29 giugno 2008

Questa settimana...

Beh, siamo agli sgoccioli di questa settimana che, per me, è stata abbastanza particolare; mi sono ritrovato, di punto in bianco, ad organizzarmi per cambiare la mia vita, lasciare le mie abitudini quotidiane per un'incognita. Se qualcuno mi avesse detto che sarei andato in giro per siti internet a cercare un monolocale a Milano, mi sarei messo a ridere ed invece da un paio di giorni, mi "guardo intorno", ormai dalle indicazioni che scrivono negli annunci riesco a rendermi conto se l'appartamento proposto è o no nella zona che mi interessa (Milano Fiera - Monterosa), se ci sono troppe fermate della metro, se potrei pure farmela a piedi, cose così. Una settimana in cui ho preso sul serio l'imparare a cucinare, a lavare i piatti e successivamente anche il pulire e lavarmi gli indumenti; mi viene quasi da ridere, se non mi avesse già preso la mia ansia, fedele compagna delle mie scelte; l'ansia di lasciare gli affetti, l'ansia di vivere da solo, l'ansia di dover dimostrare il proprio valore (che poi questa è la cosa che mi spaventa di meno). Insomma, questa settimana piena sta quasi per finire, mancano circa dieci minuti e poi ne inizierà un'altra che, credo, sarà abbastanza simile; conoscendomi sarà così fino a quando non avrò tutto sotto controllo ed anche dopo, in realtà.

24 giugno 2008

Le donne...

Tempo fa ho detto a Digito: "Dai, scriviamo un post insieme!", sulle prime lui mi diceva che non era all'altezza (cazzate), poi mi manda un pezzo ed io penso: "E mo come faccio?", come al solito aveva scritto una cosa bellissima, anzi, di più, si era superato. Per un po' mi sono scervellato per trovare il modo di dire la mia, anche se la vedevo molto difficile come cosa poi, pensa che ti ripensa, mi è venuta un’idea, non modificavo niente ma gli “rispondevo” con una cosa mia che il suo scritto mi ha ispirato, lui aveva battuto in prosa ed io rispondevo in rima...speriamo che vi piacciano.

Certe donne, noi altri, ce le dimentichiamo quasi subito.
Altre, invece, ce le ritroviamo ogni notte ai piedi del letto,
che ci guardano dormire, anche quando non ci sono più. E magari
da un bel po'.

Certe donne, poi, ci hanno scavato dentro come un uomo non potrebbe
mai e poi mai scavare in una donna. Perché, certe donne, sono qualcosa
di imprescindibile.

Certe donne, con le braccia scoperte, ci richiamano infanzia. Che a
guardarle da dietro sembrano non finire mai. Che noi, in certi occhi
così profondi, ci si perde come bambini. Anche se poi, non lo ammettiamo
mai.

Certe donne sono il primo pensiero di ogni giorno, anche se poi è un giorno
fottuto. Che quando le cose vanno male le chiamiamo per nome e le amiamo per
come sono. Loro, non noi. Che, quando arriva la sera, è sempre meno male che
arriva la sera.

Certe donne, ad abbracciarle, ci si sente rinati. Con quel profumo naturale
che scende dal collo. Lo stesso profumo che poi ci perseguita, quando non
sono con noi e ci fa impazzire quando non sono più con noi. Certe donne, per
motivi che a noi sfuggono sempre, accettano in modo silenzioso e spontaGneo di
fare un pezzo di strada con noi. Eppoi, quando se ne vanno, per noi niente è
più come prima.

Certe donne, a guardarle bene, le sposeresti al primo bacio e al primo abbraccio.
Poi, quando ci fai all'amore, preghi ogni santo che non ti faccia cambiare mai.
Che quando poi l'abitudine viene c'è qualcosa che sviene ma, quando poi siete
lontane, non ci fate dormire più.


Così mi disse l’amico mio
Ed io ribattei a mia volta:
“Le donne sono sogni
che si sognano più di una volta;

sono profumi che torneranno
alle narici, alla memoria
lasciandoci ancora storditi
come all’inizio di ogni storia.

Le donne sono grammatica,
punteggiatura del nostro romanzo,
sorriso intrigante di una cena
risata squillante dell’ora di pranzo.

Le donne sono un rifugio
Dove non c’è sofferenza e paura
Fatto di abbracci e carezze gentili
Dove scordiamo qualunque sventura;

spesso sono anche dolore
unghie sull’anima lacerata
parole taglienti sui nostri sogni,
fiori recisi da lama affilata.

Le donne sono il nostro destino
Il tutto ed il niente dell’esistenza,
tasselli di un solo mosaico,
voci silenti della coscienza.

Le donne sono sguardi leggeri
a scardinare la resistenza rimasta,
loro tutto questo lo sanno
ed a noi, in fondo, ci basta”.

Un po' di spiegazioni

Beh, rieccomi qui, intanto GRAAAAAAZIE per tutto l'affetto che avete dimostrato mandandomi palate di forza che mi sono servite sul serio; ora però devo darvi almeno una spiegazione del perchè di questa richiesta. Ieri mi sono svegliato alle 4 e con i miei sono andato a Roma (per alcuni di voi, amici blogger, dovrei dire "venuto a Roma") perchè dovevo sostenere il colloquio per un master a Milano. Nonostante la levataccia, non mi sono addormentato, nè durante il colloquio nè durante le due ore di test di logica e di inglese ed ho fatto quello che dovevo fare. La morale è che oggi pomeriggio mi hanno chiamato e mi hanno detto che sono stato preso! Dal 13 ottobre Baol si trasferisce a Milano! Per questo vi chiedo: non è che, per caso, qualcuno di voi sa di qualche monolocale per me solo, da affittare a prezzi non da furto in zona Milano Fiera? Mi farebbe comodo sapete...

Vi abbraccio ancora tutti e vi ringrazio ancora.

22 giugno 2008

Compiti per lunedì

Allora, visto che domani non ci sarò e che, con tutta probabilità potrò farmi un giro sul blog solo martedì sera, per non farvi sentire la mancanza vi lascio un compitino per la mattinata di domani: auguratevi buon inizio di settimana a vicenda, da parte mia.
Se, per caso, si trovasse a passare da queste parti il mio amico e compagno jedi sappia che sarebbe gradita un po' di forza che ne ho bisogno per una cosa...oh, la potete mandare anche voi, anche se non siete jedi!
A martedì

20 giugno 2008

Uno sguardo dal ponte

Guardare la città da qui serve a farmi sentire meglio, vengo sempre qui quando le cose non vanno, mi appoggio alla balaustra e guardo i palazzi che ho di fronte; osservo i giochi di ombre e di luce sulle facciate e per un po’ mi scordo che le cose vanno male. Andava tutto alla grande stamattina, tutto troppo alla grande, i sorrisi delle persone che mi ascoltavano, la felicità dei miei amici e la possibilità concreta di vedere la mia passione tramutarsi in libro, il posto ideale per le mie storie. Dovevo aspettarmelo che non poteva durare, ho ascoltato troppe vite per non sapere che quando il profumo della felicità è troppo forte non ti accorgi su cosa metti i piedi. Nemmeno la balaustra stava funzionando, ero lì ma continuavo a pensare a come fosse bastato un piccolo, lurido insetto a cambiare tutto, a sparigliare il destino. Avevo sentito l’urlo di Amanda ed il rumore dei piatti che si rompevano contro il pavimento ed ancora prima di girarmi a guardare avevo capito che non era uno dei piccoli incidenti che capitano quando devi portare cinque o sei piatti contemporaneamente; no, doveva essere qualcosa di diverso ed infatti, sotto i cocci giaceva spiaccicato uno scarafaggio. No, non era possibile, ero troppo maniaco dell’igiene perché nel mio dinner ci fosse uno schifo del genere, ma magari mi sbagliavo, sapevo bene che anche nelle facciate più pulite si poteva nascondere il lerciume, ma quello valeva per gli uomini, non per i dinner. Mi sentii chiamare, solo una persona poteva indovinare dove fossi ed infatti, come se non fosse bastata la sua voce, quando mi voltai riconobbi l’impermeabile beige ed il cappellaccio, il mio amico Tazz Oz, solo sui avrebbe potuto trovarmi lì, aveva fiuto quel dannato detective. Avrebbe fatto una delle sue solite battute ma probabilmente la mia faccia gli raccontava che non sarebbe servita; non che le sue battute servano mai a qualcosa ma in quel momento meno che mai. Disse un paio di frasi e mi riportò con sé, avevo guardato troppo ed inutilmente la città, per quel giorno poteva bastare.


Questo post si collega a questo qui, lo potete leggere anche su questo blog qui dove ci sono le storie tristi o comiche ispirate alla Chigago anni 30.

15 giugno 2008

Regista di genere

Regista: “Allora, io pensavo di iniziare con un campo lungo sul cantante, vestito in giacca e cravatta…anzi, papillon, al centro di una palude, così diamo questo senso di straniamento che fa molto Lynch. Mentre canta viene assalito da due coccodrilli albini che lo azzannano alle gambe ma lui, stoico, continua, pur avendo una smorfia di dolore sul volto che è una meravigliosa citazione dei film trash di avventura. Dall’alto degli alberi un orangotango viene in suo soccorso cercando, con un ramo spezzato, di far desistere i coccodrilli ma anch’esso è vittima della natura matrigna: due serpenti mamba non troppo grossi gli cingono le braccia e lo mordono e muore tra atroci dolori. Fino a questo momento abbiamo tenuto la camera fissa sui soggetti ma, con un balzo veloce in su puntiamo sul cielo dove un’enorme aquila reale volteggia, a simboleggiare il continuo controllo su tutto, degli Stati Uniti. L’obiettivo torna sul cantante alle prese con i coccodrilli, il suo sguardo viene catturato da qualcosa fuori campo, ma cosa? Subito l’occhio della camera segue lo sguardo del cantante e mostra un gatto che cerca di catturare un topo, ormai all’angolo; sa, in questo modo diamo sia un riferimento alla vita di tutti i giorni che appare nel luogo più inaspettato, come in una puntata di Lost, sia l’eterno predominio del grande sul piccolo ed infatti a maggior sottolineatura di questo aspetto facciamo incombere su di loro un elefante. L’obiettivo torna sul cantante che, se pur ormai esangue, continua a cantare, gli si avvicina sempre di più e poi lo lascia al suo destino, inoltrandosi nella foresta dove, ad un certo punto trova i cadaveri di due liocorni putrefatti come a dire che ormai l’età dell’innocenza e della fantasia è morta. Che ne pensa?”
Produttore: “Ehm, sì, bellissimo signor Infascelli ma “i due liocorni” è una canzone per bambini…”

14 giugno 2008

Non buttiamoci giù

Non buttiamoci giù”
Nick Hornby
Ed. Guanda

La vita non è lineare, sarebbe pure monotona se lo fosse, no, la vita è come le montagne russe, fatta di alti e bassi; si è in alto e ci sentiamo i padroni del mondo, poi inizia la discesa, c’è sempre una discesa e quando siamo nel fondo percepiamo le cose in modo diverso, anche la luce. Ci passiamo tutti quanti, chi per più tempo, chi per meno, ma ci passiamo tutti ed allora capita di pensare che forse andare avanti non è poi l’idea più sensata. Ecco, questo libro parla di quattro persone completamente diverse che vogliono farla finita e si ritrovano, per caso, nello stesso posto. Il suicidio non è un argomento facile ma l’autore lo affronta in modo sereno e divertente e nonostante questo non dissacrante; ci fa sentire i loro punti di vista, la storia ce la fa raccontare da loro, con le loro “voci”. Il libro scorre veloce e fa provare sentimenti e credo che questo sia una cosa molto importante per un libro. Ringrazio tanto Anja per avermelo donato.

12 giugno 2008

La faccia di un baol

La faccia di un baol la conoscono in pochi, quella vera intendo, anche perché la faccia di un baol cambia sempre, altrimenti non sarebbe un baol no? Attenti, non parlo della faccia che si vede, quella si vede perciò non ci si può fare niente, parlo della faccia che rappresenta, quella che mostra chi siamo, ecco, quella di un baol la conoscono in pochi perché un baol facilmente capisce e difficilmente si fa capire ed allora è un occhio che si fa invidiare dalle donne e prima era una pappagorgia irsuta che denotava la propensione alla buona tavola. La faccia di un baol cambia col tempo, ma mica semplicemente con le nuvole ed il sole, no, con la pioggia dentro, quella per cui spesso non esiste ombrello ed allora il baol lo trovi lì al bar apocalypso che parla col suo barista preferito, quel Galles che spesso si stanca ad ascoltarlo. Beh, il mio Galles sono un sacco di gente, quelli che mi ascoltano sproloquiare e che io ascolto con piacere, quelli con cui rido e quelli con cui scrivo. Ma si parlava della faccia di un baol, Galles la conosce la faccia di un baol anche senza bisogno di vederla, sa che quella è la sua faccia quel giorno lì e spesso non ci si può fare niente. Stamattina ho preso la posta e c’era un pacchetto, una bella busta imbottita, senza il mittente e mi sono chiesto cosa potesse essere, il libro di Daniela mi era già arrivato e visto che la curiosità è baol ho preso un bel tagliacarte ed ho aperto il pacchetto e dentro c’era un libro che si chiama Rac-corti ed un foglio scritto a macchina di un mio AMICO, un jedi un po’ yakuza, che si faceva un po’ di domande, perché noi jedi siamo fatti così, ci facciamo domande per eoni ed eoni. Questo amico è uno dei miei Galles e lui la faccia di un baol la conosce checchè ne dica lui, anche se non l’ha mai vista e stamattina la faccia sorrideva.

10 giugno 2008

Troppo vento oggi

Troppo vento oggi, un vento da alzarsi il bavero e calarsi il cappello sulle ventitre, un vento che scompiglia capelli e pensieri. Con un vento così se ne rifugiano tanti nel mio dinner, per un pasto caldo od un whiskey freddo, oppure perché hanno solo voglia di parlare e sanno che da me troveranno orecchie pronte ad ascoltare. Il mio dinner è aperto tutta la notte, soffro d’insonnia e le storie che mi vengono raccontate mi aiutano a passare il tempo, ne sento tante: mariti traditi che lo sanno ma amano troppo per poter fare qualcosa ed allora vengono qui da me e si guardano riflessi nel bicchiere; persone a cui non va di mangiare da sole a casa che vengono qui per non sentire l’urlo della solitudine e si fanno scaldare il cuore dalle mie minestre e dai sorrisi di Amanda Rock, la mia cameriera, quella che indossa i teschi ed ha paura degli insetti. Se venite da me è quella col grembiule, di solito, se non è in giro per i tavoli, la trovate al banco che parla con un uomo alto, il suo fidanzato, Tazz Oz. Lo riconoscerete facilmente, indossa sempre un impermeabile beige ed un cappello con le falde; la prima cosa che penserete a vederlo sarà: “Questo è un investigatore privato!”, beh, ci prendereste in pieno; se siete di Chicago e sospettate che vostra moglie vi tradisca, che il vostro socio vi rubi i soldi dalla cassa o che vostro figlio si droghi, chiamatelo, per 50 dollari al giorno vi levate il dubbio. Lo conosco da una vita, forse da più di una vita, certe croci te le affida il karma. Oggi festeggia, ha risolto un caso grosso per un industriale brasiliano, festeggia alla sua maniera: viene qui e mentre si fa imbambolare dagli occhi bambini di Amanda, si mangia la sua solita bistecca con le patatine fritte e mi racconta il caso ed io faccio come al solito, gli cucino la bistecca, gli friggo le patatine e mi appoggio al banco per sentire quello che ha da dire. Se anche voi avete fame, sete, oppure avete solo una storia da raccontare, io sono qui, il mio dinner è quello con l’insegna al neon sfrigolante, “Paol”; è aperto tutta la notte, soffro d’insonnia e le storie mi aiutano a passare il tempo.

Ieri notte il mio reader mi ha regalato questo splendido racconto di Porzione e questo è il mio modo per ringraziarlo.

05 giugno 2008

Made in China 2

Dopo l'enorme successo riscosso dalle mie prime proposte di blog tarocchi, ho ricevuto un sacco di offerte e così ho deciso di offrire a gli amici orientali nuove idee per il taroccamento:

La vita è un’allusione: Un blog che non dice, accenna; dedicato all’antica arte dei doppi sensi

Angolo cattura: Consigli di un famoso cacciatore esperto in trappole

Where on earth is Carmen Di Pietro: Blog completamente dedicato alla famosa showgirl

Vodka&cioccolato?: Blog promozionale di un bar dove fanno strani cocktail

Madrygopolice: Il diaro personale di una fan dello storico gruppo di Sting

Pringles per scelta altrui: Due patate volevano essere San Carlo Highlander ma il destino è stato avverso (bisogna dire che quest'ultimo taroccamento è farina del sacco di una delle curatrici del blog stesso, dividerò con Angie la percentuale che i cinesi mi offriranno).

02 giugno 2008

Made in China

Parliamoci chiaro, la globalizzazione ormai è un fatto compiuto e con essa la conseguente invasione di prodotti cinesi che spesso e volentieri sono imitazioni malriuscite di prodotti locali; altre volte hanno solo l'immagine del prodotto originale ma sono una cosa completamente diversa. Bisogna rendersi conto che il fenomeno ormai è inarrestabile e comportarsi di conseguenza; io, prima che ci arrivino da soli mi propongo come creativo per i cinesi e gli offro la mia idea geniale: "i blog tarocchi". Nella blogosfera non ci sono arrivati, anche perchè, di solito se un cinese medio apre un blog appena fa "invio" per il primo post il blog automaticamente si autodistrugge; per questo motivo gli do io lo spunto per alcuni blog tarocchi:

Il diario delle barilotte: Avventure e disavventure di due amiche grassottelle, more e pelose a cui, però, gli uomini non sanno dire di no.

Digito ergo rhum: Un giamaicano che scrive sul blog solo quando è ubriaco perso.

Senza predicato verbale: L’interessantissimo blog di una ragazza che ha litigato con la grammatica.

Prescia Soon: Diario di una ragazza sempre di fretta, infatti i post sono tutti lasciati a metà.

Il maestro e la margherita: Un docente di scuola elementare ed i suoi monotematici gusti per la pizza.

Fattabugiarda: Diario segreto di una tossica che non sa dire la verità.

Senza premura: Racconti di vita scritti con mooooolta calma.

Queste sono le prime idee, appena vedrò che verranno apprezzate dagli amici orientali me ne inventerò delle altre.

in realtà confido molto nel senso dell'umorismo dei titolari dei blog :D