29 settembre 2006

Consiglio per i guidatori

Di solito quando si parla di guida ed automobili il primo proverbio che salta in mente è il classico: "donna al volante pericolo costante", non è mia intenzione iniziare una discussione su questo tema perchè poi si passa a diatribe del tipo: "maschi vs femmine" o "maschilisti vs femministi" e amenità simili. Per quanto nei proverbi c'è sempre un fondo di verità io, quando guido, seguo tutta un'altra regola:

STAI SEMPRE ATTENTO A CHI GUIDA CON IL CAPPELLO

Vi vado ad illustrare le motivazioni, che sono molto semplici ma ponderate dopo lunghe osservazioni sulle strade. Chi guida con il cappello di solito è:
1) Un vecchietto rincoglionito che ha freddo anche in estate piena, il tipico vecchietto che sul treno ti fa chiudere il finestrino perchè "gli arriva l'aria" nonostante fuori ci siano 40 gradi ed il sole che picchia come un fabbro abbia già trasformato lo scompartimento in una specie di altoforno perchè l'aria condizionata è rotta. Quello stesso vecchietto messo al volante di un qualsiasi mezzo di locomozione tende a piazzarsi nel centro esatto della strada ad una velocità che si può calcolare facilmente con la formula: velocità vecchietto = (limite di velocità - 50), la sua macchina ha il tachimetro con i numeri negativi. Questa costante lentezza viene sopperità dal fatto che, non si sa se per miopia o arteriosclerosi, non si accorge di semafori rossi, segnali di stop, incroci pericolosi ed amenità varie, tanto che un vecchietto con il cappello può spuntare in qualsiasi momento.
2) Un giovane imbecille, di solito neopatentato, che crede che il foglio rosa sia l'atto di proprietà della strada. Il soggetto in questione è convinto, probabilmente per difetto neuronale (nel senso che le sinapsi non sanno a cosa portare le informazioni), che la lancetta del tachimetro se non raggiunge il valore più alto si offende. Di solito si sentono arrivare perchè hanno l'abitudine di fare in modo di lasciare sull'asfalto un pò di gomma ogni volta che ripartono e di tirare le marce finchè il motore, uscendo dal cofano, non gli urla "METTI LA SECONDAAAAA!!!"; la loro pericolosità aumenta soprattutto quando, per un motivo qualsiasi, fanno spegnere il motore della macchina, in quel caso accortisi di aver fatto una grossissima figura di merda cercano di rifarsi compiendo una partenza ad effetto.

Naturalmente non tutti quelli che guidano con il cappello rientrano nelle suddette categorie, ma sono una esigua minoranza che non fa che confermare la regola, per questo motivo, d'ora in poi, guardate sempre chi è alla guida delle auto che vi sono intorno e se hanno il cappello, state attenti.

26 settembre 2006

Macello

Il ragazzo era sulla trentina, seduto di tre quarti con il braccio sinistro appoggiato al bancone del bar; non aveva la faccia di chi viene qui per rimorchiare: barba di due giorni e capelli della stessa lunghezza, abiti normali, niente di stravagante. Beveva il suo whiskey senza ghiaccio e si guardava in giro, non con interesse, con sguardo quasi distaccato o assonnato, forse non era il primo whiskey senza ghiaccio, forse non sarebbe stato l'ultimo. Guardava le ragazze naturalmente, la maggior parte degli uomini che vengono qui ci vengono per quel motivo e la maggior parte delle ragazze che ci viene lo sa, e ci viene apposta per farsi guardare, si capisce, vengono vestite, anzi, sarebbe meglio dire svestite di tutto punto, truccate da vamp, o da mignotte, permettetemi il francesismo, con tacchi vertiginosi e spacchi che sembrano non finire mai, gambe lucide e tutta la "mercanzia" in mostra, scollature che non lasciano niente all'immaginazione e pendenti della lunghezza giusta per appoggiarsi nel ristretto spazio tra i seni, come un' enorme segnale che indica dove guardare. Ne vedo tante al bancone del bar, bere le cose più assurde puntate dagli sguardi di tutti; ce n'era una anche quella sera, accanto al ragazzo, stava con le spalle al bancone, in piedi, con entrambi i gomiti appoggiati e beveva una di quelle bevande dai colori improbabili, alcoliche quel tanto che basta per dare la sensazione di trasgressione. Naturalmente era bellissima o, meglio, era tiratissima, sono dell'idea che la vera bellezza sia altra, comunque era molto attraente: minigonna nera con spacco d'ordinanza e stivale nero come compagno inseparabile, maglia viola aderente a delle forme talmente esplosive da giustificare una guerra preventiva, naturalmente non faceva nulla per nasconderle, anzi, erano così in mostra che le avrebbe notate pure un cieco. Le aveva notate anche il ragazzo al bancone, non si guardava più in giro, guardava solo lei, però non aveva cambiato per niente lo sguardo, sempre distaccato o assonnato dai whiskey; ho pensato subito che avrebbe tentato una delle solite frasi da approccio, ne sento così tante che dovrei decidermi prima o poi a scrivere un libro, invece continuava a guardarla. Ad un certo punto lei si è girata per lasciare la bottiglia vuota sul bancone e lo ha guardato, lo ha guardato come solo le ragazze che se la tirano così sanno guardare, con un misto di indifferenza e presunzione, come per dire: "Scordatelo" e lui, nel momento in cui si sono incrociati gli sguardi, senza cambiare espressione, senza fare un sorriso: "Siend, quand ti v'liss tuqquè chidd menn*". La faccia mi si è illuminata con un sorriso largo fino alle orecchie, non ero scoppiato a ridere solo per decenza; la ragazza naturalmente si è allontanata schifata, ma lui non aveva cambiato espressione, ha finito il suo whiskey ed ha fatto per andarsene, l'ho fermato per un braccio: "Scusa, posso sapere come ti chiami?" e lui:"Pasquale, Pasquale Macello....Macello non è il cognome".

*Senti, quanto te le vorrei toccare quelle tette

23 settembre 2006

Incubo

Dannazione, è troppo buio qui dentro, ho i battiti accelerati, ci fosse almeno un po’ di luna per vedere dove sono. Il fondo è viscido e puzzolente, ho tutte le ossa che mi fanno male, provo ad alzarmi in piedi…niente, sono ricaduto come un sacco, dove sono? DOVE SONO? Non ricordo niente, non vedo il cielo ma so che c’è, buio, inquietante sopra di me. Ho freddo, mi raccolgo con le ginocchia al petto, fa male, urlo ma sembra non ci sia nessuno intorno, sembra non ci sia più nessuno nel mondo…a che serve gridare? Tanto non esiste più nessuno, solo io con il mio male, con il dolore, con la solitudine…sono stanco.

Partorito durante l'ascolto di Reptilia dei The Strokes

20 settembre 2006

La luna di carta

Ho appena finito di leggere "La luna di carta" di Andrea Camilleri e mi ritrovo qui a scriverci sopra, mi sono detto "perchè no?". Facciamo le cose per bene:
La luna di carta
Andrea Camilleri
Ed. Sellerio
€ 11,00
Fa parte della "serie" dei libri con protagonista il commissario Salvo Montalbano, non si discosta da gli altri ottimi libri, anzi aggiunge qualcosa all'evoluzione del personaggio, alla sua maturità, alla vecchiaia che avanza. La storia è, come al solito, interessante ed avvincente, scritta nel classico italo-siciliano di Camilleri. Forse il finale mi ha lasciato un attimo interdetto, ma non perchè non sia verosimile, probabilmente perchè mi è dispiaciuto chiudere lì il libro, avrei voluto "vedere" il commissario, ancora per un pò, dipanare i fili della storia. Forse però sarebbe diventata una storia meno verosimile di quella che è. La capacità di Camilleri di creare storie interessanti con personaggi veri è la caratteristica principale che rende godibili i suoi libri, oltre al fatto di scrivere dei dialoghi interessantissimi. Ed è proprio attraverso questi che Camilleri racconta, per bocca dei suoi personaggi, Montalbano su tutti, cosa pensa e come va il Mondo e l'Italia.

"Hai visto che gli sta capitando ai giudici di Mani Pulite? Gli viene rinfacciato che sono loro i responsabili dei suicidi e delle morti d'infarto di alcuni imputati. Sul fatto che gli imputati erano corrotti e corruttori e si meritavano il carcere si sorvola: secondo queste anime belle il vero colpevole non è il colpevole che, in un momento di vergogna, si suicida, ma il giudice che l'ha fatto vergognare. E ora basta parlare di questa storia, se l'hai capita, l'hai capita. Se non l'hai capita, io non ho più gana di rispiegartela. E ora lassami travagliare".

19 settembre 2006

Ringraziamenti personali...

Visto che mi sono venuti in mente faccio qualche pubblico ringraziamento personale...
Ringrazio Caparezza per il testo de "Gli insetti del podere" che è una minuziosa analisi socio-politica della situazione italiana, oltre che essere molto divertente:
Gli Insetti Del Podere

Il ragno sa bene che si va al podere con schede firmate da prede incollate alle tele,
ci sa fare, la vespa gli concede l'alveare: "Abbiate fede, le cose stanno per cambiare",
vaneggia, vive in una reggia e cicaleggia ad oltranza comizi della sostanza di una scoreggia, mostra cimici, cita saggi e si pavoneggia, noi scarafaggi all'oscuro di ciò che maneggia,
si ribella la formica rossa che rissa, con la nera che la manganella quando passa,
come un fuco la sbattono in cella se scassa, specie se ha la cresta e non l'abbassa,
la mosca verde, ebbra di merde, si perde spesso tra le stronzate del congresso,
scarica le mosche tze tze nel cesso che nessuno può stare nel soggiorno senza permesso.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel sedere.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel...
Del podere sono insetti inetti per molti aspetti asettici manicaretti per i rettili,
chiusi in parlamenti come tarli nei cassetti, talmente assenti che li prendi per suppellettili,
hanno vite piatte come blatte, piattole nelle patte di notti con lucciole nelle bettole,
sparano sciami di frottole, ma nascondono le pallottole come zecche tra le setole.
Come i coleotteri fanno i brillanti, seducono amanti mantidi con manti di diamanti,
e i grilli, lucidi cantanti d'idilli, ammutoliti da insetticidi epuranti di bruchi benestanti,
che pagano crisalidi per ali di farfalla, ma restano ripugnanti.
Alibi da libellule stagnanti che andando avanti fanno più ammutinati che nel Bounty.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel sedere.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel...
Edizione straordinaria del podere della seraaaa...
Vedova nera piange per l'ape guerriera,
licenziata in tronco la termite si dispera,
millepiedi danno calci in culo alla frontiera,
l'acaro ride perchè il mondo è una polveriera.
La fanfara anticipa il corteo eccitato come una zanzara con il neon,
imbizzarriti come tafani su cavalli da rodeo volano paroloni che nemmeno a Scarabeo.
E lui "Marameo!", non li ha cagati, pensa al suo team di coccinelle che eccelle nei risultati,
certi grattacapi noiosi li affida a pidocchiosi avvocati che ragni dal buco ne hanno cavati,
quindi c'è chi lo vuole sottoterra lombrico, chi gli piazzerebbe un bombo sull'ombelico,
chi come una lumaca se lo suca e si accontenta di dargli una cavallettata sulla nuca!
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel sedere.
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a vedere, tutto normale ti sono entrati nel...
Vieni a vedere su vieni a vedere i meravigliosi insetti del podere e se ti chini, ma non riesci a... tutto normale ti sono entrati nel... Ma vaffanc...


Poi ringrazio Carlo Lucarelli, i Manetti Bros, Giampaolo Morelli e tutto il resto del cast de "L'ispettore Coliandro": serie televisiva che mi è piaciuta moltissimo; nuova visivamente e con personaggio interessanti e disegnati bene...naturalmente non ringrazio la Rai perchè l'ha messa in onda dopo 2 anni, dopo che è andata in onda in tutti i 13 Paesi che l'aveva acquistata tranne che in Italia e perchè l'ha mandata in onda senza pubblicizzarla a dovere, senza darle una collocazione fisse settimanale e, soprattutto, come tappabuchi di fine estate...Viva la Rai....

16 settembre 2006

Minni the mooncher

Finalmente anche per quest'anno la "festa di paese" è andata, non lo dico per snobbismo, ci mancherebbe, solo che per tre giorni casa mia è irraggiungibile con la macchina causa giostre, luminarie e processioni. Certo si vede l'umanità più varia, si rivedono facce che non incontri esattamente da un anno, e questo può essere un bene oppure no, dipende dalla faccia. Può non piacere la calca, sono d'accordo, ma, in fondo, mi fanno nascere un sorriso i vestiti buoni per la festa, le persone tirate a lucido, il lato più folkloristico della situazione. Certo sono tante le cose che, dal lato opposto, non mi piacciono. Non mi piacciono, per esempio, le "autorità" dietro le processioni, le loro facce di circostanza, i sorrisi da alta uniforme, le tante piccole manifestazioni di grettezza umana; non mi piacciono le arrabbiature dei genitori verso bambini che, probabilmente, non guardano per 362 giorni l'anno e che hanno come unica colpa il voler far esplodere la loro gioia in 3 giorni di giostre ed allora via con urla del tipo: "Domani non ti ci porto alle giostre", "BASTAAAA" oppure "mannaggia a me che ti ci ho portato"; non mi piace veder volare i palloncini, mi mette tristezza, ogni palloncino che vola è un bambino che piange perchè perde un sogno, il sogno di quel cuore o papera o semplice palloncino colorato che sta su e non si sa perchè. In mezzo a tutto questo poi ci sono i fuochi d'artificio, mi piacciono i fuochi d'artificio, li adoro, e pensare che quando ero piccolo mi spaventavano, li vedevo come mani che mi venivano a prendere. Ora invece guardo questi fiori di fuoco colorati che sbocciano ed appassiscono in un attimo e mi riempio di meraviglia, e meravigliarsi da adulti è la cosa più bella che ci sia, non so perchè ma mi da speranza: se ci si può ancora meravigliare come bambini si ha ancora la voglia di sognare. Da un pò di anni poi come pezzo forte della festa i fuochi d'artificio sono piromusicali, è un vero e proprio spettacolo: vengono montate delle casse enormi ed i fuochi sono sincronizzati con la musica. Posso affermare con sicurezza che vedere i fuochi muoversi a ritmo di "Minni the mooncher" di Cab Calloway ti fa scordare che prima hai dovuto ascoltare il sindaco ed i suoi comprimari gonfiarsi come tacchini nel vantarsi di quello spettacolo.
Hidey Hidey Hidey Hi....
Here's the story 'bout Minnie the Moocher
She was a low-down Hoochie Koocher

12 settembre 2006

rentree....il tossico anni ottanta.

Ieri dopo un sacco di tempo ho ripreso il treno per andare a Bari, visto che non era molto presto ho fatto tutto con molta calma, dopotutto mi piace andare in treno, c'è sempre tanta umanità. Stranamente il treno è arrivato quasi in orario, ci sono salito e senza stare troppo a scegliere mi sono accomodato sul primo sedile dello scompartimento, una volta seduto mi sono guardato in giro e accanto a me, con il corridoio nel mezzo, mi sono accorto che c'era una figura una volta molto in voga nelle stazioni: il tossico, il tipico tossico anni ottanta: occhio spento e cerchiato, capello lungo ed unto, abiti che probabilmente sono stati indossati puliti mesi prima, mani sporche, unghie mangiate per nervosismo. Una specie di larva consumata, con tutta probabilità, dall'eroina; tutto diverso dal tossico anni novanta, quello tutto in tiro, sovraeccitato dalla cocaina, con gli occhi spalancati ed iperattivi; soggetto che ancora adesso si trova facilmente in ambienti altolocati. No, il tossico del treno era diverso, portava con sè un disagio che non ho mai capito: il disagio di chi è stato abbandonato soprattutto da sè stesso, oltre che dal mondo intero. Niente scuse, non ne voglio trovare, è solo che vederlo lì seduto mi incuteva sospetto, come se da un momento all'altro potesse fare qualcosa a me o ai miei "civili" compagni di viaggio, ogni volta che vengo preso da questi pensieri mi chiedo cosa ci spaventi, di cosa ci preoccupiamo tutte le volte: della nostra incolumità? Del nostro "decoro"? Oppure di una diversità che non riusciamo a comprendere? Di una scelta di autodistruzione che non riusciamo a concepire e giustificare?

11 settembre 2006

ricordi...

Cinque anni fa stavo studiando per l'esame di Ragioneria 2, erano circa le 16:30 e già mi ero rotto le scatole, ho trovato la scusa che avevo fame e me ne sono andato in cucina, meccanicamente ho acceso il televisore ed ho messo su raiuno, così, tanto per fare qualcosa, ed ho visto un aereo che si scontrava con un grattacielo, ero solo in casa, non capivo, mi sembra che ci fosse la scritta "in diretta da New York" da qualche parte sullo schermo, non ricordo bene, ricordo che pensai: "ma che cazz è 'sta cosa?!"; dopo pochi eterni minuti mi sono reso conto di cosa fossero quei grattacieli, di chi fossero quei tizi in divisa blu che si sbattevano come dei matti in mezzo a polvere e detriti, di cosa fossero quelle "cose" che vedevo cadere dalle finestre, di chi fossero, del perchè lo facessero, del perchè la gente piangesse ed urlasse. Ricordo le frasi dei giornalisti, le prime ipotesi di incidente, poi trasformate in attentato dal susseguirsi degli eventi. Sono passati cinque anni; non so se si è risolto qualcosa, non so se si è fatta la cosa giusta, probabilmente no, so solo che ricordo quelle facce e solo per quelle facce ora sto ricordando.

10 settembre 2006

Del perchè i cinesi ci conquisteranno.

Ieri sera sono stato a cena in un ristorante cinese, mi piace andare a mangiare cinese, non sono uno di quelli che mangia "solo italiano", pur essendo consapevole che la cucina italiana è una spanna sopra le altre naturalmente. Comunque non ci vado molto spesso, anche perchè il mio fegato si rivolterebbe dopo un pò, però mi piace; mi piace quel gusto un pò simile di ogni piatto che però, se hai il palato attento, scopri diverso per ogni pietanza, mi piace la faccia simpatica dei cinesi che non sai mai se gli stai simpatico sul serio oppure ti farebbero volentieri una dimostrazione di karate per poi infilarti nel primo involtino primavera di passaggio, mi piace la loro parlata senza le erre che è molto migliore di quella di alcuni italiani senza grammatica, mi piace l'arredamento uguale per ogni ristorante tanto da sembrare un franchising, ma soprattutto mi piacciono le bacchette! Sì, ogni volta che vado in un ristorante cinese provo a mangiare con le bacchette e, naturalmente, finisco per usare le posate perchè intanto, nel vano tentativo, il mio piatto di spaghetti con gamberi si è raffreddato, oltre che distribuito sulla tovaglia. Comunque ieri sera ci sono riuscito, ho mangiato quasi tutto con le bacchette ed ho capito perchè non abbiamo scampo contro i cinesi: un popolo che riesce tranquillamente a mangiare tutto (tranne le zuppe, e pure quelle mi sa che con un pò di allenamento...) con quelle stramaledettissime bacchette senza essere distrutto dai crampi non può non essere il popolo dominante! Io ieri sera a fine cena ho dovuto sbattere la mano sul tavolo un paio di volte per far ripartire la circolazione e riprendere possesso delle sue facoltà motorie.

08 settembre 2006

Tragitti universitari

Interysta: -Ripetimi un'altra volta perchè non veniamo in macchina.
Baol: -E' più comodo con l'autobus.
I.: -Quindi con l'auto sarebbe addirittura più scomodo di come stiamo ora? In piedi, in centoventi su un autobus da 55 posti, con un caldo pazzesco e quindi sudati, pressati come sardine?!
B.: -E' tutta una questione di parcheggio.
I.: -Sì, vabbè va.
B.: -E poi tu stai comunque meglio.
I.: -Sono per caso seduto e non me ne sono accorto?
B.: -Che c'entra, tu hai lo zaino e puoi tenerti con entrambe le mani, io con sta valigia posso tenermi solo con un braccio.
I.: -Minchia che culo! La prossima ricevitoria che troviamo mi gioco tutti i miei averi in "gratta e vinci".
B.: -Guarda che così come sto do molto fastidio, 'sta borsa è scomoda e fastidiosa
I.: -Ma se io sto respirando con i polmoni di quello di fronte!
Vecchietto: -Scusami ti puoi fare un pò più indietro?
I.: -Dai fastidio al signore, attento.
B.: -Sì sì, mi scusi.
V.: -Ancora? vuoi andare più indietro?
B.: -Ma dove devo andare? Se vado più indietro esco dall'autobus.
V.: -Senti, che il culo mio è prezioso!
B.: -Come scusi?
V.: -Il culo mio è prezioso, stai attento.
I.: -Non gli rispondere, non gli rispondere, non gli rispondere.
B.: -E la smetti di ridere tu? Meno male che ora scende.
Te la ricordi 'sta giornata Interysta? Io quel vecchietto me lo ricordo ancora!

07 settembre 2006

Ritualità quotidiane

Penso che la ritualità sia insita nell'uomo; io, per esempio, tutte le mattine svolgo meccanicamente, più o meno, sempre le stesse cose. Mi sveglio lasciando nel letto ancora buona parte dei miei neuroni che non ne vogliono sapere di alzarsi, qualsiasi ora sia, e con quelli che mi rimangono mi trascino verso il primo lavandino libero per poter immergere la faccia in acqua fredda e richiamare così i neuroni rimasti a letto. Arrivato in cucina saluto mia madre che fa zapping cercando il suo programma preferito: le previsioni del tempo e mi siedo davanti alla mia tazza. Mentre aspetto che, per opera di magia mammesca, la tazza si riempia di latte e caffè inizio a preparare l'unica cosa capace di svegliarmi sul serio: il pane con la nutella; non voglio dilungarmi sulla filosofia del "pane con la nutella" perchè è un argomento che non può essere trattato semplicisticamente come un inciso tra un fatterello ed un altro, si sappia solo che cerco, se è possibile, una bella fetta di pane dello spessore adeguato e armato di coltello, a mò di spatola, spalmo uno strato di quel frullato di nocciole, zucchero, cacao e non so che altro (e non lo voglio sapere)tanto da raddoppiare il peso del pane. Intanto mia madre ha soddisfatto la sua voglia di meteorologia e mi passa il telecomando così che io possa mettere su mtv e cercare di vedere qualche video musicale, anche perchè la mattina è l'unico momento in cui su mtv ci sono video musicali; in realtà i video li intravedo dato che una televisione privata di monaci dehoniani (ma chi diamine sono i monaci dehoniani?!) si è piazzata sulla stessa frequenza di mtv e la trasmissione sembra un quadro astratto fatto di onde. Nonostante tutto ciò, sempre per questioni di ritualità spiccia, mi ritrovo con la mia fetta di pane appesantita che, sempre intravedendo la tv, ne mangio prima la crosta tutta intorno per poi lasciarmi la mollica zuppa di nutella come premio finale per essermi finalmente svegliato. A quel punto la giornata posso considerarla iniziata.

05 settembre 2006

El Cipe....

Ecco che inizia a correre, tutte le volte c'è sempre qualcuno che, scettico, dice: "ma dove va?" eppure, come se l'erba per lui fosse diversa o le scarpe più leggere, puntualmente non lo prendono e lui arriva in fondo, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se il suo posto in realtà fosse lì, alla fine e non all'inizio, all'attacco e non in difesa. Arriva in fondo e guarda negli occhi il suo avversario, fa un mezzo sorriso e quello non sa più che cosa fare, può solo sperare di avere fortuna e tra le mille variabili chiudere gli occhi e tentarne una, ma quando li riapre lui già non è più lì, è dove avrebbe dovuto essere. Eccolo che guarda davanti a se con i suoi occhi chiari e sorride e tutti noi sappiamo come finirà.
Ciao Giacinto

04 settembre 2006

Ma se pò fà 'sta vita?!

Il trattamento fiscale degli utili da partecipazione in società residenti e non residenti precepiti nell'esercizio di impresa commerciale da persone fisiche e da società di persone è quindi dettata dall'art. 59 (anzichè dall'art. 89) il quale rinvia all'art. 47. In tal caso, secondo quanto disposto dall'art. 48 del Tuir, gli utili non costituiscono reddito di capitale bensì componenti del reddito d'impresa che vanno indicati nel rigo RG9 di Unico 2005
Ma si può combattere tutti i giorni con articoli del genere?!....Bhò?!

03 settembre 2006

Immaginatevi la scena...

Stamattina mentre andavo in giro per il mio paese ho assistito ad una di quelle scene che ormai si vedono spesso e che mi mandano sempre in bestia; c'erano tre tizi seduti sulle scale di un fioraio, avranno avuto una quarantina d'anni, o una trentina portati male, bevevano birra in bicchieri di plastica; il più grosso dei tre si alza, come se avesse avuto l'illuminazione della sua vita, si avvicina ad un grosso vaso con dentro un albero che se ne stava placidamente piazzato davanti al fioraio e lo sposta al centro della via in modo che le auto, ed i loro guidatori, si sforzino di evitarlo. Quello dei tre con i capelli bianchi, forse divertito dal gesto del suo amico, finisce in un sorso il suo bicchiere di birra e lo getta in aria ridendo, a questo punto, l'intellettuale dei tre, quello che fino ad allora non aveva fatto niente, non volendo essere da meno si mette ad urlare. Finito questo bel siparietto si alzano e se ne vanno ed io che mi sono gustato la scena mentre camminavo verso casa mi chiedevo come mai siano le scimmie ad essere tenute in gabbia.

02 settembre 2006

Finalmente mi sono deciso.....

Era da tanto che ci giravo intorno: leggevo i blog dei miei amici, lasciavo i miei commenti ma, alla fine, mi sono deciso: ANCHE IO HO UN BLOG!
Ed ora? Devo raccogliere le idee, già inizio a chiedermi il perchè lo abbia fatto, forse urgenza di farmi sentire oppure una sfida a me stesso, nel senso: sarò mai capace di portarlo avanti? Non so, si vedrà andando avanti; intanto: perchè "vorreiessereunbaol"? Baol è un bellissimo libro scritto da Stefano Benni e quindi lascio a lui spiegare cos'è un baol e vado di citazione:
Non si può spiegare il baol, e sopratutto non si può spiegare perchè non si può spiegare. Però voglio venirvi incontro con un esempio. C'è gente che muore senza saper ballare il valzer. Basterebbero due ore della vita e un amico ballerino. Macchè, niente! Restano ai bordi della pista, vorrebbero tanto, ma se qualcuno li invita dicono no, grazie, son stanco. Muoiono senza saper ballare il valzer (e Dio sa quanto gli piacerebbe). Morire senza aver imparato il valzer (e anche il mambo, i salti mortali, l'arpa, la tiptologia e altre cose di gran classe) non è baol.
Non so se si capisce, leggendo il libro si capisce meglio....magari andando avanti mi verranno le parole, per ora...basta così.