30 aprile 2008

C'ho il blogger ospite

Ebbene sì, da ieri sera qui nelle terre di Baol si aggira un ospite molto gradito: Marcello è venuto a visitare questi luoghi ameni, c'ho il blogger ospite insomma, che detto così sembra una cosa tipo la tenia ma non è vero. Io e Muri&Martelli ci siamo attivati ed abbiano trovato per lui una gradevole sistemazione e ci stiamo prodigando per rendere il suo soggiorno il migliore possibile. Già ieri sera lo abbiamo portato ad assaggiare il tipico fornello delle nostre parti innaffiando la carne con dell'ottimo vino primitivo, sembrava soddisfatto alla fine della serata. Per oggi non abbiamo un programma preciso, decideremo al momento, tanto di cose da vedere ce ne sono un sacco. Vi terrò aggiornati, così magari vi invoglio a venire in tour nelle terre di Baol che sembra una cosa tipo "Il Signore degli anelli" ma vi assicuro che ci sono meno hobbit qui.

24 aprile 2008

Deformazione professionale

La sala è illuminata da una serie di luci soffuse alle pareti e su ogni tavolo una candela accesa serve a dare al tutto un’atmosfera più intima. Ad un tavolo d’angolo due giovani adulti si sorridono e chiacchierano; lei chiede: “Ma precisamente, cosa fai nella vita?”, “Lavoro presso una società che si occupa di ricerche di mercato, sono un sondaggista.”, “Interessante”, dice lei sbadigliando. Il cameriere arrivato in silenzio alle loro spalle attira l’attenzione su di sé; “Avete deciso?”, lui lo guarda, “Al 52% vorrei questi ravioli ripieni di cernia, al curry; al 27% la bistecca fiorentina con contorno di patate; al 14% la spigola al forno e al 7% non so, non rispondo.”.

21 aprile 2008

Solo un commento...

Sicuramente ti sarai soffermata, ogni tanto, a guardare il mare; non quello agitato con le sue onde enormi e quel senso di onnipotenza, no, quello lievemente increspato dalla brezza leggera, quello Su cui brillano i raggi del sole come fossero monete. A me capita di starci un bel po’ ad osservarlo perché è sempre uguale e diverso ed i suoi riflessi sembrano ipnotizzarmi. Sicuramente ti sarai soffermata a guardare le piccole onde che arrivano da lontano e che, lentamente, raggiungono la riva; se le hai osservate bene vedrai che, una volta arrivate fanno una specie di salto all’indietro, come se volessero tornare sui loro passi ma è solo un accenno, sanno che non avranno mai la forza per farlo e si spegneranno lentamente per far posto all’onda successiva. Dimmi, non credi che la vita sia un po’ così?

Questo è semplicemente il mio commento all'ultimo post di inenarrabile.

18 aprile 2008

Di trentadue che lui ne ha...



Questo solo per dirvi che oggi è il mio compleanno e sono 32!

solo un piccolo aggiornamento per dirvi che oggi è anche il compleanno di Bruja :)

17 aprile 2008

Una anteprima

Sono venuto in possesso di una pagina dei nuovi libri di storia per l'anno scolastico 2008/2009 ed ho deciso di mostrarvela in anteprima:

La resistenza



L'immagine è stata presa da qui

15 aprile 2008

Me lo votate un amico?

Mi è stato chiesto di fare un appello di voto, Fab ha un racconto in gara qui e mi ha chiesto se vi invito a votarlo, anche perchè si trova in gara addirittura con Melissa P. e non gli va di essere lasciato solo con Melissa P. anche se, secondo me, un po' non gli dispiacerebbe essere lasciato solo con lei. Allora, su, non possiamo lasciarlo abbandonarlo, andate su questo post qui e votate per Fabrizio Furchi, grazie.

13 aprile 2008

Questa volta do solo il premio

Più volte, tra i commenti al post sul concorso "a volte basta un nonnulla", ho manifestato la mia intenzione di proporre, nel prossimo concorso, una gara di cucina visto che mi sono accorto che i food blog sono tanti e magnifici e mi sarebbe piaciuto metterli alla prova; ma come sarebbe dovuta avvenire la votazione? Libera ai lettori? Io pur amando la buona cucina mica sono un esperto. Per fortuna Giovanni Maria Le Mura, nel suo Mai Dire Ristorante Blog, mi ha anticipato: ebbene sì, vi sto parlando di un altro concorso, se andate sul suo blog, per l'esattezza a questo post qui, potrete leggere il regolamento del concorso Ratatouille. Vi dico a grandi linee di cosa si tratta: cari cuochi o semplici amanti della cucina, sapete cos'è una ratatouille? Bene, dovrete prepararne una e mandare a Giovanni la vostra esecuzione. Perchè ve lo dico? Semplice, perchè se leggete bene il regolamento vedrete che, tra i premi per il vincitore, c'è un mio post dedicato ed ispirato allo stesso. Allora, siete ancora lì? Guardate che avete tempo fino al 10 maggio quindi, sù, correte ai fornelli e cucinate, poi prendete la macchina fotografica o la videocamera e mandate il vostro capolavoro a Giovanni; c'è gente che si strapperebbe i capelli per un mio post...soprattutto quando lo leggono...

11 aprile 2008

Homo homini lupus? No, teste di cazzo!

Oggi pranzavo e, ahimè, guardavo il telegiornale, non è una novità, succede tutti i giorni, io preferirei guardare altro ma il Pater familias preferisce quello ed allora faccio una specie di esercizio di estraniamento per non sentire quello che passa sullo schermo, almeno fino alla fine della pagina politca, ho un fegato anche io e già lo tratto abbastanza male. Oggi pranzavo, dicevo, ed al telegiornale hanno dato la notizia che a Napoli, un ragazzo di 17 anni è stato spinto sotto un camion ed è morto perchè cercava di sedare una rissa. Ho guardato lo schermo ed ho visto le classiche interviste ai presenti sul luogo e le solite domande; immagino che, se tutto va bene, ci sarà tutta una ridda di sociologi e psicologi che disquisiranno amabilmente sul disagio, sull'evoluzione borderline che ha chi cresce in determinati ambienti; ci faranno magari trasmissioni televisive, magari intervisteranno la mamma o il papà di questo ragazzo. Un sacco di persone diranno la loro sulla faccenda spendendo tante parole, vuote o piene che sia; anche a me è venuto di dire qualcosa: ragazzi che avete spinto queso vostro coetaneo sotto un camion, siete delle grandissime teste di cazzo. Grazie dell'attenzione.

07 aprile 2008

A volte basta un nonnulla: il premio al vincitore!

Salve, sono Mia, no, non “mia” con la emme minuscola, come andavano urlando le femministe anni fa e pure adesso; Mia, con la emme maiuscola, nome proprio di cane. Sì, sono un cane di sesso femminile perché, non sarò femminista ma dire “cagna” non mi piace. Quel omone grosso con la barba che si vorrebbe tanto sedere sulla sua poltrona è il mio padrone, si chiama Ale, lo chiamano pOpale ma non so perché, a me più che pop sembra jazz, ma questi sono punti di vista canini. Lo so, è un omone grosso grosso ma è buono come i croccantini di carne (il pane non mi piace tanto), solo io riesco a fregargli la poltrona, lui si gira ed in un attimo io sono qui; fa finta di sgridarmi e poi si siede sulla sedia che, anche se non lo dice, io lo so che è scomoda, in questo l’ho ammaestrato molto bene. Ale è tanto buono, la mattina presto, con qualsiasi tempo, anche quando fuori c’è la neve oppure la nebbia, lui mi porta a passeggiare per farmi fare i miei bisogni. Incontriamo tanti altri padroni con i loro cani e ci fermiamo a chiacchierare ed annusarci; Ale chiacchiera ed io annuso naturalmente. Gli altri padroni non sono come Ale, lui mi guarda e mi sorride, gli altri invece guardano i loro amici a quattro zampe con uno sguardo alla “muoviti a farla cagnaccio, che voglio tornare a letto!”, ma loro niente ed io allora mi diverto a produrre davanti a loro tanta di quella roba che nemmeno i cavalli che tirano le carrozze; gli altri ci lanciano certi sguardi invidiosi ed io scodinzolo gioiosa. Lo so, sono cattivella, a fare così me lo ha insegnato la mia amica gatta. Come? No, non siamo nemiche, che poi “nemici” è una parola che avete inventato voi umani ed a voi infatti si adatta perfettamente, noi mica ci facciamo le guerre, al massimo ci gridiamo contro perché i nostri rispettivi odori ci danno reciprocamente fastidio; ecco, più che nemiche, siamo come i protagonisti dei programmi della Defilippis. Questa mia amica gatta ma ha insegnato ad essere un pochino cattivella; una volta mi ha raccontato che stava con un gatto pugliese, un bel gattone bianco ed arancione che, anche se randagio, si era quasi accasato da una bella ragazza tranese, una bruna simpatica e caciarona; quando aveva scoperto che se la intendeva con un sacco di gatte, la mia amica gli ha ammollato un pestone e lui ha finto di essersi azzoppato e miagolando come se lo stessero castrando è tornato ad abbindolare la bruna e la mia amica se n’è venuta a Roma dove, dice, ci sono un sacco di bei gattoni. Visto che il mio padrone è buono e simpatico ha un sacco di amici, sia reali che virtuali; quelli virtuali si chiamano blogger ed il mio padrone li incontra sul televisore strano, quello che non si accende con io telecomando, Ale lo chiama “piccì”. I blogger si chiamano così perché hanno un blog che è una cosa dove loro scrivono quello che gli pare e poi tutti possono leggere quello che scrivono, sul televisore strano. Anche il mio padrone è un blogger, ha un blog pure lui, dove scrive tante cose e dove mette pure delle belle canzoni. Ogni tanto mi metto vicino a lui e pure io guardo i blog sul televisore strano; ce n’è uno che mi piace un sacco, è di una blogger che mette le foto delle cose da mangiare che prepara, sono delle foto bellissime, sicuramente saranno anche buonissime. A me ed al mio padrone ci viene sempre fame quando guardiamo quel blog ed allora ce ne andiamo in cucina, lui mi prepara i croccantini e si fa un panino e poi facciamo merenda insieme ed io sono felice, è proprio vero, a volte basta un nonnulla!

Finalmente riesco a scrivere il post premio per il vincitore del concorso "a volte basta un nonnulla"; questo racconto è dedicato ed ispirato a pOpale, ma soprattutto alla vera vincitrice: Mia, il suo labrador. Nel racconto "compaiono" anche la seconda e la terza classicata: Giovannacaramelle e Margy. Spero che piaccia ai diretti interessati.

06 aprile 2008

Ma come si fa?



Ecco, stamattina stavo proprio pensando che questa canzone mi calza a pennello...

02 aprile 2008

Il Matrimonio del mio migliore amico

No, non preoccupatevi, non è la recensione dell’ormai vecchio film con Julia Roberts e Cameron Diaz, è che sul serio si sposa il mio migliore amico, domani per essere precisi e per essere ancora più precisi io, insieme a quel bell’uomo di tazzozza, siamo i suoi due testimoni; “che responsabilità” direte voi, “che sconsiderato” direi io, conoscendo i due soggetti in questione chiamati a testimoniare che si troveranno lì davanti e guarderanno il loro migliore amico stare lì, impalato, aspettare che un abito bianco o di colore simile, che mica l’ho visto l’abito della sposa eh, si affacci alla porta e cammini verso di lui; come possiamo rimanere seri? Due scemi di tale consistenza? In realtà, il fatto di essere stato scelto come testimone, mi riempie di felicità per tanti motivi, perché con questa persona ho passato tanti momenti incredibili (parlo dello sposo, non della sposa! Malpensanti!) fin da quando ci siamo conosciuti. Ma vi frega di sapere come ci siamo conosciuti? No vero? Dai, tanto non è mica una di quelle conoscenze fighe del tipo: “ci siamo conosciuti durante il servizio militare” oppure, “siamo andati a scuola insieme” o anche, “abbiamo lottato per la stessa donna”, macchè, ci siamo conosciuti facendo ginnastica correttiva. Ne avrei da raccontare di cose sul futuro sposo ma, visto che lui potrebbe raccontarne altrettante su di me, taccio, non sia mai che gli venga di raccontare di cameriere gallipoline ed amenità varie. In questi giorni, quando ci siamo incontrati, ho cercato sempre di intravedere in lui qualche piccolo segno di nervosismo, che sarebbe del tutto normale, insomma, sposarsi è una di quelle svolte base della vita che, insieme a poche altre, definiscono l’evoluzione della persona; ed invece niente, sempre normale, calmo nonostante tutto, ma io lo so che domani qualcosa verrà fuori, un movimento delle mani, un sorriso un po’ tirato, una incrinazione della voce e non solo in lui; anche io mi commuoverò, lo ammetto, un po’ un po’ sarò commosso anche io perché l’amicizia è una cosa strana, ti mette in collegamento con le persone su piani diversi, ci si capisce al volo, con uno sguardo e si condivide la felicità, mica per dovere, no, per il semplice piacere di vedere felice il proprio amico. Ora mi immagino che stiate pensando “ma della sposa non dici niente?” un attimo, e fatemici arrivare! La sposa ha avuto un compito amaro dalla vita, prendersi la croce degli amici di suo marito! Vabbè, a parte le battute, a vederli insieme si capisce che non c’è niente da dire, che la felicità va avanti e indietro tra di loro e che adesso si potrà solo moltiplicare. Vi ho anche scocciato troppo con ‘sta storia però questo post lo volevo fare, ci tenevo, come tengo ad esserci lì davanti domani per guardarlo in faccia e fargli fare una risata.