26 aprile 2010

Un buon inizio?

Tempo fa una persona mi ha mandato il link di un video, e vi confesso che guardandolo mi sono commosso. Mi sono commosso per tanti motivi, alcuni nemmeno li saprei spiegare, credo che, come tutti ho corde scoperte che quando sollecitate suonano male (o bene, dipende dai punti di vista). Ricordo, comunque, che quel video mi era piaciuto, che lasciava comunque degli ottimi messaggi. Stamattina un'altra persona mi ha reinviato il link via posta ed allora mi sono detto che invece di mandarlo via mail sarebbe stato meglio postarlo ed amen, magari sarebbe stato anche un buon inizio di settimana...


23 aprile 2010

Onagro, strepsirrino, scornare

Il post dalle tre parole di Aglaia


La spedizione

Il vento soffiava costantemente sugli altopiani della Cappadocia ed emetteva un lungo fischio che sottolineava il silenzio. La nostra spedizione naturalistica era partita dall'Italia tre mesi prima per cercare una specie animale che si credeva estinta da secoli: il macaco strepsirrino, chiamato anche “scimmia dal muso di cane” proprio per la particolare conformazione delle narici. Tre mesi che ormai ci sembravano ere geologiche, accampati in quel paesaggio lunare, spostandoci in maniera circolare di bivacco in bivacco, nell'area della ricerca; non usavamo nemmeno mezzi a motore che avrebbero potuto spaventare gli animali, muovevamo uomini e mezzi usando degli asini, una nuova razza di onagro proveniente dalla Siria. Piano piano, con i giorni, avevamo esaurito l'entusiasmo, i sorrisi ed infine anche le parole e ci eravamo immersi, quasi regrediti, in un mutismo fatto di sguardi e frasi smozzicate; facevamo i resoconti della ricerca negli inutili briefing settimanali ma negli appostamenti di osservazione ormai eravamo capaci di non parlarci, tra noi, per giorni; magari parlavamo da soli per evitare che la notte asiatica ci entrasse dentro ma tra noi era come se una nuova babele avesse sconvolto le lingue. L'aridità del posto ci aveva invaso, la nostra anima somigliava a quel brullo altopiano e qualsiasi scusa era buona per scornarci tra di noi. Scoppiavano litigi ormai ogni giorno, per i motivi più futili: una parola, un gesto, un silenzio. Della scimmia nemmeno l'ombra, nonostante i continui avvistamenti che le cronache del luogo riportavano; probabilmente si era estinta per noia, ammazzandosi per futili motivi. In fondo era una scimmia e nonostante il naso da cane, la sua somiglianza con l'uomo era comunque troppa. Decidemmo di tornare a casa, prima di perderci del tutto, prima di scordarci completamente, nel buio della notte, quello che eravamo. Il capo spedizione ci radunò con un gesto e tutti capimmo quello che dovevamo fare, prendemmo le nostre cose e le caricammo sugli asini; silenziosi come una processione laica iniziammo il cammino a ritroso. Io chiudevo la fila e mi girai a guardare quella landa colpita dai raggi di un sole obliquo per controllare di aver preso tutto, soprattutto la mia anima e tra le ombre della parete la vidi, col suo muso da cane, la scimmia che avevamo cercato; ci guardava andare via, consapevole che non avrei avuto le parole per avvisare la comitiva, che non avrei avuto la forza di fermarli, e per quanto avesse il muso da cane, sono sicuro, rideva.

20 aprile 2010

Penso positivo...

Leibniz diceva che quello in cui viviamo è il migliore dei mondi possibili...
Non oso immaginare quanto stanno frecati gli altri!


Sì, ho letto il Candido di Voltaire e, sì, ho scritto volontariamente "frecati".

Buona giornata a tutti

18 aprile 2010

34...come quelli della terza E

E sono 34, trantaquattro, scritto per esteso fa il suo effetto; il mio genetliaco, la data in cui ti chiedi un sacco di cose: "Dove sto andando?", "Ho fatto le scelte giuste?", "Metterò mai la testa a posto?"; poi ti guardi allo specchio e dici: "Vabbè, risponderò l'anno prossimo"
Buona vita a tutti!

16 aprile 2010

Parole sante...

Grazie al blog di elfonora ho ritrovato un video speciale, lo spezzone di un magnifico film.
Questa parte, in particolare, quando l'ho vista mi ha lasciato in bocca l'amaro della realtà, della consapevolezza di sapere che è così, ve lo regalo come buon auspicio per questo weekend che si concluderà domenica con i miei trentaquattro anni...


12 aprile 2010

Matita, celestiale, aggrapparsi

Il post dalle tre parole di Tintarella di Luna


Quando l'anima si sfoca

Il ricordo più bello della mia infanzia è un odore, il profumo celestiale della focaccia che cuoce nel forno, la domenica mattina. Mia nonna distribuiva meticolosamente gli ingredienti; olio, sale, acqua tiepida, lievito, qualche pomodorino tagliato a metà e, al centro del tavolo, un cratere polinesiano di candida farina. I passi che da quegli elementi portavano al prodotto finale sembravano approssimati, nella loro empiricità fatta di pizzichi e manciate, ma nascondevano una precisione nei tempi e nelle quantità acquisita con gli anni. Dopo aver combattuto e vinto con l'impasto mia nonna gli lasciava il tempo di accorgersi della sconfitta e di lievitare e successivamente lo adagiava nella sua vecchia teglia di metallo, unta di olio, lo puntellava di mezzi pomodorini e spolverava di sale e poi infilava tutto nel fidato forno della cucina a gas, quello con la bombola azzurra. Dopo pochi minuti per la casa si espandeva il profumo della cottura, della trasformazione della pasta in focaccia; ti veniva a cercare per le stanze della casa quel profumo e quando ti trovava, ti faceva sorridere e chiudere gli occhi nell'immaginazione del primo morso. Quel ricordo anche se piccolo è l'unica cosa che funzioni nei momenti in cui, come ora, mi sento uno schizzo, un disegno abbozzato a matita. Succede, “capita” ti dicono, basta distrarsi un attimo o concentrarsi troppo e ci si trova a scorrere asincroni rispetto al resto, come se si fosse persa una battuta e si fosse fuori ritmo. Ti capita, allora, di guardare il mondo e non sentirtici dentro, come una macchia indistinta sullo sfondo, sfocata, e di non riuscire a comprendere il senso delle cose anche quelle che, fino ad un attimo prima ti erano chiare. Serve tutto in momenti così, anche aggrapparsi ad un ricordo marginale come il profumo della focaccia appena sfornata e tutto, piano piano, torna ad avere i contorni conosciuti, le cose ad avere un senso ed il nostro passo ad avere un ritmo; fino alla prossima distrazione, alla prossima sfocatura dell'anima.

Finalmente il nuovo "racconto dalle tre parole" ha preso forma, sono tutti qui!

11 aprile 2010

La faccia sta ancora lì

La faccia sta ancora lì ed io non mi decido a finire di scrivere il nuovo racconto dalle tre parole ma stasera non va; mi è venuta in mente una canzone, una canzone che adoro. Mi è venuta in mente 'sta canzone e mi sono ricordato che l'altro giorno mi è capitato di essere in macchina, mi è capitato di ascoltare radio deejay, per la precisione tropical pizza; non ascolto quasi mai radio deejay, non ascolto mai la radio a quell'ora lì, era giovedì e tornavo da una bella giornata ed ho sentito una nuova versione di quella canzone che mi è piaciuta un sacco.
Stasera m'è venuta in mente la meravigliosa versione originale, mi si adatta di più, ma voglio essere buono, vi faccio sentire la cover...

06 aprile 2010

Ma con che cuore?

Ma con che cuore, mi chiedo, con che cuore? Lascio quella foto lì senza scrivere niente, senza mettere qualcosa per fare in modo che scivoli via? Volevo scrivere un'altro dei racconti dalle tre parole ma è ancora in fase bozza...
Che significa che sono riuscito ad inserire solo la prima parola delle tre, perciò, per augurarvi un buon inizio di settimana (corta), vi lascio un bel video!

01 aprile 2010

Poi non dite che non ho ragione

DISCLAIMER:

Attenzione! Il post che segue presenta immagini che potrebbero nuocere gravemente alla salute: è accertato che una esposizione prolungata produca una perdita crescente delle cellule nervose, continuate a vostro rischio e pericolo.





Il prossimo che mi dice "Iscriviti a facebook, si incontra gente interessante", lo denuncio!