla loro fede
dicendomi peraltro in separata sede
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè ma di morte lenta.

Approfittando di non essere fragilissimi di cuore
andiamo all'altro mondo bighellonando un poco
perchè forzando il passo succede che si muore
per delle idee che non han più corso il giorno dopo.

Ora se c'è una cosa amara, desolante
è quella di capire all'ultimo momento
che l'idea giusta era un'altra, un altro movimento
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta
ma di morte lenta.

Gli apostoli di turno che apprezzano il martirio
lo predicano spesso per novant'anni almeno.

Morire per delle idee sarà il caso di dirlo
è il loro scopo di vivere, non sanno farne a meno.

E sotto ogni bandiera li vediamo superare
il buon matusalemme nella longevità
per conto mio si dicono in tutta intimità
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè,
ma di morte lenta.

A chi va poi cercando verità meno fittizie
ogni tipo di setta offre moventi originali
e la scelta è imbarazzante per le vittime novizie
morire per delle idee è molto bello ma per quali.

E il vecchio che si porta già i fiori sulla tomba
vedendole venire dietro il grande stendardo
pensa "speriamo bene che arrivino in ritardo"
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta, va bè,
ma di morte lenta

E voi gli sputafuoco, e voi i nuovi santi
crepate pure per primi noi vi cediamo il passo
però per gentilezza lasciate vivere gli altri
la vita è grosso modo il loro unico lusso
tanto più che la carogna è già abbastanza attenta
non c'è nessun bisogno di reggerle la falce
basta con le garrote in nome della pace
moriamo per delle idee, va bè, ma di morte lenta,
ma di morte lenta.

(lascio le parole e i pensieri a lui)

20 febbraio 2012

Meringa, emulsionare, saporito

Era il 25 ottobre del 2009 e quasi giunto alla fine del mio "anno milanese" sentivo come se la fantasia, l'inventiva, se ne fosse andata via per qualche suo giro strano e così, per stimolarla un po', chiesi ai miei lettori di allora di propormi tre parole, un aggettivo, un sostantivo ed un verbo che io poi avrei usato per scriverci un post. Mi arrivarono più di trenta triplette (ed alcune non erano nemmeno triplette) ed armatomi delle mie parole cominciai a scrivere i post, l'ultimo l'ho scritto il 5 luglio dell'anno scorso, ma le triplette non sono ancora finite e visto che avevo promesso che le avrei scritte tutte oggi cerco di ricominciare postandone un'altra. Per chi volesse leggersi (o rileggersi) i racconti scritti fino ad ora, basta cliccare qui.

Il post dalle tre parole di Gata da plar

Giusto un attimo fa

“Dovete emulsionare gli ingredienti facendo in modo, così, che i sapori ballino insieme e non litighino”; la tv è accesa sull’ennesimo programma di cucina, non raccoglie l’interesse di nessuno, se non della pianta che, sulla mensola, lenta ed inesorabile si avvia a perdere tutte le foglie; giusto un paio ne sono appena cadute sul terreno che, a fatica, cerca di assorbire dell’acqua. I cuscini del divano, come polmoni nell’inspirazione, riprendono lentamente la forma originale dopo aver sopportato un peso. “Sbriciolate la meringa sino a ricoprire tutto il vostro splendido dolce”, la tv della cucina sembra puntata sullo stesso canale dell’altra ma, in realtà, è un altro programma, come se l’unica necessità possibile sia imparare a cucinare. Nel lavabo il lavandino aperto soffia un getto d’acqua tra le stoviglie alla rinfusa che, approfittando della convessità di un mestolo, salta un po’ oltre il bordo fino al pavimento. Sul tavolo una tazzina con due gocce di caffè a sedimentare sul fondo, alcuni granelli non disciolti tradiscono il fatto che non fosse amaro; il piattino di ceramica sta emettendo le ultime vibrazioni dell’acciottolio tra lui e la tazzina, il suono del caffè appena terminato; non infastidisce nessuno intorno a sé, se non il gatto che, zigzagando tra le gambe della sedia scostata dal tavolo, si avvicina alla finestra ed osserva un passerotto venuto a becchettare i probabili resti di una colazione, immaginandolo sicuramente saporito e dispiacendosi di non essere riuscito ad uscire prima che la porta finestra si chiudesse davanti a lui con uno scatto.

10 febbraio 2012

Respira soltanto



Una lacrima ti cade nel lavello dove sono a bagno le stoviglie della cena, non sempre il trucco funziona, alzarsi ogni giorno alla stessa ora, apparecchiare per la colazione di tutti e tre, fare gli stessi passi, dire praticamente le stesse cose. Ripetere i gesti talmente tante volte che il corpo va da sé, inserisce l’autopilota e mette tutto il resto in stand-by e così le giornate passano senza nemmeno cominciare ma a volte il meccanismo si inceppa, l’ingranaggio salta un movimento e ti ritrovi con le mani sul lavello, strette a sbiancare le nocche e poi corri con la mano sulla guancia ché già senti i passi nel corridoio, ti asciughi veloce, semplicemente, respiri.

07 febbraio 2012

Le rispondo qui

Egregio Anonimo che, nel post precedente, mi ha prima scritto "ARRIVI TARDI COJONE, è STATO PROPOSTO ANCHE ALLA CAMERA, NON SAI UN CAZZO" e poi ha ribadito "COJONE 2VOLTE", vorrei dirle che, beh, sì, per tutta una serie di motivi che non sto qui ad elencare per non tediarla, credo di essere un po' coglione o, meglio, come scrive lei, esimio soggetto che non c'ha nemmeno i cojoni (appunto) di firmarsi, sono un po' cojone. Oppure dovrei dire che sono cojone due volte visto che, a quanto pare, a suo modesto parere, parlando da esperto, dovrebbe essere una specie di minimo sindacale. So di non poter competere, naturalmente, con il suo livello che sarà, quantomeno, un numero irrazionale ma vorrei semplicemente farle notare come l'articolo che IO ho linkato nel post qui sotto riporta espressamente che il deputato Jannone (che sia per questo che ha usato la "j"? Lei è davvero una mente sopraffina) ha proposto la nostra versione del "gratta e vinci" contro l'evasione, il 19 ottobre 2009. Vorrei anche farle notare che non ho mai scritto che da noi non era mai stata proposta, né che la propongo io, in anticipo su tutti (o sul suo stupore? Non so); ho forse scritto che sono dei geni perché l'hanno approvata? Forse volevo semplicemente essere ironico? Lascio questi dubbi alle sue gentilissime cellule cerebrali perché appare chiaro che l'articolo lei non lo ha letto, forse non ha mai letto questo blog e, trovandosi a passare, ha pensato di provare l'ebrezza di offendere in modo anonimo una persona che nemmeno conosce, cosa non si fa per provare dei brividi che la vita sicuramente non ci riserva più. Oppure lei questo blog lo legge, magari è anche passato firmandosi, e adesso, esplodendo di piccolezza, si è spinto verso il commento anonimo. Poco importa, ha potuto vedere che, nonostante ci sia una moderazione che, magari, ad alcuni (suoi simili e non) potrebbe sembrare una limitazione della libertà, io i suoi gentilissimi commenti li ho fatti apparire; quando ha voglia di chiamare qualcuno cojone torni pure, non abbia remore o timori, chi sono io per togliere a chi non ha nulla queste piccole soddisfazioni?
Con sentito affetto

Domenico Renna
(questo si chiama firmarsi)