30 luglio 2008

Anime fragili

In giro ci sono anime fragili, contenute in fragili involucri, sono in mezzo a tutte le altre, mischiate alla rinfusa. Le distingui solo se hai la pazienza di osservare con attenzione, con uno sguardo superficiale non ci fai niente, non saprai mai scovarle in mezzo alle altre anime con gli altri involucri, le anime normali, quelle senza colore o le anime dure come calli su cui anche la pioggia scorre via senza lasciare un segno. Per trovare le anime fragili bisogna guardare bene, sono quelle che si portano dietro più segni perché su di loro sì che la pioggia batte più forte e fa più male; sono quelle che fanno movimenti leggeri anche nei corpi più goffi, come foglie portate in giro dal vento. Per riconoscerle bisogna usare anche l’orecchio, cercare di cogliere la loro musica perché non è vero che le anime fragili non fanno rumore, quelle sono le anime subdole che ti accorgi che ci sono quando ormai ti sorridono in faccia. Le anime fragili fanno il rumore delle sere d’estate, il leggero fruscio del caldo che evapora dal terreno e se ne va via; certo, ci vuole un orecchio allenato ma nessuno ha mai detto che trovare un’anima fragile sia così semplice. Le anime fragili si mimetizzano, si nascondono dentro l’involucro e ti fanno credere di essere altro, così magari le lasci stare. Ci sono quelle con l’involucro scuro e lo sguardo sicuro ma che dentro son fragili uguale; ci sono quelle che si costruiscono un’armatura e se ne vanno in giro e non ti ci puoi nemmeno avvicinare o così ti sembra ma se ti insinui nella cotta di maglia lo senti che fanno il rumore dell’estate; ci sono quelle che ridono sempre perché così non si sente che dentro si rompono e vanno in frantumi perché quando un’anima fragile si rompe si spargono in giro tanti pezzi taglienti anche per gli involucri più duri. Le anime fragili fra loro si riconoscono, per loro è facile, sembra abbiano una specie di sesto senso ma è semplicemente che vibrano della stessa vibrazione; a volte capita che nei loro giri le anime fragili si incrocino, che vadano in giro dalle stesse parti ed allora sono un po’ meno fragili ma non meno speciali, solo che loro spesso non se ne accorgono. E’ difficile distinguere un’anima fragile in mezzo alle altre; ti chiedi se esistano davvero, ti chiedi perché debbano esistere le anime fragili ma se ti capita la fortuna di trovarne una allora capisci che un motivo c’è: servono a riequilibrare l’universo.

Beh, amici miei, domani pomeriggio, se tutto va bene, me ne vado al mare con il mio oceano...ci risentiamo la settimana prossima...per poi salutarci di nuovo (mi mancherete).

29 luglio 2008

Sogni di bambino

Quando ero piccolo dicevo che volevo fare il creativo, ora mi manca solo di cambiare una "n" con una "v" e comprare una "a", ci sono quasi...

23 luglio 2008

Mai riuscito a vedere uno stereogramma

Qualche anno fa andavano molto di moda gli stereogrammi, li trovavi in vendita alle feste patronali, in giro per i luoghi di villeggiatura, nelle sagre di paese, ovunque insomma. Gli stereogrammi sono quei disegni che, a prima vista, sembrano solo un insieme di puntini colorati, una esplosione di piccole palline che seguono un preciso quanto incomprensibile schema geometrico ma che se fissati con attenzione rivelerebbero un disegno tridimensionale. Il condizionale per me è d’obbligo perché io questi fantomatici disegni tridimensionali non sono mai riuscito a vederli, ogni volta che passavo davanti ad uno stereogramma mi fermavo, come tutti, e iniziavo a fissarli ma niente, intorno a me la gente diceva “bello!”, “incredibile!”, “guarda quello con i cavalli…”, “hai visto il bosco?” ed io invece continuavo a vedere dei puntini colorati disposti lungo strane geometrie. Anche i miei amici, ogni volta, cercavano di farmi vedere il disegno nascosto, questa meraviglia in tre dimensioni e mi davano i consigli più disparati: “devi fissare un punto preciso e spostare la messa a fuoco”, come se fossi una macchina fotografica, oppure chi raccontava che con gli occhiali fosse più facile perché uno si concentrava sulle lenti e così si riusciva a mettere a fuoco il disegno tra i puntini. Io ci provavo e mi sforzavo e l’unica cosa che ottenevo era un mal di testa e l’immagine di tanti puntini colorati che seguivano uno strano schema. I miei amici dicevano “bello!”, “incredibile!”, “guarda quello con i cavalli…”, “hai visto il bosco?”, c’erano sempre boschi e cavalli negli stereogrammi, una volta anche dinosauri mi hanno detto ma io niente, solo puntini colorati; iniziavo a pensare fosse una specie di candid camera, che mi stessero prendendo in giro e che quei quadri mostrassero davvero solo dei puntini colorati in uno strano schema. Perché ci riuscivano tutti ed io no? In fondo è come la vita, ci sono alcuni aspetti della vita che tu ti ci metti, li affronti, li studi ma proprio non ci arrivi a capirne il significato, rimani lì dubbioso con tutti intorno a te che ne comprendono il senso e tu invece niente, continui a vedere solo una specie di insieme di puntini colorati che seguono uno strano schema. Gli altri si affannano a spiegartelo loro cosa c’è da capire, a consigliarti come capire, ma niente, per te quella cosa rimane un mistero, come i cavalli e i dinosauri tridimensionali che tu non vedrai mai. Mi hanno anche detto che non ci riesco perché non mi so concentrare su quello che non si vede, che insistiamo, io ed il mio cervello, a dire che quelli sono solo puntini colorati in uno strano schema e niente di più ed invece ci dovremmo convincere che sono cavalli, boschi e dinosauri; che io lo convincerei pure il mio cervello a vedere cavalli, boschi e dinosauri così, a fiducia ma saranno sempre i cavalli, boschi e dinosauri che vede un altro ed allora, ancora adesso, se capito davanti ad uno stereogramma che se ne trovano sempre meno, solo su internet e proprio se li cerchi appositamente; se ci capito davanti mi fermo, li osservo e cerco di vedere il disegno nascosto ma poi mi convinco che vedrò sempre e comunque dei puntini colorati in uno strano schema ed allora guardo il cielo, fisso una nuvola e creo un universo e mi basta così.

18 luglio 2008

Credetemi

Davvero non mi viene niente di buono da scrivere e scusatemi se non riesco a seguire tutti come giusto che sia...mi sento lievemente stanco ultimamente, stanco di noia che è pure la stanchezza peggiore.
Buon weekend!!!

14 luglio 2008

La solitudine dei numeri primi

“la solitudine dei numeri primi”
Paolo Giordano
Ed. Mondadori

Qui in Puglia ci sono, se ci si addentra in campagna, delle antiche ville; sono le case coloniche che venivano costruite dai proprietari terrieri al centro dei loro possedimenti. Per raggiungere queste ville c’è sempre un lungo viale che dalla strada porta al portone principale ed all’inizio di questo viale, ai lati, due alberi, di solito dei pini marittimi che, con gli anni, crescono così uguali e così diversi, separati per sempre solo da un viale. Crescono incuranti della vita che gli si muove intorno, arrivano a sfiorarsi magari, una volta cresciuti quando con la loro chioma formano un arco perfetto per l’entrata, ma si sfiorano soltanto e rimangono comunque solo due alberi divisi dal viale; come i numeri primi invocati dal titolo del libro, numeri che possono essere divisi, “declinati”, solo per uno o per se stessi, destinati alla solitudine. Alcuni di questi numeri primi sono anche più speciali, vengono chiamati “primi gemelli”, numeri primi divisi solo da un numero pari e per questo ancora più soli, come gli alberi del viale che arrivano a sfiorarsi, magari ad intrecciasi per un momento ma che restano comunque divisi per sempre dal viale, soli. Ecco, il libro di Giordano racconta semplicemente due solitudini che si sfiorano ma l’avverbio “semplicemente” non vi tragga in inganno; la scrittura di Giordano è semplice come un vestito. Ci sono scritture che sono come panni di broccato, pesanti con intrecci e fantasie e ci sono invece scritture, come quella di Giordano, che sembrano un semplice vestito bianco, pulito, che però, se lo si osserva bene è pieno di ricami eleganti che non lo appesantiscono per niente. Ho letto il libro in pochi giorni assorbendone molte emozioni e, come ho già detto, per me un libro che da emozioni è un buon libro.

Solo una nota a margine per l’autore che ho avuto il piacere di ascoltare in un’intervista venerdì sera: ti sei laureato in fisica, hai pubblicato un libro che ha vinto il premio Strega, ci manca che adesso mi dici che sei un gran cuoco ed hai avverato i miei tre sogni ed io mi posso pure mettere in pensione!

10 luglio 2008

L’uomo col fiore in testa

“L’uomo col fiore in testa”
Daniela Guida
Ed. Sovera

Avevo promesso a Daniela che avrei letto e recensito il suo libro e finalmente oggi lo posso fare; da quando mi è arrivato, tempo fa, con la bella dedica che mi ha fatto era appoggiato sul mio comodino in placida attesa. Ogni libro ha il suo tempo per essere letto ed anche riletto ed oggi pomeriggio l’ho preso e “bevuto” in meno di un’ora. Questo libro, che cita Pirandello nel titolo e cita Kafka nell’incipit e nel personaggio, racconta una storia, la storia di due persone diverse, di un uomo ed una donna e del male che uno può fare all’altra semplicemente con il proprio egoismo, scaricando sull’altra i propri problemi, e che l’autrice rappresenta come un’anomali fisica. Noi uomini non ne usciamo bene da questo libro, questo è vero, ma il personaggio non rappresenta tutti noi, rappresenta solo quello che possiamo essere e che dovremmo cercare di evitare; leggendolo ho provato vergogna per quel piccolo uomo e quando un libro mi trasmette delle emozioni io lo considero un buon libro.
Se volete leggere questo piccolo romanzo non dovete far altro che andare sul blog dell’autrice e la troverete le informazioni su come procurarvelo.

09 luglio 2008

Semplicememe

Che ora è? 23:57

Nome:
Domenico…vabbè, non mi chiama nessuno così, Mimmo

Compleanno:
18 aprile

Segno zodiacale:
Ariete

Tatuaggi:
No…ma se non facesse male farseli me ne farei uno di corsa, un tribale sul fianco destro

Piercing:
Molto interessante…come? Intendete su di me? Non sia mai!

Sei innamorato/a?


Ti piaci?
Mah…meglio di una colica…

Hai già amato al punto di piangere?
Valgono anche i pianti dentro? Allora sì

Hai già fatto un incidente in macchina?
…eh? Devo rispondere? Ah sì, scusate, mi stavo grattando gli ammennicoli…no, nessun incidente…vabbè, una volta, dopo aver parcheggiato, quando è stato aperto lo sportello del passeggero una moto ha deciso di fare un sorpasso e di prendere in pieno lo sportello

Hai mai avuto una frattura?
No

Vino o birra?
Birra…però se il vino è rosso e dolce (tipo Aglianico del Vulture) allora posso fare uno strappo :D

Ti fidi dei tuoi amici?
Sì, in generale sì….certo, si prendono delle cantonate così che non vi dico

Colore preferito per l'intimo:
Addosso a chi? A me? Mah, bianco o nero o colori accesi….ho certi boxer da chiamare i vigili :D

Numero preferito?
Boh, 18 forse

Musica preferita?
Allora, tutta quella che si può ascoltare tranquillamente a volume normale (però ho una predilezione per Rock e cantautori italiani…De Andrè)
Cosa ti manca? Un po’ di serenità e sicurezza.

Cosa odi?
I presuntuosi, gli arroganti, i prevaricatori ed i maleducati…come? Non posso dire tutti gli italiani? Azz…vabbè ma mica sono tutti…la maggior parte? Ehm…, la prossima domanda?

Cosa pensi appena sveglio/a?
"Che palle…"

Da chi hai ricevuto questo meme?
Da Dressel

Quale dei tuoi amici vive più lontano?
Giampiero che sta a Boston adesso.

Cosa cambieresti della tua vita?
Avete un po’ di tempo? Tornerei indietro e direi un po’ più di no.

Sei felice?
A momenti molto

Proverbio preferito:
“A pensar male si fa peccato ma raramente ci si sbaglia” (l’ha detta Andreotti, quindi è abbastanza antica)

Libro preferito:
No…farei uno sgarro ad un sacco di libri non nominandoli

Di cosa hai paura?
A volte del futuro, mi mette ansia.

Una sola parola per chi ha scritto questo meme
: Dressel? Incredibile.

Film preferito:
Cyrano

Se potessi essere qualcun altro chi saresti?
Mah, non lo so.

Cosa c'è appeso al muro della tua camera?
Il poster del penultimo tour di Fabrizio De Andrè

Cosa non cambieresti?
Il mio modo di inventare.

Un posto dove ti piacerebbe andare:
L’Irlanda e la Spagna.

Pensi che qualcuno farà questo meme?
Siamo in democrazia, chi vuole lo fa…come? Non siete sicuri…ehm…speriamo di sì.

Chi sei sicuro che lo farà?
Boh.

Ottimista o pessimista?
Lievemente pessimista.

Profumo preferito:
Muschio bianco.

Sport preferito:
Sci

Timido/a o estroverso/a?
Timido finchè non rompo il ghiaccio

Il frutto preferito:
Pesche gialle ed anguria.

Mare o montagna?
Mare in estate e montagna in inverno innevata

Hai paura della morte?


A che ora vai a letto di solito?
Tardi, sto sempre davanti al pc oppure leggo

Cane o gatto?
Cane

Colore preferito:
Verde

Il segno zodiacale che più ti piace:
Diciamo che tendo ad apprezzare le persone e non i segni zodiacali

Il segno zodiacale che ti piace di meno:
Vedi sopra

La canzone preferita:
Facciamo che dico quella che mi piace un sacco adesso: Chasing Pavements di Adele

Un oggetto a te caro:
Il mio piccolo block notes.

Con chi faresti un viaggio?
Con il mio oceano personale.

Cosa vuoi dire a chi leggerà questo meme?
Lo so, poca fantasia ‘stavolta, ero stanco, sarà il caldo

05 luglio 2008

Biscotti della fortuna avariati

Se per disegnare la tua vita ci vuole molto marrone inizia a preoccuparti.

Questa ve la devo dire

Beh, quando con Digito abbiamo scritto questo post non immaginavo (ma, credo, nemmeno lui) che sarebbe piaciuto tanto, tanto da essere postato su "a parole tue", ma non solo, è piaciuto così tanto che stamattina (visto che sono l'una meno venti) tra le ore 9 e le ore 9:30 lo speaker di teleradiostereo, una radio laziale, leggerà il nostro post. Per i non laziali mi dicono che si può ascoltare in streaming sul sito della radio, ovvero qui; ecco, visto che io non potrò sentirlo, non è che qualcuno me lo registra?

02 luglio 2008

Le praghesi menano i luzzi

Praga, si sa, si trova sulla Moldava, si specchia nelle sue acque insomma. A primavera i luzzi, tipici pesci della Moldava, raggiunta la loro maturazione sessuale, si accoppiano con le luzze che poi depongono le uova in buche sul fondo del fiume mentre i luzzi si avvicinano alla riva e mettono la bocca fuori dal pelo dell'acqua come se fosse una sigaretta post-coito. Proprio in questa occasione le giovani praghesi si avvicinano alla riva e fanno gli occhi dolci, i luzzi, che non sono immuni al fascino di queste efebiche ed eteree giovini, si avvicina ancora di più e le ragazze li colpiscono forte sulla testa con delle mazze che nascondo dietro la schiena; poi raccolgono i cadaveri dei pesci che ormai galleggiano a pancia in su sulla Moldava e corrono a casa a cucinarli ai proprio uomini usando le tipiche ricette praghesi: luzzo all'acqua pazza, luzzo al cartoccio, luzzo al sale; il luzzo, con le carni intenerite dall'accoppiamento risulta così molto più gustoso al palato.

Questo post è senza senso (come molti altri miei d'altronde), tempo fa ho letto una frase detta da Mr. Incredibile durante il suo viaggio a Praga con la consorte Elasti poi il tempo ed il caldo l'hanno fatta macerare ed è uscita questa cosa qui...